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giovedì 27 aprile 2023  03:44 

Visuale di Montalto con la Cattedrale in evidenza 

 

Nacque Felice di Peretto da Montalto, ma è passato alla storia come Papa Sisto V, “er Papa tosto”. Così fu soprannominato durante i cinque anni di pontificato, dal 1585 al 1590. Nacque nel 1521 a Grottammare da una famiglia originaria proprio di Montalto delle Marche; fu quindi lui, nel 1589, a volere l’edificazione della Cattedrale di Santa Maria Assunta, che oggi è uno dei gioielli del piccolo comune piceno, ubicata in centro storico, nella piazza che porta il suo nome.

Si tratta di un grande progetto unitario che, nel corso dei secoli, venne sviluppato e arricchito grazie alle committenze di diversi vescovi e al contributo di artisti e architetti che si avvicendarono nel cantiere fino al XX secolo.

Dopo le scosse di terremoto del 2016/2017, la basilica ha però subito danni concentrati prevalentemente sulla porzione est del complesso, e che saranno oggetto di lavori di riparazione.

In tal senso, l’iter burocratico/amministrativo è arrivato ad un momento importante. L’Ufficio Speciale Ricostruzione, infatti, ha presentato la proposta di approvazione del progetto in Conferenza permanente. Quest’ultima ha dato il via libera alla concessione del contributo da 600.000 euro da parte della Struttura Commissariale.   

L’intervento prevede azioni sul livello che ospita la chiesa inferiore, su piano terra, piano mezzanino e primo piano, oltre al sottotetto della cattedrale. In programma c’è anche il restauro delle superfici architettoniche (superfici esterne, apparati decorativi e pittorici), che consiste in operazioni di carattere strettamente conservativo tese a preservare dal deperimento i materiali che costituiscono il manufatto, privilegiando, in prima istanza, il rispetto e il carattere originario delle strutture.

Insomma, l’obiettivo è di restituire piena funzionalità ad uno scrigno storico/architettonico di grande rilevanza.

Curiosità. Nella relazione dei lavori del 29 aprile 1589 Fabio Biondo, avendo ispezionato insieme al vescovo, al governatore e al capitano tutti i luoghi possibili per la nuova cattedrale, riferì che il più adatto era quello suggerito dal Papa stesso, ossia il luogo di San Giorgio che "sarà in vista verso il Regno et credo anco dall'altra parte della Marca": la cattedrale verrà così edificata tra il vecchio borgo e la nuova città.

Dato il via ai lavori, il riempimento delle fondamenta venne risolto con l'utilizzo "delle pietre vive che si cavano dal monte" spianato per ricavarvi l'area di edificazione e con il materiale della demolizione delle antiche Chiese di San Pietro e di Santa Maria ad Collem.