Lucanus cervus
Sistematica
Specie: Lucanus cervus
Classe: Insecta
Ordine: Coleoptera
Stato di conservazione
Lista Rossa Italiana: LC
Lista Rossa UICN Europea: NT
Lista Rossa UICN Globale: NE
Stato delle conoscenze nelle Marche
Stato attuale delle conoscenze: Insufficiente
Stato attuale di conservazione: Non definibile
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Non definibile
Distribuzione nelle Marche
Lucanus cervus
Il Lucanus cervus è un coleottero di grandi dimensioni caratterizzata da mandibole molto sviluppate che nel maschio assumono una struttura che ricorda le corna di un cervo. E’ una specie saproxilofaga e le larve si nutrono quindi di legno in decomposizione scavando lunghe gallerie negli alberi maturi. La fase larvale dura da 3 a 5 anni mentre gli adulti, osservabili in estate vivono solo alcuni mesi. L’identificazione della specie può creare difficoltà per la possibile confusione degli esemplari di dimensioni minori con il congenere Lucanus tetrodon.
Habitat
La necessità di reperire legno morto per lo sviluppo delle larve rende questa specie dipendente dalla disponibilità di alberi maturi e malati. Può utilizzate varie specie di latifoglie (quercia, faggio, pioppo, ecc.) sia all’interno dei complessi forestali che in piccoli boschi, parchi, giardini e filari, anche in contesti urbani o rurali.
Distribuzione e consistenza nelle Marche
La specie, sulla base dei dati disponibili, che in alcuni casi potrebbero scontare errori di attribuzione per la possibile confusione con Lucanus tetrodon, sembra ampiamente distribuita in tutto il territorio regionale. Mancano tuttavia informazioni più dettagliate in grado di permettere la definizione puntuale del suo status.
La specie nella Rete Natura 2000
La specie è tra gli invertebrati più diffusi nella rete essendo segnalato in 19 siti distribuiti omogeneamente nella regione. La sua ampia diffusione nelle aree collinari fa si che solo una parte modesta della popolazione sia tuttavia compresa in Natura 2000.
Minacce e pressioni
Le minacce per questa specie vengono soprattutto da quelle attività che riducono la disponibilità di alberi di grandi dimensioni. In questo novero rientra ad esempio il governo a ceduo del bosco, ampiamente diffuso nelle Marche, o le operazioni di manutenzione di parchi e giardini.
Nelle aree rurali sono fattori di pressione importanti l’utilizzo di pesticidi e gli interventi di riordino fondiario che prevedono la rimozione delle essenze arboree.
A02.01 |
Agricoltura |
Intensificazione delle pratiche agrarie |
A07 |
Agricoltura |
Uso di biocidi, ormoni e altri prodotti chimici |
B02.02 |
Selvicoltura |
Taglio a raso e rimozione di tutti gli alberi |
B02.04 |
Selvicoltura |
Rimozione degli alberi morti o morenti |
B07 |
Selvicoltura |
Ceduazione |
G05.04 |
Disturbo antropico |
Vandalismo |
G05.06 |
Disturbo antropico |
Potature e rimozioni di alberi per incolumità pubblica |
G05.07 |
Disturbo antropico |
Misure di conservazione mancanti o sbagliate |
J01.01 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Incendi di origine antropica |
M01 |
Cambiamenti climatici |
Cambiamenti nelle condizioni abiotiche |
Strategie di conservazione
La strategia di gestione del cervo volante è sostanzialmente la medesima delineata per il cerambicide della quercia e si muove su tre linee principali. La prima punta alla riqualificazione delle aree forestali promuovendo forme di gestione che favoriscano la presenza di alberi maturi; la seconda si rivolge alle aree rurali nelle quali, oltre ad una riduzione dell’utilizzo di biocidi, è indispensabile salvaguardare i grandi esemplari arborei anche prevedendo azioni in grado di compensarne, nel tempo, l’inevitabile perdita. La terza riguarda le aree urbane ed in particolare il patrimonio verde presente in parchi e giardini ma non solo; qui la criticità da affrontare è legata sia alla manutenzione che deve garantire e favorire, la salvaguardia e la tutela degli alberi maturi che la realizzazione di eventuali rimboschimenti con con specie autocotone.
Siti Natura 2000 in cui รจ segnalata
ZSC/SIC: