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23/05/2001

FALERIO E ROSSO PICENO. I PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA. AL COMITATO VINI CHIESTA LA PROCEDURA D'URGENZA.

La giunta regionale ha approvato, nella seduta pomeridiana di ieri, due distinte delibere, che apportano alcune modifiche ai disciplinari di produzione del Rosso Piceno e del Falerio dei Colli Ascolani al fine di consentire, anche per la prossima vendemmia, la commercializzazione di questi vini come DOC. La parola definitiva spetta naturalmente al Comitato Nazionale per la tutela e valorizzazione dei vini DOC e IGT, che ha sede presso il Ministero dell’Agricoltura, a cui sono già stati inviati i provvedimenti in questione, chiedendo che vengano esaminati con “procedura d’urgenza”. La giunta, con gli atti votati, ha fatto proprie le richieste delle due associazioni vitivinicole, VINEA e ASSIVIP. L’assessore all’Agricoltura Luciano Agostini ha riassunto l’intera problematica, visto che nell’ultimo periodo, gli organi di informazione se ne sono più volte occupati, interpretando la preoccupazione del settore per l’eventuale perdita di superfici a DOC. “Non c’è stato – ha detto Agostini – nessun ritardo da parte della Regione. Abbiamo dovuto, così come è sempre necessario fare in questi casi, coinvolgere le Associazioni dei produttori. Solo a fine aprile abbiamo avuto la documentazione definitiva da parte dell’ASSIVIP, che era stata sollecitata dagli Uffici.” La Regione quindi non ha affatto trascurato il problema – ha sottolineato - ma si è fatta portavoce delle preoccupazioni sollevate dai rappresentanti dei produttori per trovare una soluzione unitaria. L’assessore ha ripercorso tutte le fasi della vicenda. I disciplinari di produzione del Falerio dei Colli Ascolani e del Rosso Piceno erano stati modificati con Decreto Ministeriale nel settembre 1997 per adeguare i due vini ad una produzione con migliori caratteristiche qualitative. La richiesta di modifica, voluta dai produttori, ha espletato l’intero iter amministrativo previsto dalla legge, la 164/92, compresa la pubblica audizione che mette tutti nelle condizioni di esprimere il proprio parere. I due decreti ministeriali concedevano, ai produttori, tre anni di tempo per adeguare i loro vigneti ai nuovi disciplinari, con l’introduzione di nuovi vitigni o modificando la percentuale dei vecchi. A tre anni di distanza, l’adeguamento da parte dei produttori è stato scarso, ha riguardato circa 500 ettari di Rosso Piceno e 130 ettari di Falerio, su una superficie iscritta all’albo che nel 1999 risultava essere pari a 2592 ettari per il Rosso Piceno e 587 ettari per il Falerio. La produzione di vino DOC certificabile si ridurrebbe pertanto nella campagna 2001 a 45.000 hl circa per il Rosso Piceno e 12.000 hl per il Falerio. Non tutti i produttori, anche se hanno il vigneto iscritto all’Albo, rivendicano come DOC la loro produzione. Dagli ultimi dati delle Camere di commercio marchigiane, la produzione di vino DOC Rosso Piceno rivendicata risulta essere di ettolitri 59.000 e quella del Falerio ettolitri 21.000. Pertanto una reiscrizione parziale dei vigneti ai rispettivi Albi con le modifiche del 1997, consentirebbe di mantenere agevolmente i quantitativi di prodotto DOC fino ad oggi rivendicati. Nonostante ciò, l’Assessorato Agricoltura, per conservare l’iscrizione del 100% dei vigneti delle DOC, si è fatto promotore, già a fine anno 2000, di una serie di incontri con i rappresentanti dei produttori per trovare una soluzione al problema. Le posizioni sono risultate subito contrastanti, precisa Agostini, e alcune in particolare non avevano l’accordo del Comitato Nazionale Vini, contattato dal Servizio Agricoltura, cosicché si è “dovuto procedere a formalizzare con le due Associazioni le richieste e, purtroppo, i tempi sono stati quelli che ho già detto.” (e.r.)