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13/06/2002

Cristina Cecchini traccia un bilancio sulla “salute” della Cultura nelle Marche

“La Giunta Regionale, per quanto attiene alla responsabilità di governo della Cultura, è impegnata non solo a conservare, tutelare e valorizzare uno straordinario patrimonio di Beni storico-artistici, ma a programmare le scelte e gli indirizzi futuri, sia privilegiando azioni di sistema, sia sostenendo in modo sinergico le iniziative degli enti preposti a vario titolo alla gestione della Cultura . Una programmazione razionale, che oggi può avvalersi della catalogazione dei beni storico-artistici (disponiamo di una banca dati di 63 mila schede catalografiche e 110mila immagini informatizzate) e che rappresenta una risorsa fondamentale per la crescita non solo civile, ma anche economica della collettività marchigiana. A fronte della restrizione dei finanziamenti ordinari destinati alla Cultura, per le note difficoltà di bilancio, non siamo rimasti inerti e, anziché lamentarci, abbiamo cercato e trovato risorse comunitarie nell’ambito dell’Obiettivo 2: il risultato è quello di garantire alle Province, che per delega gestiscono le attività culturali, il taglio – rispetto al 2001 – del solo 10%. La ricerca di risorse e il loro migliore utilizzo ritengo sia attualmente uno dei principali obiettivi di qualunque attività in ambito culturale. Per questo ci siamo mossi in più direzioni. Una di queste è rappresentata dall’avvio, con l’insediamento del Tavolo tecnico ad aprile, dell’Accordo di programma quadro 2002-2004 con il Ministero dei Beni e Attività Culturali. Uno strumento che potrebbe consentirci di disporre di una mole di finanziamenti statali da investire su una serie di progetti che fanno parte della proposta di Accordo e che hanno suscitato l’interesse e l’attenzione del Ministero . Si tratta di interventi di valorizzazione dei beni e delle attività nelle aree ad alta densità culturale (ed è come dire sull’intero territorio regionale) nei quali si innesta il meccanismo sinergico di attività di promozione turistica, come ebbi già modo di evidenziare, in occasione della settimana della cultura, alla presentazione dell’indagine ISTAT sui Musei marchigiani. Un’indagine che ci permette di avere il quadro esatto della situazione strutturale e funzionale dei musei e poter affrontare le emergenze da un lato ed insieme costruire una politica lungimirante per elevarne gli standard qualitativi. Per quanto riguarda la legge regionale 75/97, abbiamo impostato su basi nuove la concertazione con le Amministrazioni provinciali, condividendo con quest’ultime obiettivi e priorità da attuare insieme e puntando alla valorizzazione della strutture museali. Accordi di programma specifici ( a cui sono destinati complessivamente 2.850.512,00 euro) finalizzati alla realizzazione di diversi progetti: il Didattilab ad Ascoli, il progetto Sistema Museo Diffuso a Pesaro, la Promozione del Museo Diffuso a Macerata e il progetto Musei in rete della Provincia di Ancona. Puntiamo perciò ad assicurare la massima fruibilità dei Musei, rilanciandone il ruolo come centri di produzione di cultura, di promozione delle risorse locali, di creazione di posti di lavoro, perché diventino punti di riferimento di quelli che potrebbero essere chiamati “distretti” della Cultura . Abbiamo già stanziato 1.550.000,00 euro con le risorse dell’Obiettivo 3 per garantire l’accesso ai musei, attraverso la messa in rete e l’aggregazione funzionale delle strutture museali e sulla realizzazione di questo programma si sta avviando un percorso di consultazione con i Comuni. Una politica organica, dunque, sui musei che tiene conto dell’esigenza di garantirne innanzitutto l’apertura, investendo sui giovani, sia valorizzando i profili professionali esistenti (stiamo realizzando un progetto per coprire i posti di direttore scientifico e di conservatore dei beni culturali), sia creandone di nuovi dove se ne presenterà l’esigenza. Insieme all’investimento sui Musei, un impegno parallelo e altrettanto significativo è stato messo a sostegno del ricchissimo patrimonio bibliografico delle Marche: circa 600 milioni di lire da utilizzare nell’ambito delle risorse UMTS. Nel 2003, inoltre, è previsto un importantissimo evento che coinvolgerà moltissime sedi storiche di biblioteche nell’esposizione dei loro “tesori”. Da non dimenticare poi che le Marche sono state la prima regione a concretizzare con il Ministero un Accordo di programma sui beni archivistici. Riguardo al settore dell’archeologia, oltre ad essere una delle priorità con la valorizzazione delle aree e dei parchi archeologici nell’ambito degli interventi finanziati con i fondi dell’Obiettivo 2, il completamento della Carta archeologica regionale ( circa 7000 siti censiti) e della Carta del rischio di cui parleremo nel prossimo convegno “Marche Archeologiche” a Fiastra il 28 giugno, rappresenta uno degli elementi più qualificanti per il settore dei beni culturali. Ma non basta. In questi mesi è stata costruita una programmazione su alcune manifestazioni significative, prima delle quali l’evento culturale dell’estate 2002 “Il Quattrocento a Camerino. Luce e prospettiva nel cuore della Marca” dove la Regione Marche rappresenta – occorre sottolinearlo- il maggior ente finanziatore avendo sostenuto la manifestazione con circa 155.000 ,00 euro. Altri eventi espositivi sono già stati realizzati e prolungati per il successo riscosso, come per esempio “Albania, tra la mezzaluna e la croce” alla Mole Vanvitelliana di Ancona che si candida sempre di più a diventare luogo espositivo privilegiato per l’Arte contemporanea; tra pochi giorni infatti aprirà la mostra su “Basilico e l’Archeologia industriale” alla quale seguirà un importantissimo evento, quale la Mostra antologica su Amedeo Modigliani . E inoltre a Pergola sta per essere inaugurata la mostra su “Bronzi e Marmi della Flaminia – Sculture romane a confronto”; a Macerata è imminente l’apertura della mostra sull’architetto dei teatri storici Ireneo Aleandri, ad Ascoli “il segno del tempo” all’ex Cartiera papale. E’ inoltre allo studio un intervento di valorizzazione delle attività musicali che fanno delle Marche un “Distretto europeo della musica”, un progetto che mira a sostenere, con una programmazione integrata, le rassegne musicali di eccellenza. Ma non va dimenticato che, anche sotto il profilo del recupero del patrimonio architettonico e monumentale, le Marche non sono un esempio negativo, anzi il contrario: un simbolo positivo nel panorama nazionale. Lo strumento del Piano di recupero e ripristino dei beni culturali colpiti dal sisma è riconosciuto un modello nazionale di intervento. Un’operazione di recupero del patrimonio culturale (di opere immobili e mobili) che non ha eguali e di portata storica, sia per le innovazioni metodologiche attuate, sia per qualità che per dimensione degli interventi: 2385 quelli programmati, un piano redatto ed approvato in pochissimo tempo che riguarda il 25% dei beni che insistono sul territorio regionale, 400 cantieri aperti e 100 interventi conclusi. Forse basterebbe quest’ultima considerazione per chiudere in positivo un bilancio della Regione sulla Cultura, ma noi abbiamo fatto e abbiamo tutta l’intenzione di fare molto di più, per essere comunque all’altezza di necessità, aspettative ed esigenze”.