giovedì 9 febbraio 2023  15:53 

Il Municipio di Montegranaro 

 

Contributo rideterminato dall’Ufficio Speciale Ricostruzione in 2.794.500 euro. Prossimo step, la gara per l’affidamento dei lavori di adeguamento sismico.

Il Municipio di Montegranaro è l’edificio più importante della cittadina situata nell’entroterra fermano. Ubicato in Piazza Mazzini, il punto più alto del centro, fu edificato su progetto dell’architetto Virginio Bracci intorno al XVIII secolo.

Dopo i danni riportati a causa del terremoto, è in attesa di riparazione a margine dell’ulteriore stop dovuto all’aumento del costo delle materie prime. Fondamentale per ripartire, dunque, la rideterminazione del contributo a favore del soggetto attuatore (lo stesso Comune), per quello che si configura come un intervento molto articolato data anche la grandezza dell’edificio e la varietà delle sale interne.

Il progetto di ripristino nasce dall'esigenza di mettere in sicurezza l'immobile adeguandolo sismicamente e rendendolo adeguato in ogni suo piano alla funzione pubblica al quale è destinato. Il tutto attraverso una serie di interventi che ne consenta la riqualificazione interna generale, anche dal punto di vista architettonico ed impiantistico.

Tra questi, il consolidamento delle strutture murarie, il rinforzo della torre campanaria, la realizzazione di un nuovo muro portante in mattoni pieni e la ripresa delle numerose lesioni rilevate e delle porzioni di muratura “allentate” mediante tecnica cuci-scuci.

Curiosità: il fabbricato fu costruito nello stesso luogo in cui da tempi remotissimi esisteva il “Palazzo dei Priori” ed era senza dubbio di mole notevolmente inferiore rispetto al successivo.

Fu edificato più alto nella parte destra per consentire la realizzazione di un vano di maggiori dimensioni, con soffitto di circa 8 metri d’altezza, adatto a “pubbliche assemblee e divertimenti”. In realtà qualche anno dopo vi venne costruito un teatro intitolato al mitico uccello arabo “La Fenice”, 300 metri quadrati con un piccolo atrio che si apriva sulla platea mentre attraverso una porticina separata si aveva accesso al primo dei tre ordini di palchi e quindi, per strettissimi corridoi e scale, ai due ordini superiori.

Quella piccola ma splendida “bomboniera” di velluto rosso fu purtroppo smantellata negli anni cinquanta con lo scopo di ricavarne nuovi uffici. Ciò che oggi rimane della sala teatrale sono i due palchi di proscenio del secondo ordine, l’arco scenico con alcune decorazioni pittoriche fortemente compromesse ed il soffitto raffigurante le allegorie delle arti teatrali tra amorini e festoni di fiori.