Habitat

Habitat 6210*

Stato delle conoscenze nelle Marche

Stato attuale delle conoscenze: Buono
Stato attuale di conservazione:  Sufficiente/Insufficiente
Il Ruolo della Rete Natura 2000:
Medio

Siti in cui รจ segnalato

6210* - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)

Praterie secondarie polispecifiche perenni da aride a semimesofile, a dominanza di graminacee emicriptofitiche, con una componente camefitica più o meno consistente,  sviluppate su substrati calcarei e calcareo-marnosi, nei piani collinare e montano. L’habitat è considerato prioritario (*) se il sito ospita un ricco contingente di specie di orchidee, un’importante popolazione di almeno una specie di orchidee ritenuta non molto comune a livello nazionale o una o più specie di orchidee ritenute rare, molto rare o di eccezionale rarità a livello nazionale.

Le praterie sono caratterizzate da forasacco eretto (Bromus erectus) e da altre specie di graminacee dei generi Avenula, Brachypodium, Festuca, Koeleria, Phleum, Sesleria e Stipa. Tra le entità floristiche più frequenti e/o caratterizzanti le fitocenosi di prateria si ricordano: Achillea tenorii, Allium sphaerocephalon, Anthyllis vulneraria, Arabis hirsuta, Armeria canescens, Asperula purpurea, Campanula glomerata, Carex caryophyllea, C. macrolepis, Carlina acanthifolia subsp. acanthifolia, C. vulgaris, Centaurea ambigua, C. scabiosa, Crepis lacera, Cyanus triumfetti, Dianthus carthusianorum, Eryngium amethystinum, E. campestre, Fumana procumbens, Erysimum pseudorhaeticum, Filipendula vulgaris, Gentianella columnae, Helianthemum apenninum, Hippocrepis comosa, Knautia purpurea, Koeleria pyramidata, Inula montanaLaserpitium siler subsp. siculum, Leontodon hispidus, Medicago sativa subsp. falcata, Narcissus poëticus, Polygala comosa, Potentilla rigoana, Primula veris, Ranunculus breyninus, R. apenninus, Salvia pratensis, Sanguisorba minor, Scabiosa columbaria, Senecio scopolii, Tragapogon pratensis, T. samaritani, Trifolium montanum subsp. rupestre, T. ochroleucum, Trinia dalechampii Veronica prostrata, V. teucrium e Viola eugeniae.

Le specie di orchidee piu frequenti sono Anacamptis pyramidalis, Dactylorhiza sambucina, Himantoglossum adriaticum, Ophrys apifera, O. bertolonii, O. fuciflora, O. fusca, O. insectifera, O. sphegodes, Orchis mascula, O. militaris, O. morio, O. pauciflora, O. provincialis, O. purpurea, O. simia, O. tridentata e O. ustulata.

 

 

Caratterizzazione fitosociologica

L’habitat è riferito all’ordine Brometalia erecti Br.-Bl. 1936 (classe Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tüxen ex Br.-Bl. 1949).

La vegetazione di prateria che rappresenta l’aspetto tipico dell’habitat, che si sviluppa su sui rilievi appenninici su substrati di natura calcarea e calcareo-marnosa, è riferite all’alleanza endemica appenninica Phleo ambigui-Bromion erecti Biondi & Blasi ex Biondi et al. 1995, distinguibile nelle suballeanze Phleo ambigui-Bromenion erecti Biondi et al. 2005, Brachypodenion genuensis Biondi et al. 1995 e Sideridenion italicae Biondi et al. 1995 corr. Biondi et al. 2005. Le praterie di questa alleanza, invase da Brachypodium rupestre o B. genuense a seguito dell’abbandono delle tradizionali pratiche zootecniche, rappresentano aspetti degradati dell’habitat, che possono essere recuperati con un’adeguata gestione zootecnica, ma che, allo stato attuale, non possono essere considerati di interesse prioritario in quanto generalmente privi di specie di orchidee. Le praterie post-colturali, pur non potendo essere considerate habitat di interesse comunitario, hanno la potenzialità di trasformarsi in habitat se sottoposte ad appropriati interventi di gestione zootecnica, qualora sviluppate su substrati carbonatici.

Le praterie appenniniche da mesofile a xerofile dei substrati non calcarei (prevalentemente marnosi, argillosi o arenacei), sono invece riferite alla suballeanza endemica appenninica Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti Biondi et al. 2005, dell’alleanza Bromion erecti Koch 1926.

Le praterie post-colturali inquadrate in questo syntaxon non possono essere considerate habitat di interesse comunitario, anche se possiedono la potenzialità di evolvere verso formazioni ad esso riferibili, a seguito di appropriati interventi di manutenzione e gestione.

 

Distribuzione e consistenza nelle Marche

L’habitat è molto diffuso sui rilievi dell’Appennino umbro-marchigiano e dei massicci dei Monti Sibillini e dei Monti della Laga. Tende a presentare una distribuzione più frammentata ed eterogenea sui rilievi collinari della fascia pre-appenninica.

 

L'habitat nella Rete Natura 2000

L’Habitat è tra i più diffusi nella rete Natura 2000 essendo segnalato in ben 59 siti con un superficie complessiva, stimata dai Formulari, di circa 14.946,16 ha. Rappresenta sicuramente uno degli elementi caratterizzanti la rete nelle Marche e per questo è stato oggetto di diversi progetti di tutela. Spesso al suo interno sono presenti, in modo frammentario, altri Habitat di praterie, in particolare il 6110 ed il 6220.

 

Minacce e pressioni

La minaccia prevalente nel territorio regionale è legata alla tendenza all’abbandono delle attività tradizionali di gestione delle praterie secondarie che conduce all’evoluzione della vegetazione, attraverso i naturali processi dinamici della vegetazione, verso stadi arbustivi, pre-forestali e forestali. L’innescarsi di tali processi tende a modificare la composizione floristica e funzionale delle comunità.

Inoltre, la presenza di un numero di animali pascolanti non adeguato alla capacità di carico dei pascoli (sovraccarico o sottocarico) o la realizzazione di sfalci con una frequenza non appropriata, conduce all’alterazione floristico-strutturale e funzionale delle comunità.

Il sovrapascolo provoca l’innesco di processi di degenerazione e, nei casi più gravi, di regressione verso altri tipi di comunità a dominanza di camefite, accompagnati da processi di erosione del suolo nelle aree più acclivi. Le aree soggette a sottocarico tendono ad essere invase da specie graminoidi altamente competitive (Brachypodium rupestre e B. genuense) che, in condizioni particolari, possono concorrere al blocco dei processi dinamici della vegetazione. 
 

A02.03

Agricoltura

Trasformazione di prati permanenti e pascoli in seminativi

A02.04

Agricoltura

Miglioramenti agronomici dei prati

A03.02

Agricoltura

Sfalcio non intenso

A03.03

Agricoltura

Assenza di sfalcio

A04.01

Agricoltura

Pascolo intensivo

A04.03

Agricoltura

Assenza di pascolo

A04.04

Agricoltura

Sottoutilizzo dei pascoli

D01.01

Infrastrutture per il trasporto e per le utilities

Piste e sentieri

D01.02

Infrastrutture per il trasporto e per le utilities

Strade

F03.01.01

Uso di risorse biologico (esclusa agricoltura e selvicoltura)

Danni causati dalla selvaggina (per densità eccessiva)

F04.01

Uso di risorse biologico (esclusa agricoltura e selvicoltura)

Saccheggio di stazioni floristiche

G01.02

Disturbo antropico

Escursionismo a piedi, cavallo e veicoli non motorizzati

G01.03

Disturbo antropico

Escursionismo con veicoli motorizzati

G01.03.01

Disturbo antropico

Escursionismo con veicoli motorizzati da strada

G01.03.02

Disturbo antropico

Escursionismo con veicoli motorizzati da fuoristrada

G01.06

Disturbo antropico

Sci su pista e fuori pista

G02.02

Disturbo antropico

Stazioni sciistiche

G05.01

Disturbo antropico

Calpestio e utilizzo eccessivo

J03.01.05

Modificazione dei sistemi naturali

Modifica della composizione e struttura delle fitocenosi (successioni evolutive)

J03.01.06

Modificazione dei sistemi naturali

Modifica della composizione e struttura delle fitocenosi (successioni regressive)

K01.01

Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi)

Erosione

K02.01

Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi)

Cambiamento nella composizione specifica (successione)

K06

Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi)

Altre forme o forme miste di competizione interspecifica (flora)

 

Strategie di conservazione

Le strategie di conservazione dell’habitat devono essere volte al sostegno e all’incentivazione delle attività pastorali. Limitatamente alle aree più seriamente compromesse occorre valutare la necessità di realizzare interventi ad hoc volti al controllo delle dinamiche evolutive delle praterie secondarie.

La conservazione dell’habitat non può prescindere inoltre dalla redazione di un piano di monitoraggio della distribuzione e della composizione floristica delle comunità erbacee ad esso riferite. Il monitoraggio dovrà essere in grado di individuare trend spaziali di espansione/riduzione dell’habitat e la presenza di processi dinamici in atto, rendendo possibile prevedere le loro conseguenze sul suo stato di conservazione e di programmare specifici interventi. In tale ottica si ritiene di fondamentale importanza realizzare accordi con i portatori di interesse locali per realizzare una gestione delle attività pastorali che non confligga, ma che anzi favorisca il miglioramento dello stato di conservazione dell’habitat.

 

 

 

ZSC/SIC presenti: