La chiusura della pesca al mosciolo selvatico che di solito avviene ad ottobre, per l’estate 2025 sarà anticipata al 15 agosto. Resta inoltre confermato il fermo totale per la pesca cosiddetta ricreativa. E’ la decisione condivisa questa mattina all’unanimità nel corso del tavolo indetto dall’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Maria Antonini insieme al sindaco di Ancona Daniele Silvetti, promotore già alcuni mesi fa di questi incontri, per un confronto diretto con tutti i soggetti coinvolti: associazioni pescatori, CNR, università. Capitaneria di porto e Slow Food. L’obiettivo comune è dare tempo alla natura di rigenerarsi e riorganizzare una gestione sostenibile con strumenti alternativi e aiuti economici per i pescatori. La Regione Marche infatti, da parte sua ha accantonato 310mila euro di risorse per poter ristorare i pescatori costretti ad interrompere prima le loro attività.
La soluzione è arrivata dopo un approfondito dibattito che ha affrontato le principali tematiche legate al settore. Il mosciolo selvatico di Portonovo, simbolo della biodiversità del Conero e Presidio Slow Food, sta affrontando infatti una fase critica. Negli ultimi anni, studi scientifici, osservazioni dei pescatori e analisi ambientali hanno confermato una significativa riduzione della popolazione naturale del mitilo lungo la costa tra Ancona e Sirolo. Le cause principali sono da attribuire al cambiamento climatico, all’aumento della temperatura del mare, alla mancanza di ricambio generazionale. Per contrastare questo trend negativo e salvaguardare un ecosistema unico, è in corso un programma articolato di interventi scientifici, amministrativi e ambientali, promosso dal Comune di Ancona, dalla Regione Marche, da associazioni come Slow Food, dall’Università Politecnica delle Marche, dall’ISPRA e dal Parco del Conero alla quale anche i pescatori stessi collaborano. Tra le soluzioni già in fase di sperimentazione finanziate sempre dalla Regione Marche con 310mila euro del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca - FEAMP 2014/ si segnalano:
• l’installazione di “casse nursery” sommerse, che fungono da habitat protetto per le larve di mosciolo e favoriscono il ripopolamento della specie.
• l’uso di boe galleggianti dotate di strutture per il reclutamento larvale, al fine di aumentare le superfici disponibili per l’attecchimento, riducendo la pressione sugli scogli naturali.
Si ricorda inoltre che all'inizio del 2025, la Consulta regionale della Pesca (Regione Marche) aveva posticipato l’apertura alla pesca del mosciolo dal 15 maggio al 1° luglio su raccomandazione dei pescatori locali e Slow Food, sempre per ragioni biologiche e per gestire meglio la risorsa.
Claudia Pasquini claudia.pasquini@regione.marche.it claudia.pasquini