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20/03/2002

Commercio - Disegno di legge del governo regionale: DISTRIBUTORI DI CARBURANTE, UNA RETE PIÙ MODERNA E RAZIONALE

Modernizzare la rete distributiva di carburante per autotrazione per qualificarne il servizio, attraverso una ristrutturazione e razionalizzazione degli attuali impianti. Sono le principali finalità del disegno di legge che la giunta regionale, su proposta dell’assessore al Commercio, Marcello Secchiaroli, ha licenziato nel corso dell’ultima seduta. “Un provvedimento legislativo – ha commentato l’assessore al Commercio- che recepisce tempestivamente le linee guida nazionali su una materia di competenza esclusiva della Regione e accoglie le indicazioni omogenee del coordinamento tecnico interregionale, adeguando comunque la disciplina alla realtà territoriale marchigiana. Gli obiettivi della legge sono il miglioramento qualitativo dei servizi all’utenza e una maggiore efficienza dell’intero sistema distributivo, attraverso alcuni meccanismi che attengono sia alla liberalizzazione dell’ingresso sul mercato, sia all’integrazione economica attraverso la possibilità di attivare nell’ambito dell’impianto di distribuzione, servizi accessori in deroga ai singoli piani di settore. Il fine ultimo quindi, è quello di favorire un contenimento dei prezzi del carburante, con l’introduzione di servizi accessori che producono un’integrazione di reddito. Una normativa, comunque, che nella sua organicità consente di conciliare le diverse esigenze connesse a questo settore. Oltre a favorire la libera iniziativa e in definitiva il miglioramento dell’offerta attraverso la razionalizzazione degli impianti, la proposta salvaguarda anche le esigenze di tutela ambientale, paesaggistica, urbanistica e di sicurezza e tiene conto delle necessità dei piccoli comuni della fascia interna dove saranno mantenuti o aperti nuovi impianti.” La novità principale, dunque, che introduce la proposta di legge non è tanto la riduzione degli impianti marginali, quanto una globale semplificazione di accesso dell’attività sul mercato. Chiunque potrà installare un impianto in un determinato sito che risponda ai requisiti delle disposizioni tecniche e agli obblighi di legge, e chiunque potrà aprire nella struttura dell’impianto di distribuzione un punto vendita con attività accessorie (bar, edicole, lavaggi, attività commerciali, artigianali, strutture ricettive ecc.) in deroga ai piani comunali di settore. Altro aspetto importante è che potranno essere superati i limiti numerici previsti dagli strumenti urbanistici comunali e dai piani di settore. Tuttavia, la crescita eccessiva registrata in passato del numero degli impianti di distribuzione di carburante per autotrazione, è una delle problematiche a cui la legge intende porre rimedio. La proposta, composta di 12 articoli, individua le modalità più idonee per la razionalizzazione dell’assetto in funzione di un più equilibrato rapporto domanda/offerta e di una distribuzione omogenea dei prodotti sul territorio, evitando la concentrazione in aree già sovraffollate. La razionalizzazione comporterà l’eliminazione degli impianti che pregiudicano i beni di interesse storico artistico, ambientale o di intralcio al traffico o quelli pericolosi per la sicurezza o non compatibili con vincoli ambientali. Ma le disposizioni più “tecniche” saranno stabilite da uno specifico e successivo regolamento di attuazione che prevederà le tipologie minime, le superfici delle aree di servizio, le distanze da rispettare fra impianti, le zone omogenee comunali, le procedure per l''installazione di nuovi impianti o le modifiche di quelli esistenti, gli orari di apertura e chiusura e la turnazione. Il disegno di legge definisce anche il ruolo dei Comuni e sancisce il cambio di regime per aprire nuovi impianti. Non più concessione (limitata nel tempo), ma autorizzazione sostanzialmente illimitata. Ai Comuni, principali attori della funzione amministrativa con la riforma del Titolo V della Costituzione, sarà delegato, appunto, il rilascio dell’autorizzazione anche per la realizzazione di impianti sulle autostrade o su raccordi autostradali e, inoltre, la verifica sulla compatibilità degli impianti esistenti: non sono permessi, tra l’altro, punti di erogazione e vendita ubicati nei centri storici o sulle strade dove possono creare intralcio al traffico. Nel testo legislativo sono state inserite le sanzione amministrative per chi non rispetta le disposizioni, “una norma che – si legge nella relazione introduttiva – va a colmare una lacuna che le attuali leggi non contemplano” . (ad’e)