Gracchio corallino
Sistematica
Specie: Pyrrhocorax pyrrhocorax
Classe: Aves
Ordine: Passeriformes
Stato di conservazione
Lista Rossa UICN Italiana: NT
Lista Rossa UICN Europea: LC
Lista Rossa UICN Globale: LC
Stato delle conoscenze nelle Marche
Stato attuale delle conoscenze: Ottimo
Stato attuale di conservazione: Insufficiente
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Molto elevato
Distribuzione in periodo riproduttivo nelle Marche
Gracchio corallino
Il Gracchio corallino è un corvide di medie dimensioni facilmente riconoscibile per il piumaggio completamente nero ed il becco rosso; quest’ultimo è giallo nei giovani e può provocare confusioni con il congenere gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus). Nelle aree montane in cui è presente è facile osservare gruppi numerosi in volo sulle praterie o posati sul terreno dove cattura insetti ed altri invertebrati che costituiscono la parte principale della sua dieta. E’ tendenzialmente sedentario anche se in inverno può disperdersi intorno alle aree di riproduzione scendendo a quote meno elevate rispetto a quelle usate durante la fase riproduttiva.
Habitat
Nelle Marche è specie esclusivamente montana; nidifica su pareti rocciose in cui siano presenti cavità e sgrottamenti dove si insediano piccole colonie composte al massimo da alcune decine di coppie. Intorno ai siti di nidificazione debbono essere disponibili estese praterie sulle quali si alimenta. Durante la stagione invernale utilizza anche le aree coltivate purché non intensive e comunque sempre all’interno della fascia montana.
Distribuzione e consistenza nelle Marche
L’areale di distribuzione della specie nelle Marche è incentrato principalmente nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed in alcuni rilievi circostanti. Una piccola colonia isolata è presente sul Monte Catria mentre sul Monte Nerone e nella Gola del Furlo il gracchio corallino è osservato regolarmente anche durante la stagione estiva ma non si hanno conferme recenti della nidificazione. Alcune coppie sono presenti anche nel versante marchigiano dei Monti della Laga. Complessivamente la popolazione regionale può essere stimata in circa 150 – 200 coppie di cui almeno 3/4 nei Sibillini.
La specie nella Rete Natura 2000
La specie è segnalata in 27 siti (6 ZPS e 21 SIC) anche se in 4 di questi ultimi l’utilizzo è solo per l’attività trofica. Nel massiccio del Monte Nerone (1 ZPS e 1 SIC), dove è comunque presente, la riproduzione in tempi recenti non è stata confermata.
La rete Natura 2000 comprende sostanzialmente tutta la popolazione nidificante nella Marche.
Minacce e pressioni
La presenza del gracchio corallino, specie spiccatamente montana nelle Marche, dipende, oltre che dalla disponibilità di pareti rocciose in collocare il nido, dalla diffusione di praterie mesofile in cui la specie trova gli artropodi di cui si alimenta.
Per questa ragione la specie è quindi molto sensibile alle alterazioni del cotico erboso prodotte dal pascolo eccessivo o, come più spesso accade, dalla sua eccessiva riduzione che porta alla progressiva scomparsa delle praterie.
Localmente potrebbe incidere negativamente anche l’eccessiva pressione turistica sia nei siti di nidificazione che nelle aree di alimentazione.
A03.01 |
Agricoltura |
Sfalcio intenso o in intesificazione |
A03.03 |
Agricoltura |
Assenza di sfalcio |
A04.01 |
Agricoltura |
Pascolo intensivo di bovini |
A04.03 |
Agricoltura |
Assenza di pascolo |
A04 |
Agricoltura |
Sottoutilizzo dei pascoli |
E01 |
Urbanizzazione e espansioni insediative |
Aree urbane ed edifici residenziali |
E02 |
Urbanizzazione e espansioni insediative |
Aree commerciali o produttive |
G01.02 |
Disturbo antropico |
Escursionismo a piedi, cavallo e veicoli non motorizzati |
G01.03.02 |
Disturbo antropico |
Escursionismo con veicoli motorizzati da fuoristrada |
G01.04.01 |
Disturbo antropico |
Attività di arrampicata |
K02.01 |
Processi biotici e abiotici naturali (escluse catastrofi) |
Cambiamento nella composizione specifica (successione) |
Strategie di conservazione
La conservazione del gracchio corallino dipende sostanzialmente dalla permanenza intorno ai siti di nidificazione di superfici adeguate di praterie, utilizzate per l’alimentazione. Questa specie è particolarmente legata a quelle mesofile con suolo profondo ed è decisamente favorita dalla permanenza del pascolo ovino. La strategia di gestione da adottare è quindi fortemente indirizzata verso il sostegno alle attività zootecniche non intensive nelle aree montane. Queste azioni vanno accompagnate con una regolamentazione delle attività di fruizione sia delle aree di alimentazione che dei siti di nidificazione.
Siti Natura 2000 in cui è segnalata
ZPS:
ZSC/SIC: