Ufficio Speciale Ricostruzione Marche

UFFICIO SPECIALE PER LA RICOSTRUZIONE

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giovedì 27 ottobre 2022  15:11 

26 ottobre - 30 ottobre 2016. Altre due date da inserire nel libro dei brutti ricordi. Dopo la tragedia del 24 agosto, che causò morte e devastazione, le Marche (ed il centro Italia) alle prese con “la botta grossa”. Prima due forti scosse nella serata del 26 ottobre, rispettivamente di magnitudo 5.4 e 5.9, con epicentri a Castelsantangelo sul Nera e Ussita, nel Maceratese. Poi, nella mattinata di domenica 30 ottobre, la scossa più violenta degli ultimi 40 anni: 6.5 con epicentro tra la provincia di Perugia e il comune di Castelsantangelo sul Nera.

Distruzione su distruzione, per un evento che fu percepito distintamente persino in Austria e sulle coste balcaniche. Tra gli effetti di natura idrogeologica, la grande spaccatura apertasi sul Monte Vettore. Nessuna vittima, per fortuna. Ma ulteriori crolli, danni, inagibilità su tutto il territorio per migliaia di sfollati, tanto che il cratere sismico passò da 62 a 140 comuni, di cui ben 87 nelle Marche.

Un’opera di ricostruzione che da quel momento si fece quindi ancora più estesa, impegnativa, complessa: abitazioni, scuole, edifici storici, chiese, ospedali e una stima dei danni che, secondo l’ultimo rapporto diffuso dalla struttura commissariale nel giugno del 2022, appare destinato a superare i 30 miliardi di euro, di cui oltre 17 miliardi nella nostra regione.

Proprio per gestire al meglio questo delicato processo la Regione ha istituto l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, articolato tra le sedi di Ancona, Ascoli, Piediripa di Macerata e Caccamo di Serrapetrona, composto per la maggior parte da giovani professionisti provenienti da tutta Italia. Non solo architetti, ingegneri e geometri ma anche geologi, economisti, legali, per un insieme di competenze che copre molteplici ambiti.

Dalla pianificazione urbanistica alle istruttorie per il rilascio delle concessioni di contributi, dagli aspetti connessi alla ricostruzione privata fino all’attuazione delle azioni di ripristino di opere pubbliche e beni culturali e ai piani di intervento nei centri più colpiti come Ussita, Visso, Pieve Torina, Castelsantangelo e Arquata del Tronto; contestualmente all’emanazione della normativa, adeguandosi alle necessità della ricostruzione, anche l’USR si è organizzato per far fronte alle esigenze dei territori.

«Senza le propedeutiche procedure burocratico-amministrative approntate nel tempo, infatti, il processo di ripartenza sarebbe rimasto al palo -conferma il direttore dell’USR, l’ingegner Marco Trovarelli-. Sul versante privata siamo sulla buona strada, visto che, sempre secondo l’ultimo rapporto sulla ricostruzione, nelle Marche ci sono attualmente 8.658 cantieri avviati su 12.715 richieste e 4.684 cantieri conclusi. Il quadro è buono, perché, al tempo stesso, le opere pubbliche stanno partendo dopo le fasi progettuali e di istruttoria».

«Ciò che ora dobbiamo fare adesso è iniziare i lavori all’interno dei borghi rasi al suolo, dove l’impatto del sisma è stato più devastante -conclude Trovarelli-. Prima di ricostruirli dobbiamo immaginarli, con tutte le competenze che abbiamo messo in campo in questa delicata partita. È tempo di vincere una sfida epocale con preparazione e professionalità, senza mai dimenticare i giorni più difficili che le Marche ed il centro Italia hanno attraversato. Ed i morti che questa regione ha dovuto piangere».