Specie

Camoscio appenninico

Sistematica

Specie: Rupicapra pyrenaica
Classe: Mammalia
Ordine: Cetartiodactyla

Stato di conservazione

Lista Rossa Italiana: VU

Lista Rossa UICN Europea: LC

Lista Rossa UICN Globale: LC

Stato delle conoscenze nelle Marche

Stato attuale delle conoscenze: Ottimo
Stato attuale di conservazione: Vulnerabile
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Molto elevato

Distribuzione nelle Marche

Camoscio appenninico

Il Camoscio appenninico è un ungulato che vive esclusivamente nell’Appennino centrale e appartiene ad una specie differente dal camoscio alpino (Rupicapra rupicapra). È una specie particolarmente adatta alle aree montane, gli adulti pesano tra 25 e 30 kg ed entrambi i sessi sono dotati di corna che terminano con un uncino. L’alimentazione è basata sulla vegetazione erbacea e le femmine ed i piccoli sono particolarmente legati, tra la primavera e l’autunno, all’associazione Festuco – Trifolietum thalii che si sviluppa in aree esposte a nord e substrato debolmente acido. Le femmine ed i giovani vivono in gruppi più o meno numerosi mentre i maschi adulti sono solitari e frequentano le femmine solo durante il periodo riproduttivo quando, quelli oltre gli 8 anni, formano e difendono harem.

 

 

Habitat

L’habitat della specie sono le aree montane oltre i 1200 – 1300 m di quota dove le femmine ed i piccoli trascorrono il periodo da luglio a dicembre alimentandosi nelle praterie d’altitudine; nel resto dell’anno scendono a quote minori utilizzando anche i boschi di faggio. Questi ultimi sono ampiamente utilizzati dai maschi che salgono in quota solo per la riproduzione. Importante è la presenza di aree scoscese e rocciose.

 

Distribuzione e consistenza nelle Marche

La presenza della specie nelle Marche è frutto di un progetto di reintroduzione, ancora in corso, portato avanti dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini. La sua distribuzione è quindi limitata a questo massiccio e non è prevedibile una sua espansione al di fuori di esso. Attualmente (luglio 2013) la popolazione, in incremento per le nascite in loco e per l’immissione di ulteriori esemplari provenienti da altre aree protette, è di 54 esemplari (dati PNMS) valore che dimostra l’opportunità e l’efficacia del progetto per riportarlo sui Sibillini.

 

 

La specie nella Rete Natura 2000

La specie è attualmente segnalata in 8 siti. L’areale attuale e quello potenzialmente occupabile in caso di espansione della popolazione ricade interamente dentro Natura 2000.

 

 

Minacce e pressioni

La specie è oggetto di un progetto di reintroduzione ancora in corso per cui la minaccia maggiore è legata alle dimensioni ancora limitate della popolazione. Altri fattori di pressione su cui porre particolare attenzione, anche nel futuro, quando, come si spera, il programma di reintroduzione si sarà concluso positivamente, sono le relazioni con il bestiame domestico, soprattutto rispetto al rischio di trasmissione di malattie ed il disturbo antropico nelle aree frequentate dalle femmine e dai piccoli.

 

A04.01

Agricoltura

Pascolo intensivo

E01

Urbanizzazione e espansioni insediative

Aree urbane ed edifici residenziali

G01.02

Disturbo antropico

Escursionismo a piedi, cavallo e veicoli non motorizzati

G01.03.02

Disturbo antropico

Escursionismo con veicoli motorizzati da fuoristrada

G01.04.01

Disturbo antropico

Attività di arrampicata

G01.05

Disturbo antropico

Attività di volo libero

G01.06

Disturbo antropico

Sci su pista e fuori pista

G02.02

Disturbo antropico

Stazioni sciistiche

G02.09

Disturbo antropico

Osservazione di fauna selvatica

K02.01

Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi)

Cambiamento nella composizione specifica (successione)

K03

Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi)

Relazione interspecifiche (specie autoctone)

K03

Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi)

Relazione interspecifiche (specie domestiche)

M01.01

Cambiamenti climatici

Cambiamenti delle temperature

 

Strategie di conservazione

La gestione del camoscio appenninico è attualmente definita dal progetto di reintroduzione in corso che ha fra i suoi  obiettivi principali  l’espansione della popolazione in tutto il massiccio dei Sibillini. Le linee d’intervento su cui concentrarsi nei prossimi anni, saranno soprattutto la gestione del pascolo nelle aree alto montane, con particolare attenzione agli aspetti sanitari e la regolamentazione delle attività di fruizione nelle aree che si dovessero rivelare di maggiore criticità per la specie.

 

 

 

Siti Natura 2000 in cui รจ segnalata

 

ZSC/SIC: