Balia dal collare
Sistematica
Specie: Ficedula albicollis
Classe: Aves
Ordine: Passeriformes
Stato di conservazione
Lista Rossa UICN Italiana: LC
Lista Rossa UICN Europea: LC
Lista Rossa UICN Globale: LC
Stato delle conoscenze nelle Marche
Stato attuale delle conoscenze: Sufficiente
Stato attuale di conservazione: Vulnerabile
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Molto elevato
Distribuzione in periodo riproduttivo nelle Marche
Balia dal collare
La Balia dal collare è un piccolo passeriforme dalla caratteristica colorazione bianca e nera che si nutre principalmente di insetti. Nelle Marche è migratrice giungendo in primavera per la nidificazione e ripartendo, per i quartieri di svernamento in Africa, alla fine dell’estate.
Habitat
La Balia dal collare è piuttosto selettiva nella selezione dell’habitat. Il nido è collocato nelle cavità degli alberi per cui ha bisogna della presenza di esemplari arborei di grandi dimensioni; le aree occupate sono quindi i boschi di latifoglie maturi (querceti, faggete, ecc.) in particolare se aperti. Queste condizioni si ritrovano anche nei castagneti da frutto che, seppur sostanzialmente artificiali, sono importanti per la specie.
Distribuzione e consistenza nelle Marche
Specie rara e localizzata lungo la catena appenninica; l’unica area con una popolazione relativamente consistente sono i Monti della Laga, altrove sono segnalati piccoli nuclei legati ai pochi tratti di faggeta matura o castagneto da frutto presenti.
La specie nella Rete Natura 2000
La specie è segnalata in 20 siti di cui 5 ZPS e 15 SIC ma in 2 di questi (1 SIC e 1 ZPS) la presenza si riferisce ad una vecchia osservazione non controllata di recente. Allo stato attuale delle conoscenze, peraltro ancora lacunose, le rete Natura 2000 comprende la totalità delle aree in cui è segnalata con certezza la presenza in periodo riproduttivo. Visto il suo habitat, è molto probabile che anche eventuali nuovi ritrovamenti potranno ricadere all’interno di ZPS o SIC.
Minacce e pressioni
La necessità di avere a disposizione boschi con alberi ricchi di cavità rappresenta un fattore che limita fortemente la distribuzione di questa specie nelle Marche. Queste condizione non si conciliano con la tradizionale gestione a ceduo dei nostri boschi ed anche il loro abbandono non porta ad immediati effetti positivi.
Altro fattore di pressione negativo è la scomparsa dei castagneti da frutto che seppur artificiali rappresentano un habitat ideale per la specie. La loro progressiva rinaturalizzazione o trasformazione in ceduo è una minaccia molto seria a livello regionale.
A06.04 |
Agricoltura |
Abbandono dei castagneti da frutto |
B02.04 |
Selvicoltura |
Rimozione degli alberi morti o morenti |
B02.05 |
Selvicoltura |
Produzione forestale non intensiva (lasciando legno morto e alberi maturi) |
B02.06 |
Selvicoltura |
Diradamento dello strato arboreo |
B07 |
Selvicoltura |
Ceduazione |
B07 |
Selvicoltura |
Apertura piste forestali |
G01.03.02 |
Disturbo antropico |
Escursionismo con veicoli motorizzati da fuoristrada |
J01.01 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Incendi o soppressione degli incendi |
Strategie di conservazione
La conservazione di questa specie nelle Marche passa per la tutela della sua roccaforte, rappresentata dai boschi dei Monti della Laga, e per il rafforzamento dei piccoli nuclei distribuiti lungo la dorsale appenninica ed in particolare nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. A questo scopo vanno favoriti interventi selvicolturali in grado di incrementare la dotazioni in alberi maturi, ricchi di cavità, soprattutto nelle faggete e nelle cerrete. Essenziale è la tutela ed ove possibile il recupero, dei castagneti da frutto, habitat importante per la specie.
Siti Natura 2000 in cui è segnalata
ZPS:
ZSC/SIC: