domenica 10 dicembre 2023  12:31 

 

A pochi giorni dall'adozione delle conclusioni sul futuro della politica di coesione da parte degli Stati membri, le regioni e le città stanno sollecitando i governi dell'UE e la Commissione europea a riconoscere l'importanza cruciale di questa politica nel contrastare le disparità territoriali, promuovere la duplice transizione verde e digitale, e difendere i valori democratici europei in tutte le regioni dell'Unione. Le proposte per il rinnovamento della politica di coesione post-2027 sono state presentate in un parere unanime adottato il 29 novembre durante la sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni (CdR), redatto dal Presidente Vasco Alves Cordeiro e dal presidente della commissione COTER, Emil Boc.

Il CdR, rappresentante di oltre un milione di amministratori locali e regionali, ha infatti avanzato richieste chiave per ridefinire una politica che costituisce un terzo del bilancio dell'UE e che dovrebbe rimanere prioritaria come fondamento dello sviluppo economico, sociale e territoriale in tutta Europa.

Per affrontare crisi eccezionali e catastrofi climatiche, come alluvioni e incendi boschivi, i leader locali e regionali propongono la creazione di un meccanismo attivabile a livello territoriale. Questo permetterebbe un utilizzo flessibile dei fondi disponibili in situazioni di emergenza, evitando al contempo revisioni costanti dei programmi operativi, come avvenuto nel periodo 2014-2020, per preservare gli investimenti a lungo termine.

Le regioni e le città chiedono anche un "patto di partenariato europeo" che stabilisca norme e obiettivi comuni per tutti i fondi in regime di gestione concorrente, garantendo coerenza e semplificazione. Questo patto dovrebbe includere il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e nuovi strumenti in regime di gestione ibrida, come il Fondo sociale per il clima, previsto per il prossimo futuro.

Altre richieste contenute nel parere includono la necessità che tutte le regioni europee siano ammissibili a ricevere finanziamenti, il mantenimento dei principi guida di gestione concorrente, governance multilivello e partenariato anche dopo il 2027, e la revoca della "condizionalità macroeconomica" che sospende i fondi legati alla politica di coesione in caso di violazioni delle norme di bilancio dell'UE da parte dei governi nazionali. Gli investimenti nazionali e regionali necessari per i progetti cofinanziati attraverso la politica di coesione dell'UE non dovrebbero essere considerati come spesa e debito nell'ambito delle norme di bilancio dell'UE. L'obiettivo della coesione territoriale deve diventare vincolante per tutte le politiche europee, secondo il principio di "non nuocere alla coesione". Infine, si sottolinea la necessità di semplificare l'architettura complessiva dei finanziamenti per superare la complessità degli strumenti d'investimento destinati alla coesione.

Vasco Alves Cordeiro, presidente del CdR, ha dichiarato che la politica di coesione è a rischio di sopravvivenza e ha sottolineato la necessità di una riforma coraggiosa per mantenerne il ruolo strutturale a lungo termine. Emil Boc, presidente della commissione COTER, ha evidenziato che il futuro della politica di coesione è cruciale per un'Europa migliore, sottolineando l'importanza dei principi di governance multilivello, gestione concorrente e partenariato.

Il parere sarà ora pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e trasmesso al Parlamento europeo, ai commissari europei pertinenti e ai rappresentanti degli Stati membri. La commissione ECON del Parlamento europeo terrà una votazione su un progetto di relazione il 4 dicembre, in linea con la richiesta del CdR di evitare che la riforma del Patto di stabilità e crescita consideri gli investimenti nei progetti cofinanziati attraverso la politica di coesione come spesa e debito.

 

Fonte: https://cor.europa.eu/it/news/Pages/