Specie

Falco pellegrino

Sistematica

Specie: Falco peregrinus
Classe: Aves
Ordine: Falconiformes

Stato di conservazione

Lista Rossa UICN Italiana: LC

Lista Rossa UICN Europea: LC

Lista Rossa UICN Globale: LC

Stato delle conoscenze nelle Marche

Stato attuale delle conoscenze: Buono
Stato attuale di conservazione: Sufficiente
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Elevato

Distribuzione in periodo riproduttivo nelle Marche

Falco pellegrino

Il Falco pellegrino è un rapace diurno di medie dimensioni specializzato nella caccia agli uccelli che cattura esclusivamente in volo sfruttando la sua capacità di gettarsi in inseguimenti durante le quali supera facilmente i 100 km/h con punte, durante le picchiate, che alcuni stimano superiori ai 300 km/h. Nelle Marche è una specie sostanzialmente sedentaria che occupa per tutto l’anno i territori di riproduzione; in inverno possono essere osservati anche esemplari svernanti proveniente dall’Europa centro-settentrionale.

 

 

Habitat

La specie si insedia esclusivamente in aree in cui siano presenti pareti rocciose adatte alla deposizione delle uova. Queste vengono poste direttamente sul terreno all’interno di cavità, terrazzini o cenge; possono essere utilizzati anche nidi abbandonati di altre specie rupicole come ad esempio l’Aquila reale. Per la nidificazione può utilizzare anche fronti di cava abbandonati o edifici. Il paesaggio circostante riveste un importanza minore per la sua capacità di predare sostanzialmente tutte le specie ornitiche, purché sorprese in aria; è osservabile anche nelle aree urbane dove caccia i piccioni domestici. Nelle Marche i siti di nidificazione tendono ad essere collocati non oltre i 1.000 m di quota.

 

Distribuzione e consistenza nelle Marche

Il Falco pellegrino è diffuso in tutte le aree della regione in cui siano presenti pareti rocciose di dimensioni adeguate. Queste condizioni sono particolarmente diffuse lungo la dorsale appenninica calcarea, dal Monte Nerone sino ai Sibillini, e nei tratti costa alta del San Bartolo e del Monte Conero. Qui si concentra la maggioro parte della popolazione che nel 2003 è stata stimata in circa 80 coppie (Perna et al 2007); si ritiene che questo valore sia sostanzialmente tuttora valido.

 

La specie nella Rete Natura 2000

La specie è segnalata come nidificante in 56 siti (19 ZPS e 37 SIC) che riescono ad interessare gran parte della popolazione regionale. Se non si dovesse assistere all’insediamento di un numero significativo di coppie in aree urbane questo stato di fatto dovrebbe permanere, sostanzialmente invariato, anche in futuro.

 

 

Minacce e pressioni

Il falco pellegrino è una specie che nel recente passato ha mostrato un incremento significativo della popolazione grazie alla quale attualmente non corre pericoli immediati. Tuttavia il mantenimento di questa situazione positiva richiede che vengano tenute sottocontrollo le principali minacce che possono gravare su di essa.
Allo stato attuale, nelle Marche, la pressione su cui porre maggiore attenzione è il disturbo dei siti di nidificazione. Questi sono rappresentati dalle pareti rocciose verticali e coincidono spesso con le aree in cui vengono svolte le attività di arrampicata; il passaggio anche sporadico in prossimità dei nidi attivi può causare il fallimento della riproduzione con evidenti effetti negativi per la specie.
L’intensificazione delle attività agricole ed in particolare l’utilizzo di biocidi può incidere negativamente sulla disponibilità di prede così come la diminuzione delle aree aperte a vantaggio del bosco.

 

A04.03

Agricoltura

Assenza di pascolo

A04

Agricoltura

Sottoutilizzo dei pascoli

A06.04

Agricoltura

Abbandono delle coltivazioni

A07

Agricoltura

Uso di biocidi, ormoni e altri prodotti chimici

A10.01

Agricoltura

Rimozione di siepi e filari alberati

B01.01

Selvicoltura

Rimboschimento di aree aperte con specie autoctone

B01.02

Selvicoltura

Rimboschimento di aree aperte con specie alloctone

C03.03

Attività minerarie, cave e produzione di energia

Produzione energia eolica

D02.01.01

Infrastrutture per il trasporto e per le utilities

Linee elettriche e telefoniche aeree

E01

Urbanizzazione e espansioni insediative

Aree urbane ed edifici residenziali

E02

Urbanizzazione e espansioni insediative

Aree commerciali o produttive

F03.02.02

Uso di risorse biologico (esclusa agricoltura e selvicoltura)

Depredazione dei nidi

F03.02.03

Uso di risorse biologico (esclusa agricoltura e selvicoltura)

Trappolaggio, uso del veleno e bracconaggio

G01.02

Disturbo antropico

Escursionismo a piedi, cavallo e veicoli non motorizzati

G01.03.02

Disturbo antropico

Escursionismo con veicoli motorizzati da fuoristrada

G01.04.01

Disturbo antropico

Attività di arrampicata

K02.01

Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi)

Cambiamento nella composizione specifica (successione)

 

Strategie di conservazione

Sebbene allo stato attuale la specie mostri un trend positivo è importante mettere in campo opportune strategie di gestione in grado di garantire la sua tutela nel medio e lungo periodo. Certamente la priorità, in questo momento, è per la tutela dei siti riproduttivi rispetto al rischio di disturbo provocato dalle attività di arrampicata. A questo scopo è essenziale, almeno nei siti Natura 2000, procedere alla definizioni di regolamenti che escludano la presenza antropica durante le varie fasi della riproduzione.
Il monitoraggio regolare è lo strumento da utilizzare per verificare il permanere dello status positivo attuale. Esso andrebbe esteso anche alle aree urbane che sempre più spesso, ma per ora non nelle Marche, sono utilizzate dalla specie che può nidificare sugli edifici. L’eventuale presenza di coppie all’interno aree edificate dovrà essere accompagnata dall’emanazione di misure in grado di garantirne la permanenza.

 

 

 

Siti Natura 2000 in cui è segnalata

 

ZPS:

 

ZSC/SIC: