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venerdì 1 ottobre 2021  04:54 

“Un risultato impensabile fino a pochi mesi fa!” Così il vicepresidente della Regione, Mirco Carloni, ha definito, oggi in conferenza stampa al Centro Ittiogenico Troticoltura del Catria di Cantiano, l’autorizzazione del Ministero della Transizione Ecologica al progetto pilota che -  prima volta in Italia – prevede l’immissione delle trote Iridee sterili nei corsi d’acqua dolce della regione Marche.

Una grande novità nel panorama nazionale, nel rispetto di quanto definito dalle norme nazionali e dell’U.E. La Regione Marche, infatti,  è l'unica in Italia che rilascerà le trote e prolungherà il calendario di pesca alla trota iridea per tutelare gli ecosistemi e dare un impulso positivo all’intero settore della pesca sportiva ed agonistica.

Carloni ha voluto ringraziare la struttura tecnica della Regione per il forte impegno a raggiungere il risultato, gli Enti, gli esperti e gli organismi per la collaborazione “perché è stato un percorso difficile e lungo, costellato di richieste e pareri a tutti gli organi competenti.

Finora- ha proseguito - c’era il divieto assoluto di immettere esemplari di trota non autoctone, mentre adesso stiamo pensando addirittura di organizzare a breve un Campionato nazionale di Pesca sportiva alla Trota.

Siamo oggi in questo Centro Ittiogenico perché da qui verrà coltivata la trota da rilasciare sui fiumi marchigiani. Con questo progetto pilota, che farà da modello per le altre regioni, soddisfiamo molteplici valori: la protezione ambientale e delle specie autoctone e il rispetto dell’habitat, le esigenze dei pescatori, l’economia dei territori e delle aree interne anche in chiave turistica. E’ una realizzazione di cui siamo davvero soddisfatti e su cui crediamo molto perché ha saputo tenere insieme esigenze ambientali ed economiche, i diritti dei pescatori sportivi e le giuste aspettative delle aziende che fanno attività in questo settore“.       

L’autorizzazione ministeriale ha, quindi, una duplice valenza a carattere conservazionistico e sociale, dimostrando nei fatti come sia possibile la coesistenza della conservazione del patrimonio naturalistico e lo svolgimento delle attività sportive.

Il “via libera” permetterà all’amministrazione, ha aggiunto Carloni “di alimentare ulteriormente l’impegno a favore dell’entroterra in quanto le attività di pesca sportiva sono un importante volano economico per un territorio già in difficoltà per gli eventi sismici ed ora ulteriormente penalizzato a seguito dalla pandemia”.

Obiettivo innovativo e ambito, in un periodo di restrizioni legate al Covid, che è stato possibile grazie al lavoro di squadra, coordinato dal vicepresidente Carloni, con figure di riferimento nel panorama della gestione e tutela ambientale: dall’ARPAM, al Sistema Nazionale Protezione Ambiente, all’Istituto Superiore Protezione Ambiente, al Ministero della Transizione Ecologica e tutte le Associazioni Piscatorie Regionali e infine le competenze messe a disposizione dalle  Università, la Politecnica delle Marche, di Camerino e di Perugia.

Il progetto di conservazione delle trote mediterranee coinvolge tutti i bacini regionali: Foglia, Metauro, Bosso e Burano, Cinisco, Cesano, Esino, Potenza, Chienti, Tenna, Aso, Nera e Tronto.