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lunedì 19 dicembre 2022  01:53 

Taglio del nastro a Camerino 

 

Ospiterà oltre 130 studenti e soprattutto riporterà le voci dei ragazzi nei vicoli del centro. È stato inaugurato lunedì mattina a Camerino in via Bongiovanni 6, nel cuore della cittadina martoriata dal sisma 2016, il collegio per studenti “Next Generation”.

È il primo edificio di ricostruzione pesante, una porzione del Palazzo Arcivescovile, che viene restituito al centro storico, una struttura a servizio dell’Università e della comunità studentesca. Al taglio del nastro tra le tantissime autorità e i sindaci della zona presenti anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’arcivescovo Francesco Massara, il sottosegretario all’Università Augusta Montaruli, il senatore Guido Castelli, il commissario straordinario per la ricostruzione Giovanni Legnini, gli assessori regionali Filippo Saltamartini e Chiara Biondi, il vicepresidente del Consiglio regionale, Gianluca Pasqui, il sindaco di Camerino Roberto Lucarelli, il rettore Claudio Pettinari ed il direttore dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Marco Trovarelli.

«Oggi è una giornata molto importante per questa città con l'inaugurazione di un'opera molto significativa -sottolinea Acquaroli -. A sei anni dalla devastazione totale, rimettere in piedi un modello che possa essere di riferimento è già un grande risultato ed è la dimostrazione che la filiera istituzionale funziona. Restituiamo un luogo ai giovani e riattiviamo un circuito grazie all’aiuto di tutti».

«I risultati della ricostruzione cominciano a vedersi, e nel 2023 il frutto di tanto lavoro sarà calato finalmente in maniera significativa sui territori con l'avvio di tanti cantieri -continua Acquaroli-. La ricostruzione più importante però è quella delle prospettive per il futuro, con l'obiettivo di avere un territorio più attrattivo in grado di riportare le famiglie in loco e le imprese ad investire. In questi quattro anni la pandemia e la guerra e le rispettive conseguenze, a partire dal rincaro dei prezzi delle materie prime, non hanno certamente favorito la ricostruzione».

«È cambiato il mondo -conclude- e ritengo che dobbiamo interrogarci sul futuro di questo territorio ragionando in sinergia, in una aggregazione dove la competitività è data dall’eccellenza e dalla peculiarità, da quello che nessuno può rubarci e che possiamo offrire. Altrettanto importanti sono le infrastrutture, materiali e digitali, perchè per essere competitivi dobbiamo essere connessi e più facilmente raggiungibili. Gli aspetti della ricostruzione sono molteplici, e quindi è necessaria, a fianco a quella materiale, una progettazione economica e sociale per rilanciare concretamente questi territori».

A spiegare le caratteristiche dell’intervento di restyling del collgio, l’ingegner Carlo Morosi, coordinatore generale della progettazione: «È frutto di un progetto di ricostruzione condiviso con numerosi professionisti. I lavori di restauro sono stati eseguiti con 5 milioni di euro di finanziamento statale per il sisma, in 20 mesi, 2 in meno di quelli previsti, con interventi tradizionali e innovativi e un miglioramento sismico del 60%».

Il rettore Pettinari ha rivolto uno speciale ringraziamento ai «ragazzi che hanno dimostrato uno spirito di appartenenza straordinario a questo Ateneo. Sono rimasti, si sono laureati e sono fieri di essere Unicam. Penso a loro e ai tanti giovani che si sono iscritti nonostante tutto. Dobbiamo aiutarli e sostenerli per garantire loro un futuro. Non pensiamo solo ai muri ma anche a progetti di ricerca e scientifici che diano contenuti di alto livello ai contenitori».

Il commissario straordinario per la ricostruzione Legnini ha sottolineato «l’altissimo valore di questo evento fortemente simbolico per il rilancio della zona. Una grande opera fatta in poco tempo con tempestività che sarà un paradigma per tutte le altre opere del centro Italia».