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venerdì 19 novembre 2021  15:13 

“Abbiamo scavalcato una montagna burocratica, ora siamo esempio nazionale di una pratica sportiva rispettosa degli equilibri naturali”. Lo ha affermato il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alla Pesca sportiva, presentando la gara nazionale Fipsas di pesca alla trota, in programma, sul fiume Esino, nella mattinata di domenica 28 novembre. In gara, per le restrizioni imposte dal Covid-19, sono attese 50 coppie, suddivise in cinque settori competitivi con 10 coppie ciascuno. Sono già arrivate iscrizioni da tutta Italia, tanto da far registrare subito il tutto esaurito negli alberghi interessati dalla competizione. Le Marche, superando grandi difficoltà, sono l’unica Regione autorizzata dal Ministero della transizione ecologica a immettere trote iridee sterili nei corsi d’acqua dolce, grazie all’approvazione di un progetto pilota che consente di prolungare, seppure di un mese, il calendario di pesca. “La pesca sportiva rappresenta un fattore economico non secondario per le nostre aree interne, per gli impianti ittici. Non bisogna sottovalutarla, riconducendola solo al divertimento dei pescatori: questa attività sportiva rappresenta una fetta economica del nostro Pil regionale”, ha rimarcato Carloni.

Il consigliere federale Fipsas (Federazione Italiana pesca sportiva e attività subacquee) Claudio Nolli ha ringraziato la Regione Marche “per l’impegno profuso. La manifestazione del 28 novembre cade in un momento storico drammatico per la pesca sportiva. Conosco perfettamente gli sforzi fatti per arrivare a questa autorizzazione, giunta ai primi di agosto, attuativa solo ora e valida fino al 31 dicembre. Tutto questo serve a testimoniare come complicato e drammatico sia il sistema ministeriale autorizzativo, perché poi, dal 31 dicembre, il percorso va avviato nuovamente, senza la certezza di un futuro concreto per il settore piscatorio”.

Il vicepresidente Carloni ha ribadito la soddisfazione di essere riusciti a organizzare la competizione nelle Marche: “È un riconoscimento nazionale conquistato con tanta fatica. Per fare un rilascio di trote a uso ricreativo ci siamo dovuti imbarcare su un percorso amministrativo autorizzativo che ha richiesto mesi di lavoro. Ma è un punto di partenza e non di arrivo per l’attività ittica marchigiana. Per ottenere il permesso al rilascio di trote autoctone abbiamo dovuto scavalcare una montagna amministrativa e non abbiamo potuto riprodurle nelle Marche perché non disponiamo ancora di un procedimento di sterilizzazione. Ma l’impegno è quello di ripopolare altri corsi d’acqua regionali per offrire la giusta soddisfazione agli sportivi della pesca”. Carloni ha concluso il suo intervento sottolineando come “la gara dovrà essere anche un momento di riflessione nazionale su quello si sta realizzando in questo settore in Italia. Dobbiamo riflettere su quanto la burocrazia abbia preso il sopravvento rispetto alla logica e al buonsenso”.