Un investimento di 15,7 milioni di euro, capace di assicurare 56 nuovi occupati (di cui 26 laureati) in un triennio e altri 410 nell’indotto, puntando sulla sostenibilità della produzione vitivinicola e sulla competitività internazionale delle aziende coinvolte. Sono gli obiettivi del progetto “Nuove tecnologie per il Food &Wine del Made in Italy”, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico e dalla Regione Marche rispettivamente con 5,3 milioni e con 473 mila euro. Le aziende e le istituzioni del territorio coinvolte vedono come società capofila la cooperativa agricola “Terre Cortesi Moncaro” e la partecipazione delle aziende Apra Spa di Jesi, Prodotti alimentari Brunori S.r.l. di Montemaggiore al Metauro e l’Università Politecnica delle Marche.
“Insieme alla Regione daranno vita a un importante programma di investimento in ricerca e sviluppo per migliorare la qualità e la sicurezza del nostro sistema agroalimentare – commenta il vice presidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura – Verranno introdotte nuove soluzioni tecnologiche nel settore dell’agricoltura di precisione e sviluppati sistemi avanzati di produzione. Parliamo di processi che ricadono nell’ottica di Industria 4.0 e che prevedono l’utilizzo di tecnologie ad alta intensità di conoscenza. La strategia su cui stiamo lavorando, per l’agricoltura marchigiana, è la capacità di strutturare le aziende, sia dal punto di vista produttivo che finanziario, al fine di renderle forti e penetranti sui mercati. Il principio vale anche nel Biologico, dove rappresentiamo la prima regione d’Europa: occorre essere uniti per diventare forti; per questo motivo perseguiamo con tenacia la creazione del Distretto Unico del Biologico: valorizzare le peculiarità dei singoli, piccoli o grandi che siano, per ottenere la massa critica capace di affermarsi nel mondo. Il tema finanziario è altrettanto dirimente perché le nostre aziende soffrono di una fragilità intrinseca. Su questo abbiamo richiesto un’attenzione particolare da parte di Cassa Depositi e Prestiti e proprio ieri, in occasione dell’inaugurazione della sede CDP di Ancona, l’amministratore delegato Fabrizio Palermo ci ha confermato l’apertura di una importante linea di credito per far crescere e rafforzare il settore agricolo”.
La sostenibilità è un tema che, “più che essere enunciato, va perseguito con azioni concrete applicate quotidianamente in tutta la filiera produttiva, dal vigneto alla produzione e al consumo - commenta Doriano Marchetti, presidente di Moncaro - I consumatori devono avere certezza su cosa mettono a tavola. Moncaro da sempre ha cercato di migliorare sia il prodotto che il processo produttivo, attraverso una costante ricerca e sperimentazione finalizzata al rispetto dell'ambiente e di chi vi lavora. Con questo progetto intendiamo esaltare le eccellenze dei nostri territori meravigliosi, caratterizzando ancora di più i nostri vini con un’impronta green”.
Il programma verrà realizzato, da Moncaro, nelle sedi di Montecarotto, Acquaviva Picena e Camerano. Apra spa coinvolgerà quella di Jesi, mentre Prodotti alimentari Brunori quelle di Montemaggiore al Metauro e Cartoceto. Si prevede lo sviluppo di una linea pilota per la produzione vitivinicola dove verranno sperimentati processi innovativi flessibili, intelligenti e integrati per incrementare l’efficienza produttiva. Si punterà sull’introduzione di un registro digitatale (blockchain) per la tracciabilità dei prodotti e una maggiore protezione da frodi, nonché su tecnologie 4.0 per la riduzione degli scarti e il riutilizzo delle materie prime, in un’ottica di economia circolare. L’investimento principale previsto, per oltre 7 milioni di euro, sarà realizzato da Terre Cortesi Moncaro. Riguarderà l’innovazione 4.0 del processo produttivo vitivinicolo, con l’inserimento di tecnologie sviluppate insieme ad Apra spa per altri 5,8 milioni. Alimentari Brunori impiegherà 1,4 milioni per l’applicazione delle tecnologie intelligenti nella produzione dei propri alimenti. La Politecnica delle Marche compartecipa al progetto con un investimento di 1,4 milioni per lo studio di nuove tecnologie di gestione del vigneto, tra loro interconnesse e capaci di limitare l’impatto ambientale.
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