È l’ultima nata in “casa Regione Marche”. Si chiama DigiPalm. Va ad aggiungersi ai circa 630 applicativi software e 65 tra sistemi informativi, innovazioni digitali e progetti condivisi che animano le strategie e le azioni dell'Agenda digitale delle Marche, per far fronte alle emergenze in atto, a partire dal Covid e dalla ricostruzione post terremoto.
Il progetto DigiPalm (Digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni locali delle Marche) scaturisce dalla volontà della Regione di favorire la trasformazione digitale dei Comuni del territorio per diffondere l’utilizzo dei sistemi nazionali PagoPa, Spid e appIO. È stato illustrato dal presidente Francesco Acquaroli e dal vicepresidente Mirco Carloni nel corso di una conferenza stampa dedicata alla presentazione dei nuovi servizi digitali regionali utili a gestire gli attuali tempi di emergenza.
“La Regione Marche ha un’idea precisa di sviluppo digitale e di infrastrutturazione tecnologica per rilanciare il territorio, a partire dalle aree interne più svantaggiate – ha detto Acquaroli – La connessione deve diventare uno strumento corrente della pubblica amministrazione, delle strutture sanitarie e delle imprese. Investiamo sulle tecnologie capaci di offrire servizi aggiuntivi e migliori per portare la nostra regione al passo con i tempi”. Carloni ha evidenziato come DigiPalm sia “una delle prime realizzazioni della nuova Giunta regionale”. È nato con la collaborazione del precedente Governo nazionale: “L’ex ministro dell’Innovazione tecnologica Paola Pisano ci ha ascoltato e creduto in un progetto sperimentale di nuovi servizi per la pubblica amministrazione, che determinerà una semplificazione e la digitalizzazione delle certificazioni prima solo cartacee. La gran parte dei Comuni che ha voluto aderire al progetto della Regione, su base volontaria (circa 187), potrà attivare servizi ai cittadini altamente innovativi. Questo è un passo avanti per il sistema dei servizi pubblici marchigiani. I Comuni ci stanno aiutando a rendere funzionale questo nuovo servizio, che è una vera e propria opportunità da cogliere da parte della comunità marchigiana”.
Il progetto DigiPalm fa leva sul ruolo di intermediario tecnologico della Regione e sulle dotazioni informatiche esistenti: a partire dai datacenter, dalle piattaforme per i pagamenti elettronici, l’autenticazione dell’identità digitale forte e l’erogazione dei servizi di eGovernment con notifiche applicative. Sono già 171 i Comuni o Unioni di Comuni aderenti all’accordo regionale: 16 di essi utilizzano la Regione anche come intermediario tecnologico. In aggiunta attraverso “Ioservice”, la nuova piattaforma regionale che converge le notifiche applicative dai sistemi degli enti locali verso l’app IO nazionale è stato realizzato un servizio gratuito di informazione sullo stato di avanzamento delle pratiche di ricostruzione per gli utenti dell’Ufficio speciale ricostruzione (intestatari, proprietari immobili) che si iscrivono.
Nel corso della conferenza stampa sono state illustrate le potenzialità delle varie applicazioni attivate dalla Regione per avvicinare la pubblica amministrazione ai cittadini ed in particolare per gestire le attuali emergenze sanitaria e di ricostruzione post-sisma. A partire dalla semplificazione dei bandi di contributi, app e sistemi informativi per la gestione delle pratiche sisma, pagamenti elettronici, fascicolo sanitario a portata di click, accesso on line ai risultati dei tamponi, condivisione dei dati dell’emergenza Covid, in tempo reale, dal sito e con aggiornamento giornaliero dal canale Telegram regionale, accesso virtuale ai beni culturali di biblioteche e musei, dematerializzazione, conservazione e condivisione di dati e documenti, Wi-Fi gratuito nelle spiagge e nelle piazze, comunicazione istituzionale multicanalizzata. Una articolata presentazione dei servizi digitali messi in campo o potenziati dalla Regione Marche, rivolti a enti locali, cittadini e imprese in questo lungo periodo di emergenze, caratterizzato dalla necessità di velocizzare la ricostruzione post sisma, contrastare la pandemia da Coronavirus, riorganizzare il lavoro in modalità remota e connessa (smart working).
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