“Nel cuore della Cina. Matteo Ricci” sbarca al Prix Italia di Torino. Una vetrina d’eccezione, la 64^ edizione del Festival internazionale della Rai, il più antico e prestigioso Concorso internazionale per programmi radio, tv e web, che dal 1948 premia le migliori produzioni artistiche di tutto il mondo. Il viaggio attraverso i luoghi, gli oggetti, gli uomini che hanno segnato la vita del gesuita maceratese Matteo Ricci, compiuto dal giornalista Duilio Giammaria nel suo documentario, andato in onda su Rai 1 il 13 agosto scorso, conquista dunque una nuova, prestigiosa ribalta.
Il documentario, una produzione Rai in collaborazione con Regione Marche, Ministero degli Affari Esteri e Ministero dello Sviluppo Economico, che sarà trasmessa anche dal network cinese CCTV Documentary, è stato proiettato oggi al Cinema Massimo di Torino. Erano presenti l’autore Duilio Giammaria, il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, il sindaco di Torino Piero Fassino, l’ad di Rai World Claudio Cappon, il presidente dell’Istituto Confucio e prorettore dell’Università di Torino Sergio Roda e il direttore del MAO di Torino (Museo di arte orientale) Franco Ricca. Replicato il successo dell’anteprima di giugno al Palazzo delle Esposizioni di Roma, quando erano presenti il ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi e l’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia Ding Wei.
“Il mondo allo specchio – dice il presidente Spacca - è il titolo di questa edizione del Prix Italia. Tema perfetto per fare da cornice alla proiezione del documentario di Giammaria. Nessun uomo prima di Matteo Ricci si era infatti prodigato come lui per far ‘specchiare’ l’uno con l’altro due mondi così diversi e lontani come l’Occidente e l’Oriente. Lo fece più di 400 anni fa, ma il suo insegnamento e la sua opera sono oggi più che mai attuali: l’Oriente e la Cina che lo accolsero da pari a pari rappresentano oggi un importante orizzonte di riferimento per stabilire proficue relazioni economiche e culturali. La Regione Marche, anche attraverso la promozione di iniziative culturali di grande livello come il documentario ‘Nel cuore della Cina’, vuole contribuire ad accorciare ancora di più le distanze tra il nostro mondo e l’Oriente. Porli insieme di fronte a uno specchio”.
SCHEDA
Il viaggio
“Nel Cuore della Cina” attraversa i luoghi in Italia, da Macerata a Roma, sino alla prima tappa in Oriente a Goa, e poi al remoto porto di Macao porta della Cina. Tappe ripercorse sulle tracce dell’avventura e del viaggio di Matteo Ricci ma anche per raccontare fuori dagli stereotipi la realtà della Cina contemporanea. Il percorso di Matteo Ricci stimola e spinge, ieri come oggi, a rompere le diffidenze reciproche a conoscere le differenze a saper utilizzare la conoscenza che ciascun Paese e cultura offre. “Nel Cuore della Cina” è un percorso di storie del passato e del presente per riunire quello che i due Paesi sapevano e sanno l’uno dell’altro, per descrivere quello che hanno acquisito e scambiato nel passato e nel presente.
Distribuzione
Il film è realizzato in Full HD, con il linguaggio e il format del documentario divulgativo internazionale. I materiali girati per “Nel Cuore della Cina” consentono un uso molteplice e ripetuto. E’ stato trasmesso da RAI 1 e andrà in onda anche sul network cinese CCTV Documentary.
In particolare:
•Documentario di 60’ Versione Italiana, RAI
•Documentario di 52’ Versione Internazionale, in onda sul canale Documentary della televisione cinese CCTV
Key points del prodotto
•Un racconto in immagini nel solco delle grandi produzioni televisive documentaristiche internazionali che mettendo al centro le vicende storiche, diventi occasione per riportare alla ribalta e all’attenzione dell’opinione pubblica contemporanea, degli imprenditori cinesi e italiani, il legame mai cessato tra Italia e Cina.
•Un documentario che attraverso i legami storici e una classica narrazione documentaristica, diventi veicolo e occasione di promozione del sistema Italia.
Chi era Padre Matteo Ricci
Padre Matteo Ricci (Macerata, 6 ottobre 1552 – Pechino, 11 maggio 1610) è stato un gesuita, matematico, cartografo e sinologo italiano. Vissuto al tempo della Dinastia Ming, Matteo Ricci è riconosciuto come uno dei più grandi missionari della Cina, dove ha vissuto dal 1582 fino alla morte, dando un grande impulso alla ripresa del cattolicesimo. Vissuto alla fine del 1500 quando con l’affermazione della Compagnia di Gesù Roma stava ridiventando uno dei centri di concentrazione del sapere, Matteo Ricci inizia un lungo viaggio missionario dal quale non rientrerà mai più. Si cala nei panni del saggio cinese, riesce a superare le diffidenze dei sospettosi mandarini proprio nel periodo di massimo isolamento dell’Impero Celeste e a congiungere per la prima volta in modo sistematico le culture dei due estremi della terra. In meno di vent’anni Matteo Ricci diventa “il saggio dell’occidente”, il suo nome in cinese Li Madou è ancora oggi conosciuto e rispettato in tutta la Cina, creando il primo e più importante contatto tra la cultura cinese in Europa e quella europea in Oriente. Nel suo viaggio Matteo Ricci insegna e traduce il sapere scientifico dell’occidente e traduce dal cinese i principali filosofi cinesi tra cui Confucio. Insegna in Cina la geometria euclidea, le sue applicazioni alla cartografia, il calcolo del tempo con strumenti meccanici, lo studio degli astri. Importa e diffonde l’uso della pittura ad olio e della prospettiva. Diffonde il sapere dei filosofi greci e quello della medicina, guadagna attraverso il sapere il consenso e il favore dei “cuori e delle anime” degli emissari dell’allora onnipotente impero, dei suoi uomini di governo, filosofi e letterati.
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