lunedì 27 giugno 2022  14:18 

Mettere a punto uno strumento diagnostico per valutare i profili internazionali di attrattività della nostra regione. E’ questa la missione di due giorni della visita dei delegati OCSE nelle Marche, tra le quattro regioni italiane ( insieme a Liguria, Campania e Sicilia e altre 25 regioni di altri Paesi stranieri) individuata dallo stesso organismo europeo per un confronto su temi strategici su cui costruire una collaborazione costante finalizzata a ripensare i termini dell’attrattività regionale.

Ed è proprio ciò che si è augurato l’assessore regionale al Bilancio, Trasporti e Aree di crisi industriale, Guido Castelli introducendo il primo dei due dibattiti pubblici con gli stakeholders del territorio ( domani con il presidente Francesco Acquaroli sul tema del turismo sostenibile e con una visita al Porto di Ancona ): “ Queste due giornate di incontro con la delegazione OCSE – ha detto Castelli – sono molto importanti e rappresentano la prima fase di una serie di incontri con lo scopo di esporre criticità e prime soluzioni ipotizzate a livello regionale affinchè l’OCSE funga da agenzia di studi che dà supporto, sviluppa,  implementa e integra le nostre linee strategiche che stiamo mettendo a punto. A tale scopo l’incontro bilaterale con Claire Charbit, Direttrice dell’Unità Attrattività regionale e integrazione dei Migranti (RAMI), Marguerite Maramici, consulente esterna presso la stessa Unità  e Mattia Corbetta, analista politico al centro OCSE di Trento per lo sviluppo locale, è stato molto proficuo per consolidare e strutturare questa futura relazione. Poiché l’OCSE è anche molto attenta al tema della coesione sociale, abbiamo convenuto di puntare su tre assi principali per ripensare un’attrattività delle Marche: l’attrazione di investimenti esteri perché siamo ancora molto deboli su questo aspetto; la fuga dei cervelli, quindi come trattenere i talenti sul territorio e, legata anche a questo tema, la crisi demografica e terzo tema, il turismo e in particolare il turismo sostenibile.”     

L’obiettivo di fondo della visita è, appunto, di apprendere in prima persona le principali sfide e opportunità per l’attrattività e l’internazionalizzazione delle Marche, facendo riferimento in particolare alle crisi e alle evoluzioni recenti del contesto globale.

“Di fronte alle incertezze che circondano la globalizzazione nel contesto post-COVID- ha sottolineato Claire Charbit-  è opportuno considerare quelle politiche e strategie che mirano a rafforzare lo sviluppo inclusivo e sostenibile delle regioni. Non si tratta di rifiutare o promuovere una maggiore globalizzazione, ma di capire come rafforzare i vantaggi che essa presenta, limitando al contempo gli effetti negativi. Queste domande si inseriscono in un contesto caratterizzato da tendenze globali che colpiscono le regioni in modo asimmetrico: i cambiamenti climatici (e le minacce per la biodiversità), i cambiamenti tecnologici (digitalizzazione) e i cambiamenti demografici (soprattutto l'invecchiamento). Si tratta quindi di rispondere alle esigenze della popolazione e delle imprese, gestendo al contempo le grandi transizioni verso una resilienza a lungo termine.”

Nella prima tavola rotonda è stato affrontato il tema  dell’attrazione degli Investimenti Diretti dall’Estero (IDE) e la promozione delle esportazioni internazionali, con un’attenzione particolare alle infrastrutture (trasporti, logistica, banda larga e ultra-larga) e le strategie territoriali, come zone economiche speciali e reshoring ( rientro di aziende che avevano precedentemente delocalizzato in paesi esteri) . La giornata di confronto è proseguita nel pomeriggio in una seconda Tavola rotonda sull'attrazione e la ritenzione dei talenti, con un focus  particolare al brain drain e alla necessità di ri-attirare la diaspora, allo sviluppo delle competenze dei migranti e dei rifugiati, all’offerta internazionale di istruzione superiore e formazione professionale, e all’innovazione/R&S.