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sabato 5 dicembre 2020  11:06 

Crediamo che i pensieri descritti in questo resoconto siano quelli condivisi da tante Organizzazioni di Volontariato della nostra Regione che si sono trovate ad operare nel corso dell’emergenza COVID.

Nel rendere pubbliche le riflessioni, i sentimenti, le paure, di una Coordinatrice facciamo diventare un patrimonio condiviso lo spirito che anima il mondo del Volontariato di Protezione Civile.

Il Servizio Protezione Civile ringrazia uno ad uno tutti le migliaia di volontari che permetteranno di superare questa grande emergenza.

Un abbraccio

DAVID PICCININI

Dirigente del Servizio Protezione Civile della Regione Marche

 

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PRIMA, DURANTE, DOPO.
 
Il 2020 è un anno che difficilmente dimenticheremo, un anno caratterizzato dall’imprevedibile, dall’incertezza ma anche e soprattutto dalla speranza e dal coraggio.
Mai ci saremmo aspettati quanto si è presentato, ed ognuno di noi ha nel proprio intimo vissuto un PRIMA, un DURANTE, un DOPO.
E come tutti, anche il nostro gruppo l’ha vissuto. Ed è questo che vi racconterò, ciò che i vostri occhi non hanno potuto vedere.
Il nostro PRIMA, il nostro DURANTE e il nostro DOPO.
PRIMA: Fine febbraio è stato ricco di incertezze, di cosa accadrà, di come ci dovremo muovere se accadesse, di cosa sta accadendo al mondo.
“Arriverà?” “Saremo in grado di fronteggiarlo?” “Sapremo essere utili alla comunità?” e altri mille dubbi e domande che, come Direttivo e come gruppo, ci tormentavano.
Ma la speranza era che fosse lontano, ancora lontano da non dovercene preoccupare.
Il 9 Marzo veniamo però svegliati da certezze diverse, certezze che portano il nostro Sindaco ad aprire il C.O.C.. Per chi non mastica la materia, è il Centro Operativo Comunale che supporta il Sindaco nella direzione e nel coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione in caso di eventi eccezionali.
Per noi, significa che non ci sono più forse, semmai e vedremo, ma certezze e situazioni da affrontare, concretamente.
Seppur increduli, frastornati e spaventati, ci siamo, siamo dentro, inizia il nostro DURANTE.
DURANTE: Il nostro compito, come volontari di Protezione Civile, è quello di aiutare e supportare la popolazione nelle situazioni di emergenza, siamo volontari formati, che devono seguire protocolli e procedure, e mettere in pratica quanto appreso durante la formazione. Questa volta, però, non ci siamo trovati di fronte ad un’emergenza già vista come un terremoto od un’alluvione che sappiamo, per formazione ed esperienza, affrontare; questa volta l’emergenza non era conosciuta, prevedibile, già sostenuta e quindi non definite le mosse giuste da attuare.
Come ogni situazione nuova che ognuno di noi si trova a dover fronteggiare nella vita, così anche per noi l’emergenza Covid -19 è iniziata con fasi di osservazione, valutazione, discussione, analisi e messa poi in campo delle forze, là dove necessario.
Una cooperazione ed un coordinamento continuo tra l’amministrazione e il gruppo, volta a rispondere a tutte le diverse esigenze. E le necessità, anche nella nostra comunità, sono aumentate con il passare dei giorni, dandoci la sensazione che, questa, fosse un’emergenza davvero diversa da qualunque altra emergenza.
Valutare e ragionare senza vedere e conoscere il nemico è però svantaggioso, perché non ti fa davvero capire come proteggerti, proteggere, aiutare e muoverti. È un combattimento impari.
Il nemico non ci ha fatto attendere a lungo, e si è mostrato in tutta la sua forza, dandoci così la spinta ad “evolverci” e a dare una risposta adeguata alle esigenze. Ricordo benissimo quel momento, difficile da dimenticare.
Era sera, quasi ora di cena, sul finir del turno, veniamo chiamati per procurare dei farmaci ad una famiglia. Eravamo io ed un altro volontario, uno di quelli sempre sorridenti, alla mano e con la voglia di scherzare, padre di due splendidi bambini.
Ci dicono: “massime precauzioni”.
Capiamo, ci guardiamo: abbiamo la mascherina, i guanti e tutti i DPI necessari.
Pensiamo “siamo pronti, massima attenzione”.
Arriviamo lì, ci si presenta un uomo, ma in realtà vediamo e sentiamo il nemico.
Si è mostrato. Lo vediamo negli occhi, e lo sentiamo nel respiro.
 
Consegna fatta, tutto nel massimo rispetto delle linee guida e dei protocolli previsti, siamo alla macchina. Siamo diversi.
Mi giro, guardo il mio volontario, trema.
Non so se sia stata l’adrenalina o la paura, ma guardandolo ho solo pensato che il mostro c’era davvero, che faceva davvero paura, e che io, nella mia veste di coordinatore, dovevo solo preoccuparmi di far in modo che i miei volontari, padri e madri di famiglia, figli e compagni, corressero un rischio vicino allo zero, e che al tempo stesso potessimo aiutare chi quel mostro lo doveva affrontare, senza diventar per loro un nuovo “pericolo”.
Credo che lì, sia iniziato il nostro vero DURANTE.
Con i volontari che operano nel settore sanitario e con chi, per professione, ragiona per protocolli, abbiamo messo in campo procedure rigide e standardizzate, da eseguire in maniera ferrea, per evitare di esporsi e di esporre tutti voi al rischio.
Procedure che hanno previsto un lavoro dei volontari a coppie, preferibilmente sempre le stesse; una persona sempre “pulita” ed una “sporca”; volontari con familiari “non a rischio” ai servizi più rischiosi ed altre attenzioni che ci hanno permesso di svolgere le nostre attività nella massima sicurezza e tranquillità.
Queste procedure ci hanno permesso di svolgere tutti quei servizi che i vostri occhi hanno potuto vedere, dalla consegna dei medicinali e delle spese alle persone impossibilitate a muoversi per quarantena o perché rimaste sole a causa del lockdown, alla consegna dei pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà economica, al recupero dei farmaci “salvavita” negli ospedali chiusi alla popolazione, alla consegna delle mascherine alle famiglie del nostro territorio, alla partecipazione alle attività regionali, all’aiuto all’Istituto Comprensivo per la consegna dei computer agli studenti, alla presenza in allerta, all’assistenza alla popolazione all’esterno delle attività commerciali.
Detto così, però, credo renda parzialmente giustizia ai miei volontari, uomini e donne di vero valore, che si sono spesi, senza mai pronunciare un “no”, a favore di tutta la nostra comunità.
Parlo allora un linguaggio comune a tutti, perché universale e capace di rendere la dimensione della cosa, quello dei numeri:
Al 30 Giugno 2020:
GIORNI TOTALI: 98
ORE DI SERVIZIO PRESTATO: 763
NUMERO PRESENZA VOLONTARI: 836
KM PERCORSI (anche in parte con mezzi personali): 7677
CONSEGNA SPESE E FARMACI: 109
CONSEGNA PACCHI ALIMENTARI: 184 A 49 FAMIGLIE
NUMERO DEI VOLONTARI CHE HANNO CONTRATTO IL VIRUS: 0
Questi numeri parlano chiaro, parlano di coraggio, di altruismo, di forza, di valore. Parlano di persone che hanno agito e prestato servizio con attenzione e con cura. Parlano di persone che non hanno avuto paura, che si sono fatte forza l’un l’altro, che si sono dedicate davvero senza riserve, parlano di quanto meravigliosi siano questi volontari, e di quanto fortunata sia io a guidarli, e voi ad averli a vostro servizio.
Sono numeri importanti per una comunità come la nostra, che rendono giustizia alla presenza continua e costante di questi volontari nel nostro territorio, in un periodo in cui ci è stato chiesto di sacrificare le parole “presenza e vicinanza” a favore del “distanziamento”.
Il nostro DURANTE è stato caratterizzato da tutte queste parole: un distanziamento obbligato che agli occhi di chiunque ci può aver fatto sembrare fisicamente soli, in un paese che appariva “abbandonato”, “fermo”, ma che in realtà, per noi che eravamo in strada, profumava di cibi cucinati con amore e passione, di musiche diffuse ad alti volumi e di risate di bambini (e di “non voglio studiare!” urlati).
 
Non siamo rimasti e non ci siamo sentiti mai soli: quando tutti i gruppi e le associazioni del nostro territorio ci hanno supportato economicamente, quando a loro si sono aggiunti privati cittadini, quando da dietro le mascherine in attesa del vostro turno ci avete regalato sorrisi e chiacchiere, quando durante le nostre consegne, e nonostante il Covid-19, qualcuno di voi ci ha chiesto “posso offrirvi qualcosa?”, quando ci avete ringraziato, con il cuore.
Questo per tutti noi è stata presenza e vicinanza, è stato un sentirvi, è stata energia, ed io oggi, colgo questa occasione per ringraziarvi nuovamente tutti quanti, perché ognuno a vostro modo ci avete fatto sentire “insieme”, non soli.
I mesi sono stati tanti, cosi come i giorni e le ore di servizio, ma piano piano la situazione è tornata alla “normalità”, seppur una normalità diversa, in cui ancora non possiamo mostrare liberamente i nostri sorrisi, perché quel nemico invisibile, sembra esserne innamorato.
Per fortuna, però, non sa guadare dietro le nostre mascherine, e non sa che dietro, noi continuiamo a sorridere.
DOPO: La strada che ci ha portato al nostro dopo è lastricata di sorrisi, di servizi svolti cercando di rispettare ed insegnare una nuova “normalità”, di momenti di formazione e di crescita, di momenti “insieme ma distanti”, ma anche di momenti di stanchezza.
Certamente sappiamo che la nostra comunità, il nostro territorio, la nostra nazione e la nostra Terra hanno subito perdite e dolori incolmabili, ma sappiamo anche che non dobbiamo permettere che quanto ci è accaduto ci abbatta, anzi dobbiamo rinascere a nuova vita.
Il nostro DOPO è stato caratterizzato da questo: un gruppo che è rinato a seguito di un’esperienza traumatica, un gruppo che è cresciuto, che si è rafforzato, ed è diventato ancor più, se possibile, famiglia.
Oggi pensiamo a servire la nostra comunità nel migliore dei modi, a restituire quella vicinanza e quell’affetto che ci sono stati donati senza riserve, ci formiamo, studiamo e cerchiamo di elaborare strategie che ci permettano di affrontare qualunque situazione perché, abbiamo imparato, qualunque cosa può accadere, e questo 2020 ce lo continua ad insegnare, ogni giorno.
Il nostro PRIMA, DURANTE e DOPO meriterebbe sicuramente uno spazio ed un tempo che qui, non posso più rubarvi.
Nelle mie ultime righe solo un immenso GRAZIE.
A tutti i miei volontari (permettemi di chiamarli “miei”, perché è in tal modo che li sento, parte integrante ed importante della mia vita), senza di loro non esisterebbe questo gruppo meraviglioso. Siete un orgoglio immenso.
Un grazie a tutte le Associazioni e le attività del nostro territorio, che ci hanno aiutato e supportato in un modo che mai avremmo immaginato.
A tutti voi, che non solo ci siete stati vicini con le vostre donazioni, i vostri sorrisi e le vostre parole, ma avete fatto sì, con i vostri comportamenti responsabili, che i nostri sforzi non fossero vani.
All’amministrazione, con cui si è instaurata una collaborazione ed una sinergia che ci hanno permesso di raggiungere questi importanti risultati.
Alle forze dell’ordine del nostro territorio, sempre presenti e attive.
E a tutte le nostre famiglie, che hanno accettato, capito e supportato il nostro voler essere a servizio degli altri, pur nella grande paura che questo comportava. Sappiamo lo sforzo immenso che avete fatto, e ve ne siamo grati.
A tutti voi, GRAZIE.
Vi auguro, a nome di tutto il Gruppo, un felice 2021. Con la speranza che i nostri sorrisi possano tornare ad essere un dono “visibile”.
 
Una Coordinatrice di una Organizzazione di Volontariato di PC