Prosegue limpegno della Giunta regionale contro il fenomeno della violenza sulle donne. Lo prevede la delibera, approvata nel corso della recente seduta, Interventi contro la violenza sulle donne che definisce i criteri e le modalita` per il conferimento di contributi agli enti in fase di avvio e potenzia le strutture preesistenti. Si tratta di 90 mila euro per i centri antiviolenza e le case di accoglienza a cui si aggiungono 10 mila euro destinati ad iniziative di prevenzione, informazione e monitoraggio della violenza.
Il bando per lerogazione dei contributi e` stato pubblicato nel Bur del 31.12.2009.
In attuazione della legge regionale n.32, approvata allunanimita`, - afferma lassessore alle Pari Opportunita`, Stefania Benatti - la Regione ha individuato le funzioni che devono essere svolte per arginare il grave fenomeno della violenza e per sostenere in ogni modo le vittime di abusi che subiscono danni devastanti nella vita sociale, affettiva e lavorativa. Si tratta purtroppo di unemergenza che coinvolge anche il nostro territorio.
Lo confermano le indagini Istat: nelle Marche sono stati denunciati 90 casi di violenza nel 2004, 70 nel 2005, 85 nel 2006, 115 nel 2007 e 93 nel 2008.
La legge regionale ha quindi attribuito alla Regione un ruolo di incentivo allattivita` di prevenzione e sostegno alle vittime sia in termini psicologici che materiali, attraverso la promozione e il supporto allattivita` dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza, luoghi deputati a garantire ospitalita`, protezione, solidarieta` e soccorso alle vittime, indipendentemente dalle cittadinanza e attraverso specifica formazione di operatori.
Quattro i centri gia` istituiti, uno per ogni provincia, a cui se ne aggiungera` uno nella citta` di Ascoli Piceno. In tutti i centri antiviolenza costituiti e` previsto la redazione di un protocollo di intesa con lazienda ospedaliera, ufficio scolastico, prefettura, questura, carabinieri, per la facolta` di prendere decisioni comuni.
Provincia di Ancona: il centro antiviolenza di Ancona, ha accolto nel 2008, 99 donne italiane e 33 straniere. 109 sono state prese in carico nel 2008, 23 hanno continuato percorsi intrapresi gli scorsi anni. In 31 hanno unoccupazione, 10 hanno figli. La maggior parte di loro ha tra i 26 e 35 anni, ed hanno subito violenza psicologica (93) e fisica (81) da parte del coniuge o convivente.
Ad Ancona anche la Casa di Accoglienza Zefiro: una struttura idonea a contrastare, attraverso laccoglienza in un ambiente di tipo familiare, situazioni di violenza in tutte le sue forme che mettono a rischio la propria vita. Dal 2000 al 2008 sono state ospitate 55 donne, 65 sono state seguite sul territorio.
Provincia di Pesaro e Urbino: il centro parla con noi, luogo di riferimento per le donne che subiscono violenza. Offre ascolto e percorsi mirati per uscire dal problema, grazie alla presenza di una psicologa, di unassistente sociale e delle componenti dellassociazione percorso donna, costituita da avvocatesse e altre figure professionali. La sua nascita avvenuta il 9 aprile scorso ha permesso di risolvere almeno 50 casi di violenza.
Provincia di Ascoli Piceno e Fermo: il Centro antiviolenza percorsi donna aperto a SantElpidio a Mare. Si sono rivolte al servizio 22 donne di eta` compresa tra 19 e 80 anni. Le violenze segnalate sono maggiormente quella fisica, subito dopo quella psicologica, ed economica. Nella maggior parte dei casi le violenze vengono effettuate dal compagno, marito o convivente.
Provincia di Macerata: dal mese di luglio e` stato avviato il Centro Antiviolenza S.O.S. Donna, si trova in piazza V. Veneto, n.14, a Macerata.
Istituito anche il Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere, sede di dialogo e confronto tra istituzioni e societa`.
La Regione, inoltre, per creare una rete integrata di relazioni tra tutti i soggetti impegnati contro la violenza, ha promosso protocolli di intesa tra istituzioni pubbliche e private e le realta` associative e di volontariato presenti sul territorio.
Ha poi sostenuto progetti di prevenzione in collaborazione con gli enti locali, le aziende sanitarie, i consultori familiari, e le aziende ospedaliere, le direzioni scolastiche e i centri antiviolenza.
Sono state attivate specifiche campagne informative su tutto il territorio in stretta connessione con il Comitato regionale per la comunicazione.
|