venerdì 18 giugno 2021  17:46 

La prima mostra del “cratere” è stata allestita a Camerino e apre nuove prospettive d’arte sul Centro Italia. Sarà inaugurata, infatti, il prossimo 25 giugno, fino al 19 settembre,  a Palazzo Castelli, nella città ducale, “Camerino fuori le mura: prospettive d’arte dal Quattrocento al Settecento”, promossa e sostenuta dalla Regione Marche e dal Comune di Camerino. Una mostra che vuole valorizzare le opere d’arte recuperate nel territorio camerte e salvate dal sisma, provenienti da chiese e musei inagibili. Alcune di esse tornano in esposizione per il pubblico per la prima volta da quella triste data, altre dopo il restauro, per altre si tratta di riviverle attraverso le nuove tecnologie. L’obiettivo è quindi riappropriarsi di un patrimonio straordinario mai dimenticato, una mostra che diventerà ambasciatrice del patrimonio culturale di Camerino e del suo territorio. 

È stata presentata questa mattina a Palazzo Raffaello ad Ancona alla presenza dell’assessore regionale alla cultura Giorgia Latini, del sindaco di Camerino Sandro Sborgia, dell’assessore alla cultura di Camerino Giovanna Sartori, del Rettore Unicam Claudio Pettinari e dell’Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino, Mons. Francesco Massara. 

 “E’ una mostra simbolo – ha sottolineato l’assessore regionale Giorgia Latini – per diversi motivi: per il grande lavoro di squadra e l’ottima collaborazione istituzionale tra tutti i soggetti interessati e che voglio ringraziare, per l'amore verso il patrimonio culturale, volto a renderlo condivisibile a quante più persone e perché si tratta di una vera ripartenza di questo territorio ferito, che ha sempre dimostrato di sapersi rialzare dalle difficoltà, come sanno fare i marchigiani. Con questa mostra evento diamo un segnale forte di speranza proseguendo un più ampio percorso di valorizzazione delle opere d’arte di cui le Marche sono ricche. Il nostro obiettivo è quello del rilancio economico attraverso la cultura, volano imprescindibile per la crescita dei territori.”             

L’esposizione prenderà vita in uno dei palazzi storici della città, grazie alla preziosa collaborazione dell’Università di Camerino il cui Rettore, Claudio Pettinari, è anche membro del Comitato scientifico. Si tratta di una mostra-evento di cui il visitatore, come un novello Indiana Jones, personaggio protagonista del video promozionale proiettato in apertura della conferenza stampa, è parte importante, potendo passeggiare tra la Pala d’ altare del Tiepolo, per scoprire ogni minimo dettaglio - grazie all’utilizzo di Haltadefinizione (un nuovo modo di vedere l’arte in gigapixel) - dell’opera che è l’unica testimonianza del pittore veneto nell’Italia centrale. In esposizione anche il ritratto del Dosso Dossi di Giulia Da Varano l’ultima duchessa di Camerino, l’Annunciazione, il manifesto più sorprendente del Quattrocento marchigiano, di Giovanni Angelo d’Antonio interprete, per molti precursore, della pittura colta e raffinata di Piero della Francesca, per arrivare al busto bronzeo del Bernini. Il costo complessivo del progetto è di 90 mila euro di cui  80mila stanziati dalla Regione Marche e  10 mila quale compartecipazione finanziaria del Comune di Camerino.

“Camerino non dimentica le sue origini – ha detto il sindaco Sandro Sborgia - è una città per vocazione d’arte e di cultura e proprio quest’ultima desideriamo che sia il motore della ripartenza, di un rilancio economico e sociale del nostro territorio ferito dal sisma e poi alle prese col Covid. Partiamo dal Rinascimento, tra i periodi esplorati nella mostra, per arrivare a una rinascita che deve passare indubbiamente da tanti fattori e settori e la cultura per noi è uno dei principali su cui puntare attraverso le comunità, i territori, le tecnologie”. Un lungo lavoro, seguito in ogni passo dall’assessore alla cultura Giovanna Sartori: “Con la mostra abbiamo voluto esporre qualcosa di mai fatto prima: il visitatore è catturato letteralmente dai fasti che per noi hanno il forte valore simbolico di rinascita.  Sono prospettive d’arte che vedono al centro l’identità camerte, ma che si proiettano a una prospettiva molto più ampia – “Fuori le mura “ appunto - e che, per questa terra ferita dal sisma, vogliono anche rappresentare un nuovo inizio ripartendo da uno spazio storico che diventa altro, un'istallazione che vince il connubio tra antico e contemporaneo. Camerino manifesta così la volontà di ripartire dall’arte e dalla cultura e il fatto che si faccia promotore della prima mostra del cratere è metafora di rinascita vera e collettiva”.

Abbiamo tutti negli occhi quel tragico novembre del 2016ha  detto il Rettore Claudio Pettinari - quando quelle stesse opere salvate dalla Soprintendenza, da Legambiente, lasciavano la nostra città , ferite e a bordo di camion. Nell’animo il dolore e la preoccupazione di non poterle forse più rivedere. E invece siamo qua oggi a festeggiare questo ritorno allo splendore per una mostra tanto attesa, ben cinque anni .  La bellezza e l’importanza di queste opere d’arte stanno a dimostrare la prestigiosa tradizione storica di Camerino e l’Ateneo è pronto a proseguire insieme alle istituzioni questo cammino di valorizzazione dei beni culturali sia del territorio camerte che della regione, supportando le azioni con le nostre competenze , la ricerca e lo studio applicati alla promozione e tutela dei beni culturali, attraverso l’architettura, l’informatica, la chimica e la comunicazione  digitale. 

La novità scientifica è costituita dal fatto che le opere sono state oggetto di indagini diagnostiche curate dallo spin off di Unicam Art & Co srl e di valorizzazione attraverso una digitalizzazione eseguita dall'azienda Haltadefinizione i cui risultati saranno a disposizione del pubblico attraverso appositi strumenti multimediali. Non c’è un unico curatore della mostra ma è stato un lavoro collegiale di un Comitato scientifico composto da: prof. Pier Luigi Falaschi, dott.ssa Marina Massa, dott.ssa Barbara Mastrocola, prof. Claudio Pettinari, rettore di Unicam, dott. Matteo Mazzalupi,  prof. Francesco Orsolini, prof.ssa Alessandra Pattanaro. Sono state selezionate le opere più rappresentative, importanti e di pregio presenti nella città di Camerino e nel suo territorio, dando il necessario risalto all'opera del Dosso Dossi (restaurata di recente e mai esposta), alla pala d'altare del Tiepolo e all'Annunciazione di Giovanni Angelo d'Antonio.

“Sarà l’occasione per confermare che insieme si può lavorare bene avendo obiettivi comuni – ha affermato l’Arcivescovo Massara – da Camerino parte un messaggio di speranza che andrà non solo fuori ma “oltre le mura”, diventando una salotto della Bellezza a livello nazionale. Riscoprire questi tesori farà bene all’economia del territorio oltre che al godimento dell’anima come l’Arte può rappresentare. Insomma questa mostra realizza un sogno che contribuisce anche ad uscire dai campanilismi sterili.”

La mostra, come evento espositivo di rilevo dell’estate camerte, rappresenta anche un’insostituibile opportunità per approfondire la cultura, la storia e l’arte del territorio insieme al nuovo Polo museale “Venanzina Pennesi”.

 

Un po’ di storia:

Dopo gli eventi sismici del 2016, il Comune si è adoperato con tenacia per la salvaguardia del patrimonio artistico e la maggior parte delle opere di sua proprietà, grazie anche alla disponibilità ottenuta dall' Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, è stata trasferita e ricoverata nei locali seminterrati dell'Episcopio, nel deposito Venanzina Pennesi di Camerino e nel Palazzo vescovile di San Severino Marche. Grazie alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio delle Marche, si è provveduto a progettare diversi sistemi di attrezzature, vetrine e rastrelliere, a catalogare, fotografare e mettere in sicurezza i beni danneggiati. 

Nuovo Polo museale “Venanzina Pennesi”

Dal 28 maggio u.s. è stato inaugurato un nuovo allestimento che ha trasformato quello che era un deposito in un vero e proprio salotto in cui ospitare una parte delle opere delle collezioni civiche e diocesane (n. 35) salvate dal sisma del 2016 tra cui “La Madonna” di Giovanni Boccati, “La conversione di San Paolo” del Baciccio, le sculture contemporanee di Bartoccini.

L’intervento è stato realizzato con il contributo della Regione Marche (€ 19.500,00) e la compartecipazione del Comune di Camerino (€  5.500,00) tramite un bando a sportello per sostenere i musei danneggiati dal sisma al fine di restituire le opere alla collettività, migliorare i servizi, la promozione e la gestione.

Restauro dell’opera “Giulia Da Varano” di Dosso Dossi

Si tratta della tela raffigurante “Giulia Da Varano bambina” seduta su un cuscino di broccato rosso ed immersa in un paesaggio con veduta di città. Dopo una campagna di indagini diagnostiche preliminari all’intervento stesso e un adeguato corredo fotografico che ha documentato le varie fasi del restauro, è stata restituita piena leggibilità a questa opera attribuita a Dosso Dossi e databile intorno al 1524. Il dipinto, acquisito dal Comune nel 1860, trafugato nel 1980 era stato recuperato nel 2019 dal Nucleo Tutela dei Carabinieri