La giunta regionale ha recepito l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano relativa al “Piano Oncologico nazionale: documento di pianificazione e indirizzo per la prevenzione e il contrasto del cancro 2023-2027” . Su tale intesa un decreto Ministeriale ha stanziato un apposito fondo integrativo al potenziamento della rete territoriale delle cure oncologiche, la cui ripartizione ha assegnato alla Regione Marche 267.588 mila euro per ogni annualità del quinquennio 2023-2027. Con lo stesso atto sono state approvate le linee strategiche prioritarie finalizzate al potenziamento della rete oncologica territoriale al fine di migliorare il processo di diagnosi precoce e garantire migliori e continuative cure al malato oncologico.
“La continuità assistenziale - ha sottolineato il vicepresidente e assessore alla Salute, Filippo Saltamartini - è quel processo in cui vengono individuati i bisogni dell’assistito al quale va garantita assistenza continuativa da un livello di cura ad un altro, sia esso domiciliare, ospedaliero o altro setting assistenziale. Vale a dire garantire la continuità ospedale-territorio; condividere il percorso di cura tra le equipe in maniera integrata per assicurare all’assistito e alla sua famiglia l’appropriatezza del percorso in tutte le fasi della malattia e le cure simultanee e precoci all’interno del sistema sanitario regionale.”
Per realizzare un’adeguata continuità assistenziale servono: qualificazione dell’assistenza domiciliare e territoriale, follow-up anche territoriale, la riabilitazione e il reinserimento sociale dell’assistito. Oltre, naturalmente, alla prevenzione e alla diagnosi precoce nella rete sanitaria e socio-sanitaria che deve essere strettamente integrata con quella socio-assistenziale per offrire un approccio organico ai bisogni del malato. Nell’ottica di potenziamento sarà significativo il ruolo delle AST, delle U.U.O.O. specifiche e delle Reti Locali delle Cure Palliative tra loro integrate, indispensabili nel percorso di accompagnamento dell’assistito e della sua famiglia, sia in fase di prevenzione primaria ed adesione ad eventuali screening sia nelle fasi di follow-up, riabilitazione, reinserimento sociale ed accompagnamento al fine vita.
Anche l’efficacia dei percorsi di screening, che hanno subito un rallentamento a causa della pandemia, sarà migliorata attraverso l’estensione a tutto il territorio regionale del percorso screening del tumore della cervice uterina mediante l’utilizzo del HPV-DNA Test per le donne dai 35 ai 64 anni (ogni 5 anni); progetti pilota di ampliamento della fascia d’età (da 50-69 a 45-69 anni) per il percorso screening del tumore della mammella e del tumore del colon-retto; l’estensione a tutto il territorio regionale dei programmi di screening dei tumori eredo-familiari della mammella e del colon-retto.
“Con il nuovo Piano Socio Sanitario – ha ricordato Saltamartini - è stato ridefinito il modello organizzativo e le modalità operative per la governance della Rete oncologica della Regione Marche per migliorare lo standard di cura per i pazienti oncologici, con l’obiettivo di aumentare la sopravvivenza dei pazienti e di ridurre la mobilità inter-regionale con la possibilità di accesso alle cure migliori da parte di tutti i pazienti indipendentemente dallo stato socio-economico o dalla residenza in zone colpite da eventi calamitosi.” La gestione della rete è affidata ai team multidisciplinari e multi-professionali delle Aziende del SSR che rappresentano tutte le realtà regionali ospedaliere e territoriali (es: oncologi, radioterapisti, anatomo-patologi, direttori di distretto, infermieri di comunità, etc.), inclusi i rappresentanti delle Associazioni dei malati, per la garanzia della continuità della presa in carico, della cura e dell’assistenza a 360° dell’assistito.
Anna D'Ettorre anna.dettorre@regione.marche.it anna.dettorre