Un incontro particolarmente cordiale, così l’assessore all’agricoltura Luciano Agostini ha commentato la prima riunione con i rappresentanti di tutte e quattro le organizzazioni professionali di categoria – Coldiretti (Claudio Gagliardini), CIA (Franco Fiori, Nevio Lavagnoli, Tonino Cioccolanti), Federazione regionale agricoltori (Angelo Frascione) e Copagri (Emilio Landi) – “un momento utile per conoscersi”, a cui ne seguiranno tanti altri, infatti l’assessore ha sottolineato di considerare il confronto e la collaborazione tra istituzioni, categorie e momenti organizzati del mondo agricolo “una carta vincente per risolvere le problematiche del settore.” Una prossima riunione è già stata fissata per il 16 giugno.
Come era naturale sono state toccate tante questioni, ma argomento principale è stato il Piano di Sviluppo rurale, l’importante documento approvato dalla giunta nella passata legislatura e che diventerà operativo non appena sarà concluso il confronto con la Commissione Europea, che ha richiesto di apportare allo stesso alcune modifiche. “E nostra intenzione – ha detto Agostini – rispondere rapidamente alle osservazioni fatte, in maniera da non perdere la posizione favorevole che attualmente abbiamo”. Le Marche sono infatti nel gruppo di testa, insieme ad altre sei Regioni, che possono avere l’ok di Bruxelles già entro l’estate e quindi iniziare a spendere i primi stanziamenti – circa 100 miliardi - entro l’anno.
Il Piano di Sviluppo Rurale che ha validità fino al 2006, accorpa ben cinque regolamenti comunitari, costituisce una sorta di Testo Unico degli interventi in agricoltura, prevede investimenti per circa 900 miliardi di lire, in assoluto la risorsa più significativa a favore del settore. Il quadro di riferimento normativo è il Reg. CE 1257/99 sul sostegno allo sviluppo rurale, che rappresenta il punto di forza di Agenda 2000. I punti qualificanti riguardano la centralità delle problematiche relative al rispetto dell’ambiente, della qualità delle produzioni, la connessione agricoltura-territorio, lo sviluppo dell’occupazione nell’intero settore agro-alimentare e il mantenimento della popolazione nelle aree interne.
Il Piano, infatti, si articola in tre Assi prioritari, ognuno dei quali prevede diverse Misure:
1. miglioramento della competitività e dell’efficienza del sistema e della qualità dei prodotti (investimenti nelle aziende, insediamento dei giovani agricoltori, formazione professionale, ricomposizione fondiaria, assistenza tecnica, commercializzazione delle produzioni di qualità, ingegneria finanziaria);
2. tutela e valorizzazione del paesaggio rurale e delle risorse ambientali (interventi nelle zone svantaggiate, misure agroambientali, misure forestali, gestione delle risorse idriche, ricostruzione dai disastri naturali e strumenti di prevenzione);
3. azioni di sostegno allo sviluppo rurale (servizi essenziali per l’economia e le popolazioni rurali, rinnovamento e tutela del patrimonio rurale, diversificazione delle attività per sviluppare fonti di reddito alternative, sviluppo e miglioramento delle infrastrutture, aiuti alle attività turistiche e artigianali). (e.r.)
|