Succiacapre
Sistematica
Specie: Caprimulgus europaeus
Classe: Aves
Ordine: Caprimulgiformes
Stato di conservazione
Lista Rossa UICN Italiana: LC
Lista Rossa UICN Europea: LC
Lista Rossa UICN Globale: LC
Stato delle conoscenze nelle Marche
Stato attuale delle conoscenze: Sufficiente
Stato attuale di conservazione: Sufficiente
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Medio
Distribuzione in periodo riproduttivo nelle Marche
Succiacapre
Il Succiacapre un uccello crepuscolare - notturno che deve il suo nome all’abitudine di aggirarsi intorno agli stazzi per catturare gli insetti, componente fondamentale della sua dieta; nell’immaginario popolare vi si recava invece per succhiare il latte alle capre. Durante il giorno rimane celato sul terreno e, sfruttando il suo mimetismo, passa praticamente inosservato. È una specie migratrice che giunge da noi, per la riproduzione, tra fine aprile e maggio e quindi riparte tra agosto e settembre.
Habitat
Frequenta la aree calde ed aride in cui sono presenti boschi radi, arbusteti e praterie. Le uova vengono deposte direttamente sul terreno in luoghi asciutti e riparati mentre l’attività di caccia, svolta per lo più in volo, si concentra nelle aree aperte. Nelle Marche sembra evitare i territori montani oltre i 1200 – 1300 m di quota.
Distribuzione e consistenza nelle Marche
La specie è ampiamente diffusa, anche se non abbondante, nelle aree alto collinari e basso montane della regione mentre è del tutto sporadica in quelle basso collinari. È presente sul Conero. Una stima della consistenza della popolazione è assolutamente impossibile vista la carenza di informazioni quantitative.
La specie nella Rete Natura 2000
La specie è tra le più diffuse nella rete essendo segnalata in 67 siti (18 ZPS e 49 SIC) distribuiti in tutti i rilievi regionali. Questa ampia copertura fa si che una buona proporzione della popolazione regionale sia compresa in Natura 2000.
Minacce e pressioni
La specie, frequentando soprattutto per l’attività trofica le aree aperte, è particolarmente vulnerabile alla riduzione delle attività zootecniche che favorisce la trasformazione delle praterie in bosco.
Nelle aree agricole l’intensificazione delle pratiche colturali ed in particolare l’utilizzo di pesticidi, influendo negativamente sulle popolazioni di insetti, riduce significativamente la disponibilità di risorse trofiche.
A03.01 |
Agricoltura |
Sfalcio intenso o in intesificazione |
A03.03 |
Agricoltura |
Assenza di sfalcio |
A04.01.01 |
Agricoltura |
Pascolo intensivo di bovini |
A04.03 |
Agricoltura |
Assenza di pascolo |
A04 |
Agricoltura |
Sottoutilizzo dei pascoli |
A07 |
Agricoltura |
Uso di biocidi, ormoni e altri prodotti chimici |
B06 |
Selvicoltura |
Pascolo in aree boschive |
C03.03 |
Attività minerarie, cave e produzione di energia |
Produzione energia eolica |
E01 |
Urbanizzazione e espansioni insediative |
Aree urbane ed edifici residenziali |
E02 |
Urbanizzazione e espansioni insediative |
Aree commerciali o produttive |
G01.03.02 |
Disturbo antropico |
Escursionismo con veicoli motorizzati da fuoristrada |
J01.01 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Incendi di origine antropica |
K02.01 |
Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi) |
Cambiamento nella composizione specifica (successione) |
Strategie di conservazione
La gestione della specie, nelle Marche, deve puntare al mantenimento del mosaico ecologico tipico delle aree alto-collinari e basso-montane in cui si alternano boschi, coltivi e praterie. A questo scopo va favorita la permanenza delle attività agricole e zootecniche non intensive che hanno determinato nel corso del tempo la creazione di questo paesaggio eterogeneo. L’invasione delle praterie e dei coltivi da parte degli arbusti è, almeno in una prima fase, favorevole alla specie per la quale quindi potrebbe essere opportuno applicare schemi di decespugliamento a rotazione in grado di garantire da un lato il contrasto all’eccessiva espansione del bosco e dall’altro la permanenza di aree aperte con diversa copertura di arbusti.
Siti Natura 2000 in cui è segnalata
ZPS:
ZSC/SIC: