Specie

Barbo canino

Sistematica

Specie: Barbus caninus
(in Direttiva Barbus meridionalis)
Classe: Actinopterygii
Ordine: Cypriniformes

Stato di conservazione

Lista Rossa Italiana: EN

Lista Rossa UICN Europea: EN

Lista Rossa UICN Globale: EN

Stato delle conoscenze nelle Marche

Stato attuale delle conoscenze: Sufficiente
Stato attuale di conservazione: Vulnerabile
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Molto basso

Distribuzione nelle Marche

Barbo canino

Il Barbo canino è un ciprinide di modeste dimensioni, raramente supera la lunghezza di 25 cm, dalla caratteristica livrea con macchie e puntini neri diffusi su tutto il corpo. È gregario e si nutre di piccoli invertebrati che cattura capovolgendo con il muso i piccoli ciottoli del fondo.

 

 

Habitat

Specie piuttosto selettiva, si incontra esclusivamente nel tratto medio alto dei corsi d’acqua dove la corrente è vivace e il fondo composto da ciottoli, ghiaia e massi. Le uova sono deposte su substrato ghiaioso che quindi è un elemento essenziale per il suo insediamento.

 

Distribuzione e consistenza nelle Marche

Dai dati della Carta Ittica regionale la specie risulta presente, con densità molto basse, esclusivamente nel bacino dei fiumi Tesino e Tronto in provincia di Ascoli Piceno. A ciò va aggiunta una segnalazione in quello del Metauro derivante dall’”Aggiornamento dei quadri conoscitivi relativi alla fauna presente nei siti della Rete Natura 2000” (Agrotec - Studio Helix Associati, 2007).
La presenza della specie nelle Marche presenta molto problemi perché non è certo il limite meridionale naturale della sua distribuzione che attualmente viene posto sul Marecchia, quindi a nord della regione. Se così fosse la popolazione marchigiana, soprattutto per la componente più meridionale, dovrebbe essere considerata alloctona, frutto di immissioni antropiche. La questione merita comunque approfondimenti ad hoc per giungere ad una risposta definitiva.

 

La specie nella Rete Natura 2000

La specie è segnalata in tre siti tra il bacino del Foglia e quello del Metauro. La rete Natura 2000, pur con tutte i dubbi sulla sua autoctonia nelle Marche, comprende una porzione molto scarsa della popolazione regionale.

 

 

Minacce e pressioni

Le principali pressioni che minacciano questa specie nelle Marche sono raggruppabili in due categorie. La prima ha a che fare con l’alterazione dell’habitat e comprende in particolare gli interventi di gestione e manutenzione idraulica dei corsi d’acqua, la riduzione delle portate per i prelievi idrici e l’inquinamento da fonti puntuali e superficiali.
La seconda agisce attraverso la frammentazione delle popolazioni provocata dalla diffusione delle opere trasversali (briglie, traverse, ecc.) che impediscono il libero movimento degli individui lungo i corsi d’acqua.

 

A07

Agricoltura

Uso di biocidi, ormoni e altri prodotti chimici

A08

Agricoltura

Fetilizzazione

B02.02

Selvicoltura

Taglio a raso e rimozione di tutti gli alberi

D02

Infrastrutture per il trasporto e per le utilities

Impianti di trattamento delle acque

E01

Urbanizzazione e espansioni insediative

Aree urbane ed edifici residenziali

E02

Urbanizzazione e espansioni insediative

Aree commerciali o produttive

E03

Urbanizzazione e espansioni insediative

Discariche

F01.01

Uso di risorse biologico (esclusa agricoltura e selvicoltura)

Allevamenti ittici intensivi o in intensificazione

J02.03

Modificazione dei sistemi naturali

Canalizzazione e derivazioni idrauliche

J02.05.02

Modificazione dei sistemi naturali

Modifica della struttura dei corsi d'acqua

J02.05.05

Modificazione dei sistemi naturali

Piccoli impianti idroelettrici

J02.06

Modificazione dei sistemi naturali

Prelievo di acque superficiali

J02.07

Modificazione dei sistemi naturali

Prelievi di acque sotterranee

J02.10

Modificazione dei sistemi naturali

Gestione della vegetazione aquatica e delle sponde per il drenaggio

J02.11

Modificazione dei sistemi naturali

Variazione del tasso di sedimentazione, sedimentazione

J02.12.02

Modificazione dei sistemi naturali

Dighe e difese da inondazione nelle acque interne

J02.12

Modificazione dei sistemi naturali

Barre, traverse ed altre opere idrauliche trasversali

J03

Modificazione dei sistemi naturali

Introduzioni, reintroduzione e ripopolamenti per la pesca amatoriale

M01.02

Cambiamenti climatici

Siccità e riduzione delle precipitazioni

 

Strategie di conservazione

La strategia di gestione di questa specie è sostanzialmente la medesima valida per quasi tutta l’ittiofauna regionale ed è riassumibile nei punti di seguito elencati. Vanno evitate le alterazione dell’alveo fluviale ed ove indispensabili, per ragioni di sicurezza idraulica, debbono interessare, contemporaneamente, tratti non troppo lunghi. La gestione della vegetazione ripariale non deve prevedere la sua completa eliminazione e i tagli debbono essere effettuati secondo un programma prestabilito che eviti nella stessa stagione l’intervento, per tratti lunghi, su entrambele sponde . Non debbono inoltre essere realizzate ulteriori opere trasversali che impediscano i movimenti della fauna ittica lungo il corso d’acqua ed anzi, quando possibile, dovrebbero essere eliminati gli sbarramenti esistenti o  effettuati interventi atti a garantire una loro “permeabilità” ai pesci. Da verificare altresì con attenzione i prelievi idrici controllando il rispetto del Minimo Deflusso Vitale. Infine debbono essere ridotte le immissioni inquinanti, sia da fonte puntuale che diffusa, Ed evitate nuove immissioni ittiche.

 

 

Siti Natura 2000 in cui รจ segnalata

 

ZSC/SIC: