“Occorre considerare le preoccupazioni e le difficoltà degli agricoltori accanto a quelle legittime dei consumatori. Sono, in primo luogo, i loro redditi d’impresa ad essere tagliati dal gelo di queste settimane, mentre non è sicuramente loro la responsabilità di un incremento dei prezzi, di cui a volte si stenta a capire la vera ragione”. Luciano Agostini, assessore all’agricoltura, esprime la sua preoccupazione per i danni che le gelate recenti hanno apportato alle coltivazioni marchigiane: “Di perdite ce ne sono. La rete agrometereologica di ASSAM, analizzando i dati delle temperature dal dicembre 2001 al 20 gennaio, ha registrato ben 35 giornate, su 50, con temperature minime inferiori allo zero. Questi dati sono indicativi del danno economico subito dai coltivatori, che tra l’altro, a volte, vengono indicati come la principale causa dell’incremento eccessivo dei prezzi. E questo è assolutamente infondato”.
I problemi erano iniziati già con i prolungati periodi di siccità registrati la scorsa estate. E la perdurante mancanza di pioggia fa nutrire seri timori per i raccolti della prossima primavera.
In dicembre sono caduti infatti soltanto 60 mm. di pioggia, il 40% in meno rispetto al dato usuale. In gennaio le precipitazioni sono state quasi del tutto assenti.
Il fatto che il gelo abbia colpito piante e colture asciutte ha probabilmente limitato in parte le perdite, ma è difficile stimare i danni che possono essere stati arrecati allo sviluppo fisiologico delle colture, in una fase particolarmente delicata del ciclo.
Oltretutto bisogna ricordare i problemi indotti dalla siccità per i pascoli e la pastorizia, che potrebbero trovarsi in serie difficoltà tra la primavera e l’estate.
Inoltre si è parlato molto di zucchine e carciofi, che non sono certo prodotti di questa stagione, e poco di finocchi, scarole, radicchio, verze, i prodotti su cui invece si è riversato l’effetto del gelo. Una considerazione in più – sottolinea Agostini - per evidenziare quanto l’esplosione dei prezzi si sia determinata, negli aspetti di deteriore speculazione, in segmenti della distribuzione commerciale e non all’origine.
L’invito dell’assessore è per una valutazione seria, concreta, ma non allarmistica della vicenda, anche perchè il progressivo ritorno a temperature più usuali sta determinando una prima diminuzione dei prezzi. E mentre condivide l’atteggiamento concreto, equilibrato del ministro Alemanno, invita a considerare che la produzione primaria è naturalmente soggetta a momenti di scarsità e di abbondanza, con conseguenti effetti sui prezzi al consumo.
E le affermazioni più convinte Agostini le riserva al meccanismo che dovrebbe presiedere a momenti difficili come questo:”Bisogna incidere maggiormente sul c.d. restringimento della filiera, accorciando la distanza tra il momento della produzione e quello della distribuzione. Il duplice obiettivo è quello di incrementare i redditi degli agricoltori e contenere il prezzo finale per il consumatore. Le politiche agricole della Regione, contenute nella nuova programmazione di settore, vogliono incidere in questa direzione. D’altra parte la scarsità di prodotti ortofrutticoli derivante da fenomeni atmosferici eccezionali non può scaricarsi sul consumatore e neppure sul produttore. Occorre prevedere in sede di legge finanziaria nazionale appositi fondi di solidarietà. Invece la Finanziaria di quest’anno ha rifinanziato sì la legge 185 sulle calamità naturali, ma ha sottratto risorse proprio ai meccanismi da noi sollecitati per l’agricoltura”.
Gli uffici competenti della Regione sono stati comunque allertati sia per verificare i danni di questa fase sia per valutare, con ogni possibile anticipo, quelli che potrebbero determinarsi nella primavera, per l’azione congiunta di gelo e siccità.
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