giovedì 8 giugno 2023  10:21 

La Chiesa di Sant'Andrea 

 

Prima degli anni ’50 trovava nella medesima frazione di Altino, in una posizione poco distante da quella attuale. Non a caso è citata nelle Rationes decimarum, nell’elenco delle chiese della diocesi di Fermo che nel 1290 e nel 1299 pagano le decime, vale a dire una tassa, alla sede apostolica: “Domnus Salvus cappellanus ecclesiae S. Andree di Montemonachi cum iuramento estimavit VII lib”.

Il territorio, infatti, è quello del comune di Montemonaco, nell’attuale provincia di Ascoli, dove sorge appunto la Chiesa di Sant’Andrea. Lesionata dal terremoto, è stata appena oggetto della concessione di un contributo di 270.563 euro da parte della Struttura Commissariale, dopo la proposta di approvazione del progetto presentata dall’Ufficio Speciale Ricostruzione in Conferenza permanente.

Dunque, da adesso il soggetto attuatore, vale a dire la Diocesi di San Benedetto del Tronto -Ripatransone - Montalto, può procedere ad espletare tutte le procedure utili all’affidamento dei lavori di riparazione post sisma.

Tra i danni riportati dalla chiesa, il distacco della facciata dalle pareti, il ribaltamento del timpano con lesioni a V e disgregazione della muratura, lesioni verticali o arcuate nelle pareti dell’abside, lesioni in corrispondenza di discontinuità nella muratura.

Una piccola chiesa per una piccola frazione di un piccolo comune di montagna: la ricostruzione passa anche e soprattutto da questi luoghi, da questi monumenti/presidi cui le comunità sono molto legate. Com’è giusto che sia. 

Tornando alle origini della chiesa di Altino, don Vincenzo Catani in una sua pubblicazione del 2001 parla della visita pastorale del vescovo apostolico Giovannio Battista Maremonti, avvenuta nel 1573. Eccone un passo: “La chiesa parrocchiale di S. Andrea nella contrada di Altino è sotto l’autorità dell’Ordinario: ha come rettore D. Marino Angrelli, di Ferrà: non risiede in parrocchia per mancanza di canonica e non si custodisce l’Eucaristia in chiesa, come nelle altre parrocchie del distretto; ha un introito annuale di quattro salme di grano, venti famiglie ma non conosce quanti si comunicano. È stato ordinato di costruire un fonte battesimale di pietra... si ripari il tetto nei posti più bisognosi, si completino le sepolture. Il pavimento sia mattonato, le pareti intonacate e imbiancate entro tre mesi e trascorso detto tempo ci si comporti come detto sopra... Entro tre mesi si provveda l’altare maggiore di palliotto di tela dipinta e di predella, ed entro sei mesi si abbellisca degnamente lo spazio attorno all’immagine della Vergine Maria. Entro sei mesi si fornisca l’altro altare di ogni suppellettile necessaria per la celebrazione della messa, altrimenti si demolisca”.