Specie

Cerambyx cerdo

Sistematica

Specie: Cerambyx cerdo
Classe: Insecta
Ordine: Coleoptera

Stato di conservazione

Lista Rossa Italiana: LC

Lista Rossa UICN Europea: NT

Lista Rossa UICN Globale: VU

Stato delle conoscenze nelle Marche

Stato attuale delle conoscenze: Insufficiente
Stato attuale di conservazione: Non definibile
Il Ruolo della Rete Natura 2000:
Non definibile

Distribuzione nelle Marche

Cerambyx cerdo

Il Cerambyx cerdo della quercia è tra i più grossi coleotteri europei; le lunghe antenne ricurve e il dorso nero intenso sono caratteri molto evidenti che tuttavia, essendo condivisi da altre specie dello stesso genere, possono provocare errori di identificazione. Durante la fase larvale, che dura 3 anni, si nutre di legno morto scavando profonde gallerie nel tronco degli alberi; gli adulti sono osservabili principalmente in estate e sopravvivono il tempo necessario alla riproduzione.

 

 

Habitat

Questo coleottero saproxilofago, che si nutre cioè di legno morto, è una specie estremamente selettiva che può insediarsi esclusivamente in aree in cui siano presenti esemplari di quercia di grandi dimensioni e soprattutto malati. Solo qui infatti le larve riescono a svilupparsi sino a maturità. Queste condizioni ambientali possono essere trovate, oltre che nei boschi, anche in parchi, giardini e filari alberati sia in aree urbane che rurali.

 

Distribuzione e consistenza nelle Marche

La definizione della distribuzione della specie nelle Marche non è mai stata fatta in modo organico ma piuttosto attraverso la raccolta non sistematica di segnalazioni provenienti da fonti diverse. Considerando il rischio di errata attribuzione, per la somiglianza con altre specie del genere Cerambix, esiste la concreta possibilità che quella che attualmente appare come situazione di presenza diffusa, almeno in tutta la fascia collinare, in realtà sia un quadro ottimistico.

 

La specie nella Rete Natura 2000

La specie, sempre con le riserve su possibili errori di determinazione di cui si è detto, risulta piuttosto diffusa nella rete Natura 2000 essendo segnalata in 26 siti. La carenza di informazioni attendibili rende difficile determinare il ruolo della rete per la sua conservazione.

 

Minacce e pressioni

La necessità per le larve di grandi alberi maturi rende questa specie particolarmente sensibile alla gestione forestale. Le forme di sfruttamento del bosco che tendono ad eliminare gli esemplari di grandi dimensioni o quelli morti, come ad esempio il governo a ceduo, sono la principale minaccia per quella parte di popolazione insediata nelle aree forestali.
Per quella che invece utilizza parchi, giardini e filari in contesti rurali, le minacce derivano dagli interventi di manutenzione mal condotti, dalla rimozione degli elementi naturali frammisti ai campi e dall’utilizzo di pesticidi.

 

A02.01

Agricoltura

Intensificazione delle pratiche agrarie

A07

Agricoltura

Uso di biocidi, ormoni e altri prodotti chimici

B02.02

Selvicoltura

Taglio a raso e rimozione di tutti gli alberi

B02.04

Selvicoltura

Rimozione degli alberi morti o morenti

B07

Selvicoltura

Ceduazione

G05.04

Disturbo antropico

Vandalismo

G05.06

Disturbo antropico

Potature e rimozioni di alberi per incolumità pubblica

G05.07

Disturbo antropico

Misure di conservazione mancanti o sbagliate

J01.01

Modificazione dei sistemi naturali

Incendi di origine antropica

M01

Cambiamenti climatici

Cambiamenti nelle condizioni abiotiche

 

Strategie di conservazione

La gestione di questa specie deve basarsi su tre differenti linee strategiche  tutte finalizzate al miglioramento degli habitat in cui la specie si insedia. La prima ha come obiettivo l’incremento della dotazione in alberi maturi delle aree boscate del piano collinare; la leva su cui agire è quindi la promozione di forme selvicolturali più sostenibili. La seconda è indirizzata alla riqualificazione dell’ambiente rurale e ha come priorità l’aumento del numero di alberi vetusti, peraltro tipici del paesaggio marchigiano, non solo attraverso la tutela degli esemplari esistenti ma anche promuovendo la messa a dimora di nuovi esemplari che nel futuro potranno sostituirli. Questa linea strategica andrebbe accompagnata con azioni rivolte alla riduzione dell’utilizzo di pesticidi. La terza coinvolge le aree urbane ed in particolare parchi e giardini, all’interno dei quali risulta necessario indirizzare la manutenzione del verde verso forme che preservino la disponibilità di legno morto; sarebbe in ogni caso necessario che per qualsiasi  nuovapiantumazione venissero utilizzate specie autoctone tra cui le querce che costituiscono un elemento caratterizzante la realtà degli ambienti di pianura e collinari marchigiani. 

 

 

 

Siti Natura 2000 in cui รจ segnalata

 

ZSC/SIC: