Barbo italico
Sistematica
Specie: Barbus plebejus
Classe: Actinopterygii
Ordine: Cypriniformes
Stato di conservazione
Lista Rossa Italiana: VU
Lista Rossa UICN Europea: LC
Lista Rossa UICN Globale: LC
Stato delle conoscenze nelle Marche
Stato attuale delle conoscenze: Sufficiente
Stato attuale di conservazione: Sufficiente
Il Ruolo della Rete Natura 2000: Basso
Distribuzione nelle Marche
Barbo italico
Il Barbo italico è un pesce di dimensioni medio – grandi che raggiunge i 70 cm di lunghezza ed il peso di 4 kg. Deve il suo nome, come tutte le specie del genere Barbus, alla presenza di due coppie di barbigli sul muso. È gregario e vive generalmente sul fondo dove ricerca, per alimentarsi, insetti, crostacei ed altri invertebrati.
Habitat
Si incontra in tutti i tratti fluviali con acque ossigenate e corrente vivace. Il fondale deve essere, almeno parzialmente, ghiaioso poiché su questo substrato, tra maggio e giugno, depone le uova; importante è anche la presenza di buche profonde in cui i gruppi possono trovare rifugio.
Distribuzione e consistenza nelle Marche
La specie risulta ampiamente distribuita e spesso con densità significative in tutti i principali corsi d’acqua regionali dove frequenta soprattutto i tratti intermedi e terminali.
La specie nella Rete Natura 2000
La specie risulta presente in 15 siti Natura 2000. Vista la sua ampia diffusione in regione la rete riesce ad intercettare una frazione molto modesta della popolazione regionale.
Minacce e pressioni
La specie è minacciata soprattutto dall’alterazione dell’habitat dovuta agli interventi di gestione idraulica e dalla riduzione delle portate per i prelievi idrici eccessivi. Anche la presenza capillare di briglie e traverse che interrompe la continuità ecologica del corso d’acqua, costituisce un fattore di pressione significativo.
Un ulteriore minaccia viene dalla presenza, per ora solo in alcune aree della regione, del barbo europeo (Barbus barbus) specie alloctona con la quale il barbo italico entra in competizione.
A07 |
Agricoltura |
Uso di biocidi, ormoni e altri prodotti chimici |
A08 |
Agricoltura |
Fetilizzazione |
B02.02 |
Selvicoltura |
Taglio a raso e rimozione di tutti gli alberi |
D02 |
Infrastrutture per il trasporto e per le utilities |
Impianti di trattamento delle acque |
E01 |
Urbanizzazione e espansioni insediative |
Aree urbane ed edifici residenziali |
E02 |
Urbanizzazione e espansioni insediative |
Aree commerciali o produttive |
E03 |
Urbanizzazione e espansioni insediative |
Discariche |
F01.01 |
Uso di risorse biologico (esclusa agricoltura e selvicoltura) |
Allevamenti ittici intensivi o in intensificazione |
J02.03 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Canalizzazione e derivazioni idrauliche |
J02.05.02 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Modifica della struttura dei corsi d'acqua |
J02.05.05 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Piccoli impianti idroelettrici |
J02.06 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Prelievo di acque superficiali |
J02.07 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Prelievi di acque sotterranee |
J02.10 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Gestione della vegetazione aquatica e delle sponde per il drenaggio |
J02.11 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Variazione del tasso di sedimentazione, sedimentazione |
J02.12.02 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Dighe e difese da inondazione nelle acque interne |
J02.12 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Barre, traverse ed altre opere idrauliche trasversali |
J03 |
Modificazione dei sistemi naturali |
Introduzioni, reintroduzione e ripopolamenti per la pesca amatoriale |
M01.02 |
Cambiamenti climatici |
Siccità e riduzione delle precipitazioni |
Strategie di conservazione
La strategia di gestione di questa specie è sostanzialmente la medesima valida per quasi tutta l’ittiofauna regionale ed è riassumibile nei punti di seguito elencati. Vanno evitate le alterazione dell’alveo fluviale ed ove indispensabili, per ragioni di sicurezza idraulica, debbono interessare, contemporaneamente, tratti non troppo lunghi. La gestione della vegetazione ripariale non deve prevedere la sua completa eliminazione e i tagli debbono essere effettuati secondo un programma prestabilito che eviti nella stessa stagione l’intervento sulle due sponde e per tratti lunghi. Devono essere eliminate le immissioni ittiche. Non debbono essere realizzate ulteriori opere trasversali che impediscano i movimenti della fauna ittica lungo il corso d’acqua ed anzi quando possibile vanno eliminate le esistenti o sostituite con strutture “permeabili” ai pesci. Vanno verificati con attenzione i prelievi idrici controllando che sia rilasciato almeno il Deflusso Minimo Vitale. Debbono essere ridotte le immissioni inquinanti sia da fonte puntuale che diffusa.
Siti Natura 2000 in cui è segnalata
ZSC/SIC: