Per il raggiungimento della copertura del 70% dei servizi di incasso tra quelli censiti nella tabella “Tassonomia dei servizi di Incasso” è importante definire in base alla specificità di ogni ente, quali sono i tributi/servizi che questo ha effettivamente in gestione. In caso contrario si rischia di rendere impossibile il raggiungimento dell’obiettivo, in quanto i soli servizi non gestiti dall’ente e quindi non attivabili possono superare il 30% di quelli presenti nella tabella pubblicata da pagoPA.
Si consideri ad esempio:
- il codice tassonomia 0101105IM “Imposta di soggiorno”, non tutti i comuni la riscuotono;
- il codice tassonomia 0115116SP “Servizio Eliski” non tutti i comuni dispongono di questo servizio.
E’ quindi chiaro come sia importante chiarire nel miglior modo possibile quali sono i servizi/codici tassonomia sui quali ogni ente può essere potenzialmente attivo.
PagoPA ha chiarito che solo il titolare del credito legato ad un servizio di pagamento può attivare il relativo servizio di pagamento, in altre parole il codice IBAN di accredito deve essere quello del titolare del credito.
Ciò comporta che là dove un servizio sia stato completamente delegato ad un soggetto terzo, il quale esegue quindi la riscossione per conto dell’ente in veste di titolare del credito nei confronti del cittadino, sia questo a poter attivare il servizio di pagamento su pagoPA e non l’ente. È quindi importante sapere quando si verificano questi casi, perché i codici tassonomia ricadenti in questa fattispecie devono poter essere esclusi dagli obiettivi dell’ente.
Poiché per il raggiungimento degli obiettivi è possibile far valere anche tutti i servizi di pagamento o notifiche attivate su AppIO, anche gestiti da intermediari diversi da Regione Marche, è importante che ogni ente renda noto quali servizi ha già attivato in autonomia in modo che possano essere inclusi nella rendicontazione finale a pagoPA.