Habitat 9210*
Stato delle conoscenze nelle Marche
Stato attuale delle conoscenze: Sufficiente
Stato attuale di conservazione: Sufficiente
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Medio
Siti in cui รจ segnalato
9210* - Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex
Boschi montani misti di latifoglie decidue mesofile, a dominanza di faggio (Fagus sylvatica), che si sviluppano su substrati calcarei, calcareo-selciferi e arenacei, ricoperti da suoli mediamente profondi e umificati, in corrispondenza di versanti ad acclività variabile, tra 900-1000 e 1750-1800 m di quota.
Nelle faggete basso-montane (fino a 1350-1400 m) lo strato arboreo si arricchisce di specie collinari, quali Ostrya carpinifolia, Quercus cerris, Carpinus betulus e Acer opalus subsp. obtusatum, mentre i boschi alto-montani presentano una copertura arborea pressoché monospecifica.
Negli strati basso-arboreo e alto-arbustivo sono presenti Taxus baccata e Ilex aquifolium, che caratterizzano l’habitat.
Lo strato erbaceo si contraddistingue per la presenza di numerose specie nemorali quali Adoxa moschatellina, Anemone nemorosa, A. apennina, Aremonia agrimonioides, Cardamine bulbifera, C. chelidonia, C. enneaphyllos, C. heptaphylla, C. kitaibelii, Cephalanthera longifolia, C. rubra, Corydalis cava, Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii, Dryopteris flix-mas, Epipactis sp. pl., Euphorbia amygdaloides, Galanthus nivalis, Galium odoratum, Lathyrus vernus, Melica uniflora, Neottia nidus-avis, Paris quadrifolia, Polystichum aculeatum, Sanicula europaea e Viola reichenbachiana.
Caratterizzazione fitosociologica
Dal punto di vista fitosociologico, le faggete riferite a questo habitat sono inquadrate nelle seguenti associazioni vegetali riferite all’ordine Fagetalia sylvaticae Pawl. in Pawl. et al. 1928 e alla classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937:
- Lathyro veneti-Fagetum sylvaticae Biondi, Allegrezza, Pinzi, Casavecchia et Baldoni 2002 e Hieracio racemosi-Fagetum sylvaticae Allegrezza 2003 (alleanza Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae Gentile 1969), che si sviluppano rispettivamente su calcari e su calcari diasprini, tra 900-1000 e 1350-1400 m di quota;
- Solidagini-Fagetum sylvaticae (Longhitano et Ronsisvalle 1974) Ubaldi et al. 1987 ex Ubaldi 1995 e Dactylorhizo fuchsii-Fagetum sylvaticae Biondi, Ballelli, Allegrezza, Taffetani et Gujtian 1989 ex Izco et Biondi 1992 (alleanza Aremonio-Fagion sylvaticae), dei substrati arenacei, che si sviluppano tra 900-1000 e 1350-1400 m di quota;
- Cardamino kitaibelii-Fagetum sylvaticae Ubaldi, Zanotti, Puppi, Speranza et Corbetta ex Ubaldi 1995 (alleanza Aremonio-Fagion sylvaticae (Horvat 1938) Torok, Podani et Borhidi 1989), dei versanti calcarei, tra 1350-1400 e 1750-1800 m di quota.
Distribuzione e consistenza nelle Marche
Si tratta dell’habitat forestale più diffuso nella fascia montana dei rilievi appenninici umbro-marchigiani. La sua area di distribuzione interessa tutta la catena appenninica e la Sicilia, mentre nelle Marche è presente a partire dal Monte Catria, a Nord, fino ai Monti della Laga, a Sud, con una diffusione pressoché continua. Tuttavia la sua attuale area di distribuzione è inferiore a quella potenziale, a causa dell’utilizzo antropico delle aree sommitali dei rilievi montani, ricoperti da pascoli perlopiù riferibili all’habitat 6210, che sono dinamicamente legati al bosco di faggio.
L'habitat nella Rete Natura 2000
L’Habitat è tra i più diffusi nella rete Natura 2000 dove è segnalato in 48 siti con una superficie complessiva, ricavata dai Formulari, di 14.281,62 ha. Questo valore è di gran lunga il più elevato tra tutti gli Habitat forestali e testimonia, da un lato il ruolo che hanno le faggete per la biodiversità regionale, e dall’altro come è nelle aree montane che si concentrino gli ecosistemi naturali nelle Marche.
Minacce e pressioni
I principali fattori di minaccia sono rappresentati dalla frammentazione dell’habitat e dall’adozione di forme di gestione che conducono all’omogeneizzazione delle comunità dal punto di vista floristico-strutturale, nonché ad un impoverimento complessivo della biodiversità dell’ecosistema forestale.
B02.04 |
Selvicoltura |
Rimozione degli alberi morti o morenti |
B02.06 |
Selvicoltura |
Diradamento dello strato arboreo |
B06 |
Selvicoltura |
Pascolo in aree boschive |
B02.03 |
Selvicoltura |
Rimozione del sottobosco |
B03 |
Selvicoltura |
Sfruttamento forestale senza reimpianto o ricrescita naturale |
B07.03 |
Selvicoltura |
Apertura piste forestali |
D01.01 |
Infrastrutture per il trasporto e per le utilities |
Piste e sentieri |
D01.02 |
Infrastrutture per il trasporto e per le utilities |
Strade |
F03.01.01 |
Uso di risorse biologico (esclusa agricoltura e selvicoltura) |
Danni causati dalla selvaggina (per densità eccessiva) |
F04.02 |
Uso di risorse biologico (esclusa agricoltura e selvicoltura) |
Raccolta per consumo domestico (funghi, piccoli frutti, ecc.) |
J01.01 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Incendi di origine antropica |
K04.05 |
Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi) |
Danni da erbivori |
Strategie di conservazione
Adozione di specifici piani di assestamento forestale da redigersi per ambiti omogenei ed unitari.
Definizione degli ambiti forestali da lasciare alla libera evoluzione.
Definizione delle linee guida per la conversione a fustaia e interventi selvicolturali di miglioramento strutturale che promuovano la massima diversificazione floristico-strutturale.
Definizione di un quadro generale di indirizzi e prescrizioni, finalizzati all’adeguamento delle norme regolamentari esistenti.
Introduzione di misure per la regolamentazione delle attività venatorie e di quelle per la raccolta delle risorse del bosco.
Promozione di tecniche di gestione forestale a minore impatto.
Regolamentazione del pascolo in bosco.
Sperimentazione in aree campione, prioritariamente di proprietà pubblica, di interventi per la costituzione di cedui composti.
ZSC/SIC presenti: