21/03/2002
IN RELAZIONE ALL’ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO DI ANCONA IL 17 MARZO 2002, TITOLO ‘CENTOMILA METRI CUBI DI SASSI PER FARE UNA SPIAGGIA DI 40 METRI’, L’ASSESSORE ROBERTO OTTAVIANI, PRECISA QUANTO SEGUE.
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“Il progetto della salvaguardia del litorale di Portonovo nel Comune di Ancona esiste da quando su questo tratto di costa è apparso il fenomeno dell’erosione marina; lo Stato, la Regione ed il Comune stesso hanno già realizzato interventi di difesa differenziati sia nella tipologia (scogliere, ripascimenti) sia nell’impegno finanziario; mi è comunque difficile pensare alla baia di Portonovo come interesse comunale e non dell’intera comunità marchigiana e ho la convinzione che qualcosa vada fatto per mantenere questa bellezza naturale. L’attuale quadro normativo nazionale sulla difesa del suolo collegato alle disponibilità finanziarie ha dato alle Regioni la possibilità di concorrere a progetti strategici, di interesse nazionale, riguardanti anche la difesa della costa e quindi anche il litorale di Portonovo. Di quest’opportunità di finanziamento proposta dal Decreto Legislativo n. 331/2001 si è discusso nell’incontro tra Giunta del Comune di Ancona e Giunta Regionale; dallo stesso è scaturita la volontà delle Amministrazioni di presentare i progetti così come previsto dal Decreto stesso e quindi il Comune di Ancona ha provveduto ad elaborare un progetto per stabilizzare la falesia del Conero e l’Autorità di Bacino, citata dal Decreto stesso come Soggetto competente il progetto di salvaguardia del litorale di Portonovo.
Il progetto è stato concertato con il Comune di Ancona, tant’è che lo stesso Comune ha fornito alcuni dati che sono stati utilizzati dalle strutture tecniche dell’Autorità di Bacino per elaborarne il progetto preliminare. La proposta contenuta nel progetto, completo di tutti gli studi previsti dalla normativa, consiste nella ricostruzione dell’arenile con materiale dello stesso tipo di quello esistente e proveniente in piccola parte dall’alto bacino del fiume Potenza, la restante parte a mezzo trasporto marittimo. Sulla tecnica di protezione delle coste mediante ripascimento come Assessore all’Ambiente credo dover affermare la piena validità tecnica, ambientale ed economica; infatti il posizionamento di nuovo materiale sulla battigia è tecnica oramai affermata in tutta i Paesi UE a partire dall’Olanda dove la difesa costiera è diventata un modo di sopravvivenza delle popolazioni delle aree costiere, al Portogallo, all’Italia dove diverse Regioni, vedi Veneto, Emilia – Romagna, Liguria, Lazio, Toscana, hanno già eseguito tali interventi coniugando, in un giusto equilibrio, la difesa costiera con il turismo, è un modo di operare similare a quello che la natura ha fatto fino a poco tempo fa attraverso il trasporto solido fluviale, è un modo per praticare una “ingegneria soft” dove i cambiamenti ambientali vengono monitorati “working in progress” avendo la possibilità di ritornare indietro se appaiono segnali negativi, è un modo per far sì che, in una valutazione ambientale costi-benefici, la parte benefici aumenti notevolmente.
Attualmente il progetto è in istruttoria presso il Ministero dell’Ambiente per la valutazione dell’ammissibilità e finanziabilità. La condivisione del progetto con il Parco del Conero è stata ottenuta nella seduta della Giunta del Parco, che rappresenta i Comuni del Parco, il 14 dicembre 2001. Riguardo i toni contenuti nell’articolo debbo respingere con assoluta fermezza le gratuite affermazioni di “fanta – geofilosofia” ed “ esperti dell’Autorità di Bacino Regionale” ed invito l’articolista il giorno 28 marzo alle ore 10.00 presso il litorale di Riccione, per assistere ad una fase dello sversamento di sabbia di ripascimento che la Regione Emilia Romagna sta attuando in virtù di un progetto di ripascimento per 1.000.000 (unmilione) di metri cubi di sabbia.”
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