Terremoto Marche

Comunicati Stampa

07/03/2019

Macerie, Ceriscioli risponde a Farabollini: “Il commissario proponga lo strumento normativo per permettere ai sindaci di ordinare le demolizioni, unica vera necessità per proseguire la raccolta”

“Non comprendiamo come il commissario Farabollini possa affermare che la Regione Marche non abbia un piano specifico, avendo a disposizione già dall’8 gennaio scorso una relazione dettagliata con la quale sono stati indicati chiaramente i quantitativi fatti, quelli ancora da fare ed i finanziamenti necessari per completare i quantitativi – spiega il presidente Ceriscioli rispondendo al le contestazioni mosse dal commissario Farabollini in merito al piano macerie. “Siamo stati i primi a redigere un piano attuativo con Decreto del Soggetto Attuatore Sisma il 23 gennaio 2017, ed è stato aggiornato insieme ai comuni interessati il 30 agosto dello scorso anno. Le Marche hanno gestito in maniera virtuosa le macerie del sisma: oltre la metà di quelle stimate sono state raccolte (617mila tonnellate) ed Il 99% è stato avviato a recupero e riutilizzato. Da dicembre 2017 non ci sono più né sulle strade pubbliche né nelle piazze ma sono rimaste solo quelle frutto di demolizioni disposte dai sindaci per la pubblica incolumità. L'Aquila per fare gli stessi numeri ci ha messo 5 anni – sottolinea il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli . “Con i 44 milioni che la Protezione Civile ci ha già finanziato abbiamo copertura per lavorare 800mila tonnellate. Ne sono ancora da finanziare 330mila per un importo di circa 16 milioni. Servono altri 3 milioni per la gestione dello smaltimento dell’ amianto e per l’ assistenza al Mibact per il recupero di quelle cosiddette “culturali”. Le macerie visibili di cui parla Farabollini – conclude il presidente Ceriscioli - sono quelle dei proprietari privati, gran parte dei quali si oppone alle demolizioni disposte dai Sindaci. Nei Comuni più gravemente danneggiati (Castelsantangelo sul Nera – Arquata del Tronto – Ussita), nei quali resta la gran parte delle macerie ancora da rimuovere, questo produce lo stallo nella zona rossa di intere frazioni. Infatti un solo proprietario che nega il consenso impedisce la rimozione, non consentendo l’accesso all’area interessata. Infine in merito agli “strascichi giudiziari” a cui fa riferimento il commissario, va precisato in particolare che la risoluzione contrattuale avvenuta con Picenambiente non può certamente essere indicata come responsabilità della Regione Marche che, al contrario, ha sempre controllato con attenzione il corretto andamento delle attività di gestione delle macerie. Tempestivamente abbiamo riattivato il servizio nelle Province di Ascoli Piceno e Fermo incaricando COSMARI, gestore totalmente pubblico della provincia di Macerata che sta operando regolarmente. Invitiamo il commissario a offrire lo strumento normativo che permetta ai sindaci di ordinare le demolizioni, unica vera necessità per proseguire nella raccolta delle macerie”.