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29/10/2003

NUMERO SPECIALE DI "MARCHE" DEDICATO ALLA MONTAGNA

A conclusione dellAnno Internazionale delle Montagne uno speciale del mensile Marche presenta unattenta analisi, con relativa appendice statistica, dei territori interni. La montagna marchigiana non è territorio di disagio sociale scrive il presidente della Regione Vito DAmbrosio sulla rivista essa è integrata nello sviluppo economico e sociale della regione e, a differenza di altre simili aree del paese, non è contrassegnata da fenomeni di spopolamento o di regressione della crescita. Un riscatto della montagna, che vede il superamento del luogo comune per cui sarebbe caratterizzata da processi di declino demografici. Nelle aree montane, infatti sottolinea DAmbrosio nellarticolo abita il 23,6% della popolazione marchigiana e il 24% delle famiglie. Nellultimo trentennio vi è stata una flessione della popolazione del 3,10%, ma dal 1991 si è registrata uninversione di tendenza (+0,66%). Lanalisi demografica mette in luce non lo spopolamento, ma una diminuzione di popolazione in tutti i piccoli centri delle Marche, non solo montani. Altro dato interessante prosegue il presidente è il numero di stranieri,il 27,3%, che testimonia come questarea sia interessata da un investimento importante: linsediamento dellimmigrazione, un fattore che promuove sviluppo umano, sociale e economico. Prova di unadeguata politica regionale nei confronti di tutto il territorio è anche landamento positivo legato al mondo della produzione. Il 22,9% delle imprese (30.339 unità) spiega Vito DAmbrosio è localizzato in montagna; gli addetti sono il 22,6% (132.112); la dimensione media delle unità locali è passata, tra il 91 e il 2001, dal 4,1 a 4,4%, marcando un aumento che è stato più consistente nei comuni montani. La presidente dellUncem regionale, Maria Assunta Paci, sottolinea come si stia affermando una nuova visione culturale delle politiche dintervento: viste in unottica dinsieme scrive in un approfondimento della rivista e non più separate dal resto del territorio regionale, che si basa sul concetto di inteso come protagonismo delle comunità locali, dei valori e dei caratteri specifici di questi territori. Essi possono dunque diventare un laboratorio ha aggiunto in cui cicli produttivi e imprese, centralità della persona e della famiglia, servizi adeguati, welfare, tradizione e innovazione hanno la possibilità di creare davvero uno sviluppo sostenibile e durevole. In proposito sullo speciale sono riportati anche i dati relativi agli investimenti in montagna nel 2002 e nel 2003. Tra i tanti interventi, emblematici del riscatto dei territori dalta quota marchigiani, come lo definisce il direttore del Censis Giuseppe Roma, sono i servizi su Camerino, Cingoli, Urbino, Fonte Avellana, Amandola e Fabriano. La rivista, che normalmente raggiunge una tiratura di 25.000 copie, conclude con unappendice statistica curata dal Servizio Sistema Informativo Statistico della Regione Marche.