E' iniziato il dragaggio dell'imboccatura del porto di San Benedetto del Tronto, un intervento che ha l’obiettivo di permettere l’entrata e l’uscita in sicurezza delle imbarcazioni in modo tale che gli operatori e i pescatori possano tornare a lavorare in tranquillità dando una risposta concreta alle preoccupazioni più che legittime che la marineria aveva espresso fin dall’insediamento, a gennaio, dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale. L'escavo sarà realizzato con la progettazione tecnica, la gestione dei lavori e le risorse economiche di 600 mila euro dell'Adsp. I lavori, iniziati lunedì con il pontone Rex II a cui si è aggiunto oggi il Vega, si svolgeranno in un tempo contrattuale massimo di 65 giorni. L’obiettivo è che, alla fine del fermo pesca, la marineria di San Benedetto possa tornare a lavorare in tranquillità.
"Questo intervento è uno dei primi risultati concreti raggiunti dall'Autorità di sistema, la cui competenza va da Pesaro a Ortona. Si può idealmente parlare di una banchina virtuale di 215 chilometri – ha detto il presidente dell’Adsp, Rodolfo Giampieri -, che, al centro dell’Adriatico, può diventare volano per lo sviluppo del territorio ma soprattutto per creare occupazione”. In quest’ottica, ha aggiunto Giampieri, “è fondamentale superare i campanili, condividere le strategie con enti e istituzioni per il raggiungimento di obiettivi utili alla comunità”.
Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, presente con l'assessore regionale alle Infrastrutture, Anna Casini, e al consigliere regionale Fabio Urbinati, ha sottolineato come "avere un unico punto di riferimento come l'Autorità di sistema garantisce una concretezza estrema nel raggiungimento dei risultati, come per questo dragaggio. L’obiettivo condiviso, che ci farà fare il salto di qualità, sarà uscire dallo stato emergenziale del problema dragaggi per arrivare ad un'attività programmata di ordinaria manutenzione".
Il sindaco di San Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti, ha parlato di "un bel giorno per la nostra marineria, fra le prime in Italia. Crediamo che, facendo tesoro dell'esperienza passata, con i due interventi non risolutivi del 2007 e del 2015, questo dragaggio sia prioritario per garantire il lavoro dei nostri pescatori". Il comandante della Capitaneria di porto di San Benedetto del Tronto, Gennaro Pappacena, ha sottolineato come "la sinergia e il lavoro di squadra siano fondamentali per il funzionamento del porto in tutte le sue attività". Per il presidente della Camera di Commercio di Ascoli Piceno, Gino Sabatini, "il valore del fare sistema, con l'Autorità portuale, in pochi mesi ha portato ad un risultato importante per tutte le imprese della cantieristica e della pesca, che possono continuare a lavorare qui senza doversi spostare su altri porti".
SCHEDA DRAGAGGIO
L'escavazione dell'imboccatura del porto da parte della ditta Lmd arriverà ad una profondità di 4 metri dal livello del mare, in luogo degli attuali 2-3 metri. Il dragaggio del fondale sarà fatto su un'area di 11.200 metri quadrati, per un volume di materiale di risulta di 15 mila metri cubi, e sarà compiuto con una scrupolosa attenzione per l'ambiente e la qualità delle acque, secondo procedure già applicate nel porto di Ancona, sotto il costante monitoraggio dell'Arpa Marche-Agenzia regionale per la protezione ambientale Dipartimento di Ascoli Piceno e del Cnr-Ismar. Del totale dei sedimenti, 10 mila metri cubi saranno immersi al largo del porto di Ancona, a 5 miglia di distanza dal capoluogo marchigiano e a 45 miglia da San Benedetto del Tronto e questo garantirà che quelle sabbie non arriveranno più all’interno del porto. Gli altri 5 mila metri cubi saranno conferiti nella vasca di colmata di San Benedetto che diventerà poi un nuovo piazzale portuale. Le modalità di trasporto, controllo e verifica dei sedimenti sono frutto dell'elaborazione congiunta dell'Autorità di sistema e del centro di ricerca Cnr-Ismar di Ancona in modo tale da garantire l'assenza d'impatto sull'area di mare interessata. Verrà replicata la positiva esperienza dell’utilizzo di sistemi di tracciamento remoto dei pontoni attraverso telecamere georeferenziate. Questo consentirà di disporre di tutti i dati relativi ai punti di escavo, al trasporto e al conferimento delle sabbie dragate. Una tecnologia innovativa sviluppata dall’Adsp in collaborazione con V3 Elettroimpianti, che consente maggiore precisione nel monitoraggio dei lavori e minori costi degli stessi e che sta creando interesse anche in altre realtà portuali.
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