Specie

Tritone crestato italiano

Sistematica

Specie: Triturus carnifex
Classe: Amphibia
Ordine: Caudata

Stato di conservazione

Lista Rossa Italiana: NT

Lista Rossa UICN Europea: LC

Lista Rossa UICN Globale: LC

Stato delle conoscenze nelle Marche

Stato attuale delle conoscenze: Sufficiente
Stato attuale di conservazione: Sufficiente
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Molto basso

Distribuzione nelle Marche

Tritone crestato italiano

Il Tritone crestato italiano è il grande tritone italiano raggiungendo, le femmine, anche i 20 cm; deve il nome alla cresta che si sviluppa sul dorso dei maschi durante il periodo riproduttivo. La dieta è piuttosto varia anche se è prevalentemente basata sugli invertebrati. La riproduzione avviene in genere tra aprile e giugno quando gli adulti si recano in acqua per deporre le uova; le larve, normalmente, completano la metamorfosi in 2 – 3 mesi.

 

 

Habitat

È una specie piuttosto adattabile e si può incontrare sia in aree con acque ferme come pozze permanenti o temporanee, laghi, stagni, ecc., che correnti come fossi e canali purché la velocità di scorrimento sia bassa. In genere preferisci siti ricchi di vegetazione e con acque relativamente profonde.

 

Distribuzione e consistenza nelle Marche

La distribuzione della specie è ben definita nelle province di Pesaro – Urbino e di Ancona dove sono state condotte ricerche sistematiche, poco nota per il sud della regione tranne alcune aree particolari come il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Nelle zone per cui sono disponibili informazioni risulta presente in modo omogeneo anche se nelle aree basso collinari e costiere tende ad essere meno frequente.

 

La specie nella Rete Natura 2000

La specie risulta presente in 20 siti distribuiti omogeneamente in tutto il territorio regionale. Vista la sua ampia diffusione nelle aree collinari e di fondovalle, dove è più scarsa la presenza della rete, solo una frazione molto modesta della sua popolazione è attualmente compresa in Natura 2000.

 

 

Minacce e pressioni

La minaccia principale per la specie è la riduzioni dell’habitat idoneo. Questo fenomeno è legato a diversi fattori; il primo è certamente l’intensificazione delle pratiche agricole ed in particolare l’inquinamento provocato dall’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, a ciò spesso si accoppia poi la scomparsa di siepi e filari e l’eliminazione o trasformazione dei piccoli fossi e delle raccolte d’acqua presenti in contesti rurali.
La gestione non corretta, in particolare rispetto ai periodi d’intervento, e la struttura che non permette l’ingresso e l’uscita degli esemplari rende poi spesso non utlizzabili o addirittura pericolosi vasche, trocche o fontanili, che potrebbero invece costituire ottimi siti di riproduzione.
Da ultimo l’immissione di specie ittiche predatrici, soprattutto alloctone, e la diffusione del gambero rosso della Luisiana (Procambarus clarkii), che si nutre delle sue larve costituiscono un ulteriore fattore di minaccia per la specie.

 

A04.01

Agricoltura

Pascolo intensivo

A04

Agricoltura

Abbeveratoi con struttura non idonea all'insediamento di anfibi

A04

Agricoltura

Gestione degli abbeveratoi non idonea all'insediamento di anfibi

A07

Agricoltura

Uso di biocidi, ormoni e altri prodotti chimici

A08

Agricoltura

Fetilizzazione

A10.01

Agricoltura

Rimozione di siepi e filari alberati

B02.03

Selvicoltura

Rimozione del sottobosco

B02.04

Selvicoltura

Rimozione degli alberi morti o morenti

B02.05

Selvicoltura

Produzione forestale non intensiva (lasciando legno morto e alberi maturi)

B02.06

Selvicoltura

Diradamento dello strato arboreo

B06

Selvicoltura

Pascolo in aree boschive

B07

Selvicoltura

Ceduazione

B07

Selvicoltura

Apertura piste forestali

D01.02

Infrastrutture per il trasporto e per le utilities

Strade

E01

Urbanizzazione e espansioni insediative

Aree urbane ed edifici residenziali

E02

Urbanizzazione e espansioni insediative

Aree commerciali o produttive

E03

Urbanizzazione e espansioni insediative

Discariche

F03.02.01

Uso di risorse biologico (esclusa agricoltura e selvicoltura)

Cattura per collezionismo

G01.03.01

Disturbo antropico

Escursionismo con veicoli motorizzati da strada

I01

Specie e generi invasivi e/o problematici

Specie invasive allocotone

I02

Specie e generi invasivi e/o problematici

Specie autoctone problematiche

J02.05.02

Modificazione dei sistemi naturali

Modifica della struttura dei corsi d'acqua

J02.05.03

Modificazione dei sistemi naturali

Modifica dei corpi d'acqua ferma

J02.06

Modificazione dei sistemi naturali

Prelievo di acque superficiali

J02.07

Modificazione dei sistemi naturali

Prelievi di acque sotterranee

J02.10

Modificazione dei sistemi naturali

Gestione della vegetazione aquatica e delle sponde per il drenaggio

J03

Modificazione dei sistemi naturali

Introduzioni, reintroduzione e ripopolamenti per la pesca amatoriale

J03

Modificazione dei sistemi naturali

Abbandono di specie animali d'allevamento, d'affezione o ornamentali

M01.02

Cambiamenti climatici

Siccità e riduzione delle precipitazioni

 

Strategie di conservazione

La gestione di questa specie deve essere indirizzata alla tutela e riqualificazione delle raccolte d’acqua, anche piccole, presenti nelle aree collinari e di fondovalle. In particolare va posta attenzione agli eccessivi prelievi idrici ed alle immissione ittiche. In molti casi semplici accorgimenti costruttivi potrebbero rendere idonei siti attualmente non accessibili al Tritone e, vista la sua adattabilità, non è difficile creare ex novo ulteriori possibilità di insediamento in aree agricole ma anche in parchi e giardini.

 

 

 

Siti Natura 2000 in cui รจ segnalata

 

ZSC/SIC: