Cresce e si sviluppa il Progetto regionale per la qualità della produzione oleicola, che la Regione ha messo a punto attraverso l’ASSAM (Agenzia per i Servizi dell’Agroalimentare) e che si avvale delle risorse comunitarie.
Il Progetto - realizzato con la collaborazione delle associazioni olivicole e del Consorzio Marche extravergine - ha finanziato interventi mirati a qualificare le diverse fasi produttive, dalla materia prima (difesa da parassiti e organismi nocivi) alla conservazione degli oli, spesso trascurata e lasciata al caso, dove il controllo della temperatura è determinante. In particolare – è stato sottolineato nell’incontro di stamattina con gli operatori, alla presenza dell’amministratore unico Galliano Micucci e del direttore Massimo Maggi – si è sviluppata una sinergia tra tutti i Servizi dell’ASSAM, dagli aspetti agronomici, fitosanitari, agrometeo, fino ad arrivare alle analisi chimiche e sensoriali. A questo proposito, a conclusione dei lavori, è stata inaugurata “la sala di degustazione”, vero e proprio laboratorio sensoriale, realizzata, in base all’attuale normativa, sempre con fondi comunitari e che assicura lo svolgimento degli incontri del Panel regionale ASSAM – Marche, accreditato al Consiglio Oleicolo Internazionale.
Si è anche assunta la decisione di trasferire, alla rete di avvertimento regionale del servizio Agrometeo, la difesa dell’olivo dalla mosca, orientandosi prevalentemente alla tecnica adulticida: una strategia di difesa che migliora l’impatto ambientale dei trattamenti, con riduzioni anche dell’ordine dell’80-90% di principio attivo distribuito: i vantaggi sull’ambiente e sugli operatori agricoli sono evidenti.
Così pure come prosegue l’attenzione verso la formazione, attraverso corsi per i “potatori”: iniziativa che ha già dato vita alla creazione di un apposito “albo regionale di tecnici abilitati alla potatura” a cui gli operatori possono rivolgersi. E “squadre di potatori” sono state protagoniste, nel marzo scorso, di una simpatica competizione, un vero proprio concorso denominato “Le forbici d’oro”. Una iniziativa che verrà riproposta anche il prossimo anno e avrà la duplice valenza di valutare la preparazione tecnica degli operatori per l’iscrizione all’elenco e di selezionare la rappresentanza marchigiana al Concorso Nazionale di potatura dell’olivo, programmato per il marzo 2003.
Altro fronte importante è la sperimentazione di varietà autoctone, che sono utilissime per “tipicizzare” la nostra produzione. Sono stati presentati gli oli monovarietali delle Marche (varietà Raggiola, Raggia, Mignola, Coroncina, Orbetana, Piantone di Mogliano, Piantone di Falerone, Sargano di Fermo), campagna 2001, prodotti dall’ASSAM in collaborazione con il Consorzio “Marche Extravergine”. L’attenzione verso le varietà locali, oggetto di studio da ormai un decennio, si sta concretizzando con un’azione specifica attraverso l’avvio di procedure per l’iscrizione delle varietà autoctone al registro nazionale e la relativa certificazione varietale e sanitaria.
E’ stato anche presentato il testo “Guida alla razionale coltivazione dell’olivo”, un volume tecnico-scientifico - si è avvalso anche della collaborazione dell’Università di Perugia - che mette a punto gli interventi di tecnica colturale per l’ottenimento di elevati livelli qualitativi e il contenimento dei costi di produzione.
Il testo, curato da Barbara Alfei (tecnico dell’ASSAM) e Giorgio Pannelli (Istituto Sperimentale per l’Olivicoltura di Spoleto) - può essere richiesto all’ASSAM (tel. 071-8081 – fax 071-85979).
(e.r.)
OLIVICOLTURA NELLE MARCHE
L’olivo è una pianta che caratterizza il paesaggio marchigiano e non c’è azienda agricola dove non sia presente.
L’olivicoltura rappresenta circa l’1,5% della produzione lorda vendibile regionale con una superficie di oltre 7000 ettari, distribuita prevalentemente nelle zone collinari sia della fascia litoranea che di quella interna. Una superficie estremamente frammentata, suddivisa in un numero totale di oltre 27.000 aziende con una superficie unitaria ridotta.
La produzione media regionale degli ultimi anni è stata intorno ai 40 mila quintali di olio, distribuiti in ordine decrescente nelle province di Ascoli Piceno, Macerata, Ancona e Pesaro. Le produzioni hanno oscillazioni annuali, con forti cadute in seguito alle gelate che periodicamente hanno colpito le Marche (annate 1929, 1956, 1985 e 1996).
La trasformazione avviene in diversi frantoi, con una percentuale media del 75% di impianti tradizionali e del 25% di impianti comuni, che sono in progressivo incremento.
Molto olio è ancora destinato all’autoconsumo o viene immesso sul piccolo mercato locale, ma è comunque in aumento il numero delle ditte che stanno intraprendendo iniziative volte alla valorizzazione e per un mercato più ampio.
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