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02/07/2008

LAVORO FEMMINILE, PIU’ SVILUPPO ECONOMICO, PIU’ INNOVAZIONE, PIU’ CRESCITA SOCIALE

Il lavoro femminile e` crescita economica e sviluppo. Su questa idea di fondo si e` basata la Conferenza regionale sulla occupazione femminile che si e` tenuta oggi alla Fiera di Ancona. Un concetto ribadito da Tiziano Treu, vicepresidente della Commissione Lavoro del Senato, secondo cui loccupazione femminile e` una risorsa ancora poco utilizzata in Italia e che invece in questa fase di crisi economica e dei redditi e` fondamentale. Dobbiamo fare come la Spagna ha aggiunto per immettere un milione di donne sul mercato del lavoro ed avere cosi` una marcia in piu`. Treu ha poi parlato della proposta di legge presentata dal PD Letta-Franco per un sostegno concreto alloccupazione femminile attraverso incentivi fiscali, estensione del congedo parentale, eguaglianza di genere, rimozione degli ostacoli alla carriera. E, su questo fronte ha detto - sfidiamo Sacconi. Un convegno sulle grandi questioni del lavoro e della societa` nel suo complesso, lo ha definito lassessore regionale allIstruzione, Formazione e Lavoro, Ugo Ascoli : Ci confrontiamo su molteplici e fondamentali tematiche: disuguaglianza di genere, pari opportunita`, carenza del sistema di welfare, calo demografico, lavoro di cura, servizi sociali, immigrazione ma anche impoverimento del ceto medio e diseguaglianza tra nord e sud del Paese, diritti civili, cambiamento della domanda e dei consumi. E se quantitativamente loccupazione femminile nelle Marche non preoccupa, anche se rimane lontano dalle medie europee e dalle strategie di Lisbona, ha aggiunto Ascoli, rivolgendosi ai tanti presenti tra istituzioni, amministratori pubblici e una delegazione albanese guidata dal ministro al Lavoro Koko Barka la criticita` maggiore e` la qualita` del lavoro femminile, ancora a livelli insufficienti nella nostra regione. Lultimo rapporto Istat mette in guardia sulla crescita della inattivita` femminile e lancia un allarme sul fenomeno dello scoraggiamento e quindi della rinuncia al lavoro per motivi familiari. Solo il 30 per cento riprende il lavoro dopo il primo figlio e invece la principale strategia contro la poverta` ha aggiunto Ascoli e` proprio la famiglia bireddito. In un mercato del lavoro in continuo e rapido cambiamento occorre evitare le semplificazioni (donna/uomo) e introdurre variabili piu` complesse quali le aggregazioni territoriali, le condizioni familiari, il ceto e il reddito, per avere un quadro piu` rispondente alle reali esigenze. Solo considerando nelle analisi queste variabili si puo`, e si deve, riorganizzare complessivamente la vita sociale e quotidiana, non solo in termini economici. E la tesi sostenuta da Laura Balbo, docente di Sociologia allUniversita` di Padova, che ha fatto riferimento a due recenti convegni tenutosi a Ginevra e Barcellona. Da questi convegni e` emerso ha ricordato che piu` alti livelli di studio non porteranno maggiore occupazione e maggiori guadagni per le donne. E sulla differenza retributiva tra generi si e` soffermata anche lanalisi di Patrizia David dellUniversita` di Camerino sul mercato del lavoro nel contesto marchigiano: i dati complessivi desunti dallINPS - ha detto la sociologa- registrano una differenza vicina al 40 per cento a sfavore delle donne. Su questo punto Tiziano Treu ha sottolineato come la p.d.l. prevede anche dure sanzion i per le imprese che discriminano. La David ha quindi evidenziato una forte segmentazione di genere: contratti non stabili, lavori meno retribuiti e ostacoli alla carriera, nel mercato marchigiano; per questo occorre far crescere la qualita` del sistema produttivo e valorizzare il potenziale lavorativo regionale. Dai dati emerge che il 60% delle donne sono assunte nei servizi, il 53% con contratti a termine , il 55% con collaborazioni e il 59% con contratti a chiamata. Il 69% della forza lavoro femminile ha un diploma di laurea ma il 73% lavora con contratto part time. Un contratto ancora troppo utilizzato in Italia, soprattutto per le donne, ha detto Emilio Reyneri, dellUniversita` di Milano mentre nei Paesi europei del nord e` gia` in declino, segno di una svolta importante: la donna ha assunto un peso tale che mutano gli equilibri nella societa` tanto da ridurre il part time . Secondo il docente, piuttosto che alle donne imprenditrici occorre prestare attenzione alle figura emergente di donna libera professionista (3%), dato raddoppiato in dieci anni. Tanti gli ostacoli alla qualita` delloccupazione femminile, ha sottolineato Giampietro Perri che ha condotto lindagine Delphi, tra cui la carenza dei servizi di sostegno alla famiglia e la maternita` come evento penalizzante. Non e` vero che chi lavora non puo` fare figli ha confermato lassessora alle Pari Opportunita` Loredana Pistelli e` semmai il contrario: le disoccupate non possono mantenerli. Occorre percio` rimuovere gli ostacoli, in primis attraverso la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, per facilitare anche lingresso di forze lavoro giovani. Le giovani donne marchigiane secondo lanalisi di Emmanuele Pavolini dellUniversita` di Macerata sono quelle che investono maggiormente in istruzione rispetto ai loro coetanei . Ma trovano poi maggiori difficolta` di inserimento sul mercato del lavoro. In particolare la fascia di eta` piu` critica per le giovani marchigiane e` quella tra i 15 e i 24 anni, in cui i tassi di disoccupazione femminili sono piu` che doppi rispetto a quelli maschili ( rispettivamente 17,2 % e 8,2%). E non e` con la detassazione degli straordinari ha aggiunto lassessora Pistelli che si risolvono i problemi, semmai viene amplificata ulteriormente la discriminazione in favore degli uomini che, nei fatti, hanno piu` tempo disponibile. Proprio la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e` il progetto sperimentale della Regione, illustrata da Fabio Montanini, dirigente del Settore Lavoro, che ha rimarcato la caratteristica dellapproccio integrato di azioni : voucher, attivita` con le pubbliche amministrazioni e con le imprese private. Il progetto e` stato attuato con enti locali e pubblici, associazioni sindacali, imprese e servizi di front office per la gestione, tra le altre azioni, del voucher di conciliazione per lassistenza. A tale beneficio possono accedere donne lavoratrici o disoccupate che devono assistere minori di 12 anni, anziani o disabili e con un reddito annuo non superiore a 16 mila euro. Il progetto e` stato attuato in Provincia di Pesaro-Urbino e Macerata. Per il 2008 il Programma annuale della Regione ha stanziato ulteriori 4 milioni di euro. (se.pa.- ade)