News

giovedì 5 gennaio 2023  01:57 

Una veduta di Camerino 

 

Sarà l’unico centro in Italia a compiere studi di tettonofisica. Ma, soprattutto, si occuperà di valutare la pericolosità in casi di terremoto, vulcani, frane e alluvioni, di prevenzione e riduzione del rischio sismico.

Nascerà a Camerino, una della città simbolo della distruzione portata dal sisma, il “Centro internazionale per la ricerca sulle scienze e tecniche della ricostruzione fisica, economica e sociale”.

Si tratta della prima struttura del genere a prendere vita nelle Marche, grazie ai 62 milioni di euro previsti dal Piano nazionale complementare sisma, che prevede la realizzazione di quattro centri di ricerca e alta formazione nei territori colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016, finanziati nell’ambito delle linee della macromisura B.

Il via libera definitivo è arrivato grazie alla firma delle convenzioni tra il commissario per la ricostruzione e il responsabile della struttura per la ricostruzione del sisma 2009, alla presenza dei rettori delle università capofila dei centri di ricerca.

Nelle Marche, dunque, è Camerino la location scelta per ospitare i sei laboratori d’avanguardia, con l’ateneo cittadino nelle vesti di capofila del progetto, che vede come partner, tra gli altri, anche l'Università Politecnica delle Marche e l'Università di Macerata.

Nel laboratorio dedicato alla sperimentazione sulle costruzioni, ci saranno due tavole vibranti per eseguire test sismici anche su strutture a scala reale. Una sezione, poi, si occuperà del monitoraggio dei fenomeni sismici, approfondendo lo studio dei precursori che in futuro potrebbero rendere possibile un'allerta anticipata delle scosse.

Un altro laboratorio svilupperà strumenti per l'elaborazione dati, di supporto alla progettazione, alla gestione e al monitoraggio della ricostruzione, per l'elaborazione di modelli matematici che aiutino a prevedere le condizioni nel tempo di edifici e infrastrutture e per gestire l'enorme mole di dati generata dagli esperimenti effettuati nel centro.

E poi, ancora, studi sulla caratterizzazione chimico-fisica avanzata dei materiali, con particolare riguardo alla durabilità degli stessi per il loro impiego nell'edilizia, e sugli aspetti sociali e di governance del post disastro. Nell’ultimo caso, è previsto un laboratorio umanistico multidisciplinare che si occuperà di come affrontare le sfide della ricostruzione connesse alla preparazione della popolazione e a come ricucire le ferite sociali, economiche e culturali generate dal trauma del terremoto.

Infine, il laboratorio per l'enforcement delle politiche di mitigazione e gestione dei disastri si occuperà di studiare le migliori politiche regolatorie, che sappiano mitigare gli effetti di una catastrofe (che sia un sisma, una guerra o una pandemia) sull'economia, sulle relazioni giuridiche e sulla sicurezza di persone e territori.

I laboratori nazionali del Gran Sasso, infine, ospiteranno un polo distaccato per le attività legate alle questioni geofisiche e di previsione dei fenomeni sismici, che si avvalgono di strumentazioni molto sensibili al rumore e quindi più efficienti in ambienti sotterranei.