Habitat

Habitat 92A0

Stato delle conoscenze nelle Marche

Stato attuale delle conoscenze: Buono
Stato attuale di conservazione: Insufficiente
Il ruolo della Rete Natura 2000: Elevato

Siti in cui è segnalato

92A0 - Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba

Boschi igrofili ripariali a dominanza di Salix alba. e/o Populus sp. pl., cui si associano Sambucus nigra, Fraxinus oxycarpa ed Ulmus minor, con Cornus sanguinea, Salix purpurea, Euonymus europaeus, Rubus ulmifolius  tra gli arbusti e strato lianoso composto da Humulus lupulus, Vitis vinifera s.l., Clematis vitalba, Hedera helix e, nelle aree a bioclima mediterraneo, Rubia peregrina. Tra le specie erbacee, quelle maggiormente caratterizzanti sono Aegopodium podagraria, Calystegia sepium, Carex pendula, Agrostis stolonifera, Arum italicum, Galium mollugo, Melissa officinalis subsp. altissima, Scrophularia nodosa, Symphytum bulbosum, S. tuberosum,  Ranunculus lanuginosus, R. repens e Thalictrum lucidum.

I saliceti a Salix alba si sviluppano su suolo sabbioso, quasi mancante di uno strato di humus, sui terrazzi più vicini al greto del fiume, periodicamente inondati dalle piene.

Le formazioni a dominanza di Populus alba e P. nigra occupano i terrazzi alluvionali posti ad un livello più elevato, soprattutto dei corsi d’acqua a regime torrentizio.

Si tratta di formazioni azonali stabili, la cui presenza dipende dalla permanenza delle condizioni idrologiche del corso d’acqua (livello della falda, frequenza degli allagamenti e durata della permanenza delle acque affioranti).

 

 

Caratterizzazione fitosociologica

I saliceti ripariali rientrano nell’alleanza Salicion albae Soó 1930 (ordine Salicetalia purpureae Moor 1958), mentre i boschi di pioppo nell’alleanza Populion albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 [ordine Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948, e alla classe Salici purpureae-Populetea nigrae (Rivas-Martínez & Cantó ex Rivas-Martínez, Báscones, T.E. Díaz, Fernández-González & Loidi 1991) Rivas-Martínez, T.E. Diaz, Fernandez-Gonzalez, Izco, Loidi, Lousa & Penas 2002].

 

Distribuzione e consistenza nelle Marche

Boschi diffusi lungo tutti i corsi d’acqua dell’Appennino umbro-marchigiano, anche se quasi sempre in condizioni di estremo degrado strutturale ed in aree estremamente ridotte e con distribuzione limitata strettamente a ridosso dell’alveo fluviale.

 

L'habitat nella Rete Natura 2000

L’Habitat, fortemente condizionato dal substrato, è segnalato in soli 52 siti tutti, tranne uno, concentrati nella porzione meridionale della regione dove i rilievi sono marnoso arenacei e non calcarei. La superficie complessiva, dedotta dai Formulari, è di 1390,303 ha.

 

Minacce e pressioni

Modificazioni strutturali e alterazioni degli equilibri idrici dei bacini, dovuti a processi di urbanizzazione (costruzione di strade, edifici, ponti), ad interventi di artificializzazione dell’alveo (rettificazione, arginatura, ecc.), a sbarramenti dei corsi d’acqua (processi d’erosione fluviale), alle captazioni idriche (abbassamento della falda e prosciugamento degli specchi d’acqua), all’estrazione di ghiaia e sabbia e alla complessiva modifica del regime delle portate (piene catastrofiche).
Cambiamento della qualità delle acque, dovuto allo scarico di eccessive quantità di azoto e fosforo, provenienti dalle acque reflue urbane e dalle colture agricole, all’emissione di composti organici volatili (ad esempio, CO2, H2S) e alla deposizione d’inquinanti atmosferici (ad esempio, piogge acide).
Inquinamento e/o salinizzazione della falda che, ad esempio, possono far regredire i popolamenti forestali in formazioni a canneto.
In caso di allagamenti più frequenti con permanenze durature di acqua affiorante, l’habitat tende a regredire verso formazioni erbacee; in caso di allagamenti sempre meno frequenti, tende ad evolvere verso cenosi mesofile più stabili.
Diffusione di specie alloctone invasive negli habitat forestali (ad esempio, robinia e ailanto).
Compattazione e costipamento del terreno (da calpestio, traffico ciclistico, ecc.), nei contesti suburbani dove gli habitat sono intensamente frequentati da visitatori.
Incendi (di origine antropica).
Interventi per la manutenzione di metanodotti ed elettrodotti. 
Modificazioni dell’habitat dovute agli effetti diretti e indiretti dell’attività estrattiva.
Interventi selvicolturali (eccessive ripuliture del sottobosco). 
Frammentazione e ridotta estensione delle fitocenosi.

 

Strategie di conservazione

Promozione di tecniche di gestione forestale a minor impatto.
Favorire l’utilizzo di tecniche di manutenzione ordinaria e straordinaria del corso d’acqua a basso impatto.
Monitoraggio delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque del bacino.
Realizzazione di un geodatabase, a supporto dell’attività di gestione e monitoraggio dei siti in cui è presente questo habitat.
Introduzione di misure per la regolamentazione delle attività venatorie e di quelle per la raccolta delle risorse del bosco. 
Definizione di un protocollo per la certificazione di qualità ambientale delle attività agro-silvo-pastorale mediante sperimentazione su aziende campione attive all’interno dei SIC in cui è presente l’habitat.

 

 

 

ZSC/SIC presenti: