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23/07/2001

OBBLIGO FORMATIVO E DISPERSIONE SCOLASTICA. MESSO A PUNTO UN PROGETTO PER AIUTARE I GIOVANI CHE ABBANDONANO IL NORMALE PERCORSO FISSATO DALLA NORMATIVA. 750 MILIONI A DISPOSIZIONE.

Dal 1 ottobre dell’anno scorso le Regioni sono titolari dell’obbligo formativo, cioè di quel percorso che i giovani dai 15 ai 18 anni devono fare, secondo la normativa, all’interno della struttura scolastica o della formazione professionale o, ancora, dell’apprendistato. Succede però che non sempre tutti seguano questa strada, molti abbandonano o, addirittura, non iniziano nemmeno a percorrerla. Si manifesta così quello che, con una espressione, si chiama “disagio di obbligo formativo”. E’ per monitorare questo fenomeno, per controllarlo, per raggiungere uno per uno i singoli ragazzi e creare il contatto con i centri per l’impiego, che è nato il Progetto “Tutoring per l’obbligo formativo”, finanziato con i fondi comunitari dell’Obietto 3 e gestito dall’assessorato Lavoro e Formazione professionale. Questa mattina l’assessore competente Cristina Cecchini ha incontrato i tutor che seguono il Progetto, per fissare insieme a loro le modalità della gestione dello stesso. “Un progetto molto innovativo – ha detto – il primo in assoluto in Italia, a cui anche il Ministero del Lavoro sta guardando con interesse, perchè abbiamo riscontrato che, quel collegamento che dovrebbe esserci tra centri per l’impiego e strutture scolastiche non c’è. E stante le nuove competenze della Regione – ha continuato – ci potremmo trovare nella condizione di dover rispondere del fatto che ci siamo persi dei ragazzi per strada, senza aver messo in atto le necessarie iniziative.” Il Progetto è assolutamente sperimentale, per il momento dura sei mesi, anche se potrebbe essere rinnovato, si configura come un servizio che viene fatto, oltre che alla comunità, anche agli stessi centri per l’impiego. Questi ultimi infatti, secondo la normativa europea, entro il 2003, si misureranno con il mercato e non saranno più sostenuti da fondi pubblici. La Regione ha stanziato 750 milioni, che servono per le spese del progetto, per gli stipendi ai tutor che vi lavorano: sono 26, due per ogni centro per l’impiego - sono appunto 13 (4 ad Ancona e 3 per le altre Province) - e sono stati selezionati con un apposito concorso. Vi lavorano poi 4 coordinatori, uno per provincia, un supervisore, oltre naturalmente lo stesso Servizio della formazione professionale. Per il momento si sta analizzando l’anno 1985, cioè il percorso dei giovani che sono nati in quell’anno, successivamente si prenderanno in considerazione anche gli altri. L’obiettivo è quello, quindi, non solo di comprendere la portato del fenomeno, ma di “recuperare” i ragazzi, motivarli e concordare con loro il percorso che devono intraprendere per entrare nel mondo del lavoro. Si è parlato di “Progetto passerella”, che vuole contribuire alla soluzione di un problema, ma contemporaneamente vuole fissare anche un metodo, quello della comunicazione e della collaborazione tra strutture. L’assessore Cecchini ha precisato che il Progetto prevede anche momenti di pubblicizzazione su organi di informazione nazionali e, entro l’anno, un Convegno per valutarne i risultati e definire gli obiettivi per fronteggiare un fenomeno che, purtroppo - i numeri non si conoscono - ma si sa molto esteso. (e.r.)