La Camera dei deputati ha approvato la conversione in legge del decreto che riconosce ai commercianti dei prodotti ittici dell’Adriatico un indennizzo per il fermo bellico.
La prossima settimana il testo sarà approvato dal Senato in via definitiva. Il ministero dell’Industria, entro il 30 novembre prossimo, provvederà alla suddivisione dei 31 miliardi stanziati tra le Regioni Marche, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo, Molise e Puglia.
Lo comunica l’assessore regionale al Commercio, Giulio Silenzi.
“I contributi – afferma Silenzi - verranno stabiliti e concessi dalle Regioni adriatiche interessate. Come Regione Marche ci attiveremo subito per definire, con le associazioni di categoria, i criteri di assegnazione, in modo da poter celermente erogare i fondi previsti”.
Il provvedimento compensa i danni causati ai commercianti all’ingrosso e al dettaglio e agli addetti ai mercati (adibiti alla lavorazione del pesce e alle attività di facchinaggio) dalla presenza delle bombe in Adriatico. L’indennizzo corrisponde alla somma di 200 mila lire giornaliere, per sei giornate alla settimana.
“Il Parlamento ha svolto un ruolo importante in questa vicenda – sottolinea ancora Silenzi – in quanto ha licenziato celermente un testo che soddisfa le associazioni di categoria. L’approvazione è avvenuta in anticipo rispetto ai normali tempi di conversione di un decreto-legge. La soluzione adottata è quella suggerita anche dalla Regione Marche, che ha auspicato un provvedimento equilibrato e congruo al problema del fermo biologico, aggravato dal fermo bellico imposto dalla guerra nei Balcani. La pesca in Adriatico, infatti, soffre di problemi strutturali, ai quali sovente si sovrappongono anche quelli congiunturali, come la questione balcanica, che appesantiscono oltre modo la situazione del settore. Il coinvolgimento delle Regioni adriatiche nella fase di modulazione dei contributi, perciò, è un aspetto significativo del testo approvato, perché le autonomie regionali conoscono le specifiche realtà di applicazione del provvedimento e sono, quindi, in grado di fornire risposte non assistenziali, ma concrete, ai problemi del comparto”.
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