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13/05/2012

SALONE DEL LIBRO DI TORINO – POESIA E IMPEGNO CIVILE - GLI AUTORI FERRACUTI E GEZZI RACCONTANO DI RUSCIO E VOLPONI

Stefania Benatti, consulente per la cultura della Presidenza della Regione Marche, ha partecipato all’incontro su “La neve nera di Oslo”, “Poesie operaie” e “Palmiro” – opere di Luigi Di Ruscio – e “Parlamenti” - di Paolo Volponi (ed. Ediesse). Hanno partecipato all’incontro gli autori Angelo Ferracuti e Massimo Gezzi. “Oggi – ha detto Benatti – due affermati intellettuali del panorama culturale italiano attuale, entrambi di origini fermane, ci hanno parlato di due grandi autori marchigiani. Riprendendo la tematica dell'impegno, lanciata da Dacia Maraini nel suo intervento di ieri. Ferracuti e Gezi ci hanno trasmesso l'interesse e la voglia di approfondire l'opera di Volponi e Di Ruscio. Il compito della Regione è proprio questo, valorizzare e diffondere la conoscenza di scrittori e autori ricchi di contenuti, espressi dal nostro territorio e metterli in collegamento con l'attualità” Di Ruscio e Volponi sono diversi come provenienza sociale e quanto a tematiche trattate, ben testimoniano l’eterogenea ricchezza culturale che sa esprimere la nostra terra. Il fermano poeta emigrante Di Ruscio, l’urbinate scrittore dirigente d’azienda Volponi, si ritrovano nel comune terreno della poesia e della narrativa, producendo opere di assoluto valore. “Entrambi scrittori lirici, antiromanzeschi”, come li ha definiti Ferracuti. “Palmiro”, ad esempio, ha avuto lettori d’eccezione come Italo Calvino, che ha avuto modo di accomunare l’ “eroe” del romanzo di Di Ruscio al Bardamu di “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline e al protagonista del “Buon soldato Sc’vèik” di Jaroslav Has?ek. Volponi ha, invece, vinto ben due premi Strega, nel ’65 con “La macchina mondiale” e nel 1991 con “La strada per Roma”. La vita e l’opera di entrambi, mostrano come la poesia e l’opera letteraria, siano legate intimamente all’esistenza degli autori, al contesto storico e all’impegno sociale che vivono”. “Volponi – ha detto Ferracuti - è stata una delle più grandi personalità nella cultura del secolo scorso,oltre alla letteratura si è dedicato alla politica, con interventi e discorsi di grande impegno, come quelli contro l'abolizione della scala mobile, contro la guerra del Golfo, o a favore della scuola pubblica”. “Di Ruscio – ha detto Gezi – scriveva con ironia, un'ironia che suscita un riso che fa riflettere. La sua opera coniuga realismo operaio ed esperienza di vita trasfigurata, attraverso una scrittura passionale, selvaggia, necessitata”. In serata andrà poi in scena lo spettacolo teatrale “Viva l’Italia” presso il Teatro Vittoria di Torino, con la compagnia senigalliese Teatro Manet, diretta dal regista-attore Antonio Lovascio, e la presenza della scrittrice Dacia Maraini, dal cui libro l’opera è tratta. Saranno presenti anche il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi e Stefania Benatti. “Assieme ad un gruppo di attori senigalliesi – ha detto Lovascio – abbiamo deciso di lavorare a “Viva l'Italia”, perché è importante che la storia che ci appartiene sia conosciuta, sopratutto dai giovani. Il nome che abbiamo dato alla nostra compagnia, come lo spettacolo teatrale che rappresentiamo, collega passato e presente, testimonianza e azione”. Lo spettacolo in scena questa sera è pervaso da un lirismo affascinante che il personaggio di Malopesce, cantastorie di Bagheria, filo conduttore dell’intera vicenda, traduce in un linguaggio “nazional popolare”, portatore di graffiante verità disincantata. Antonio Lovascio, fondatore e presidente dell’associazione Teatro Manet, è attore, formatore teatrale, drammaturgo e regista. Nel 2007 ha vinto il premio nazionale di drammaturgia “Torneo Applausi” e, nel 2010, ha ricevuto dalla Provincia diAncona il Premio Cavalierato Giovanile Migliori Talenti under 35, nella sezione Spettacolo. In questi giorni è stato notevole l'interesse e il flusso di visitatori allo stand istituzionale delle Marche, ieri in visita anche Vittorio Sgarbi, che si è intrattenuto con Dacia Maraini. (SCHEDE AUTORI Luigi Di Ruscio (Fermo 1930 - Oslo 2011), emigrato nel 1957 in Norvegia, ha lavorato per decenni in una fabbrica metallurgica. Ha esordito con la raccolta di versi “Non possiamo abituarci a morire” (Schwarz, 1953). La sua produzione poetica prosegue con “Le streghe s’arrotano le dentiere” (Marotta, 1966, prefazione di Salvatore Quasimodo), “Apprendistati” (Bagaloni, 1978), “Istruzioni per l’uso della repressione” (Savelli,1980), “Epigramma” (Valore d’uso, 1982), “Enunciati” (Stamperia dell’Arancio, 1993), “Firmum” (peQuod, 1999), “L’ultima raccolta” (Manni, 2002), “Poesie operaie” (Ediesse, 2007). Oltre a Palmiro (il lavoro editoriale, 1986, poi Baldini & Castoldi, 1996), in prosa ha pubblicato anche “Le mitologie di Mary” (Lietocolle, 2004), “Cristi polverizzati” (Le Lettere, 2009) e “La neve nera di Oslo” (Ediesse, 2010). Paolo Volponi (Urbino 1924 – Ancona 1994), tra il 1948 e il 1960 pubblica tre libri di poesie: “Il ramarro”, “L’antica moneta” e “Le porte dell’Appennino”. Nel 1956 entra all’Olivetti di Ivrea, dove lavorerà per vent’anni, raggiungendo alti livelli dirigenziali. Del 1962 è il suo primo romanzo, “Memoriale”, seguito tre anni dopo da La macchina mondiale che vince il Premio Strega. Nel 1972 prende il via una breve collaborazione con la Fiat culminata con la direzione della Fondazione Agnelli. Tra gli anni del massimo impegno industriale e la successiva «espulsione» dall’industria, pubblica quattro romanzi: “Corporale” (1974), “Il sipario ducale” (1975), “Il pianeta irritabile” (1978) e “Il lanciatore di giavellotto” (1981). Nel 1983 è eletto senatore: il suo impegno parlamentare s’interromperà solo nel 1993, per ragioni di salute. Nel 1986 e nel 1990 pubblica altre due raccolte di poesie (“Con testo a fronte” e “Nel silenzio campale”) e, nel 1989, il romanzo “Le mosche del capitale”. Nel 1991 vince nuovamente il Premio Strega con “La strada per Roma”. Angelo Ferracuti, è nato a Fermo nel 1960; il suo esordio letterario è la raccolta di racconti “Norvegia” (Transeuropa 1993), cui è seguito il libro “Attenti al cane” (Guanda 1999), i romanzi “Nafta” (Guanda 2000) e “Un poco di buono” (Rizzoli 2001), la raccolta di reportage narrativi sul mondo del lavoro “Le risorse umane” (Feltrinelli 2006), tradotto in Spagna da Meettok, con il quale ha vinto il Premio Sandro Onofri, quelli di “Viaggi da Fermo” (Laterza 2009) e “Il mondo in una regione” (Ediesse 2009), i racconti de “Il ragazzo tigre” (Abramo 2006). Ha curato il saggio a più voci “Paesaggi italiani”, percorsi della nuova narrativa italiana (Transeuropa 1995), Donderoad (Cattedrale 2008), e ha scritto anche per il teatro: “Comunista!” (Effigie, 2008). Intensa la collaborazione con il fotografo Mario Dondero, con il quale ha pubblicato “Strade di Cartoceto” (Leader arte 2006). Suoi racconti sono presenti in numerose antologie, tra le quali “Patrie impure” (Rizzoli 2003), “Laboriosi oroscopi” (Ediesse 2006). Collabora con “Nuovi Argomenti”, “Diario”, “Il manifesto” e “Rassegna Sindacale”. Per la casa editrice Ediesse dirige la collana ?Carta bianca?.