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lunedì 22 marzo 2021  11:07 

Le mostre previste nel 2020 per celebrare Raffaello scontano gli effetti della pandemia nelle Marche. Il calendario espositivo approntato nella regione per il cinquecentenario della morte ha dovuto ricalibrarsi. Più fattori hanno inciso nelle decisioni: dalle difficoltà di ricevere prestiti dall’estero già concordati al timore fondato di aver pochi visitatori, senza trascurare l’incertezza del quadro sanitario italiano e internazionale. In sintesi, vi diamo un panorama delle mostre raffaellesche marchigiane e umbre che hanno cambiato date.

A Urbino a giugno la Galleria Nazionale aveva programmato «Sul filo di Raffaello»: venti grandi arazzi tessuti da botteghe fiamminghe su cartoni del pittore o dei suoi allievi che dovevano affiancare i pezzi del museo stesso, con prestiti da musei come i Vaticani, il Mobilier National di Parigi, il Louvre, Fontainebleau. A cura di Anna Cerboni Baiardi e Nello Forti Grazzini, aprirà nella primavera del 2021.

A Jesi i Musei Civici di Palazzo Pianetti avevano fissato da giugno «Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e scienza nella costruzione del mito della Roma antica», sulle connessioni tra il pittore e l’influente umanista jesino nella città dei papi. Curata da Giorgio Mangani, Francesco Di Teodoro, Ingrid Rowland, Vincenzo Farinella e Paolo Clini, la mostra si svolgerà da marzo a settembre 2021.  A Loreto anche il Museo Pontificio della Santa Casa ha spostato alla primavera 2021 «La Madonna del velo o Madonna di Loreto»: focalizzata intorno a una replica di bottega di un dipinto raffaellesco disperso e curata da Fabrizio Biferali e Vito Punzi.