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19/06/2008

COOPERAZIONE DECENTRATA: UN PROGETTO IRREVERSIBILE PER LO SVILUPPO E LA STABILITA’ DEL MEDITERRANEO

La cooperazione decentrata non e` solo unoccasione di solidarieta` dei ricchi verso i poveri, ma soprattutto e` unoccasione di sviluppo per tutti i soggetti che vi partecipano e quindi anche per lItalia e le Marche che su questo fronte sono in prima linea. E questa la valutazione unanime emersa oggi nel corso della conferenza internazionale La cooperazione decentrata italiana con i Balcani: lezioni apprese ed orientamenti futuri che si e` svolta allhotel La Fonte di Portonovo. Dopo i saluti del sindaco di Ancona e` toccato al presidente della Regione Gian Mario Spacca aprire i lavori attraverso un excursus nella storia recente del Mediterraneo: I legami storico-culturali tra Italia e paesi che si affacciano sullAdriatico ha detto - hanno reso da sempre il nostro paese interessato a mantenere nellarea stabili relazioni. La guerra degli anni 90 ha influito profondamente sullo scenario. LItalia prima con le operazioni di peace keeping, sotto legida dellOnu, poi con le numerose iniziative di cooperazione e gemellaggio, ha mantenuto un ruolo attivo per la stabilizzazione dellarea. Le Marche hanno avuto in questo contesto un ruolo di primo piano ha proseguito - Vantiamo infatti il maggior numero di progetti di cooperazione allo sviluppo, segno evidente del nostro impegno su questo fronte. La legge 84 del 2001 ha razionalizzato e dato impulso alle tante attivita` di cooperazione avviate. Un ruolo forte e` stato e viene svolto dalla societa` civile e dagli enti territoriali, soprattutto con i programmi europei Interreg. LIniziativa Adriatico Ionica, il segretariato che si insedia oggi, hanno la funzione di fare da sintesi, valorizzare e promuovere ulteriormente i rapporti di collaborazione, amicizia e sviluppo tra i paesi che si affacciano su questi mari. Le Marche centrali nellAdriatico, lItalia centrale nel Mediterraneo. Questa collocazione ha concluso Spacca - ci porta a impegnarci in modo crescente verso i paesi della costa di fronte, per riscoprire lantica vocazione della nostra terra a guardare a oriente. Nel corso dellincontro e` stato quindi effettuato un primo bilancio di quanto fatto finora: le Regioni e le Province autonome hanno realizzato 77 progetti coinvolgendo oltre 200 attori e partner (Enti locali, Universita`, Camere di Commercio, Ong, Fondazioni culturali, Agenzie regionali di sviluppo, Centri di ricerca). Vivo apprezzamento in particolare per lattivita` marchigiana protagonista con la citta` di Ancona nello scenario internazionale e` stato espresso dal vicedirettore genere della Direzione Europa del Ministero degli Affari Esteri Sergio Busetto:Il processo di cooperazione decentrata e` ormai irreversibile ha aggiunto Gli enti locali italiani lavorano per la stabilita` dellarea dei Balcani e per la sua crescita economica sociale dimostrando una grande attitudine e soprattutto una lungimiranza in vista di un allargamento dei confini europei. Linnovazione ha sottolineato lambasciatore Alessandro Grafini, primo segretario generale dell'Iniziativa Adriatico Ionica - consiste nel mettere insieme Paesi Ue, Nato e non Ue grazie alla cooperazione delle Regioni. Per i paesi che non fanno parte della Ue si tratta di un primo test di ingresso. Il direttore dell Oics Gildo Baraldi ha auspicato che da progetti e azioni singole si passi sempre piu`, il cambiamento e` gia` iniziato, a piani strategici e a rapporti di parternariato stabili che portino vantaggi reciproci alle parti sia in termini di supporto allinternazionalizzazione che nella valorizzazione positiva dei flussi migratori. Il direttore del CeSpi Jose Luis Rhi-Sausi ha evidenziato che nei Balcani e` stata effettuata la prima sperimentazione di una diplomazia multilivello. Unattivita` ha proseguito molto apprezzata e incoraggiata dalla Farnesina. Le Regioni e gli enti locali infatti non stanno facendo unaltra politica estera rispetto al Governo centrale, ma portano un arricchimento a tutto il sistema Paese garantendo continuita` e sviluppo nelle relazioni. Il primato marchigiano Le Marche tra il 2004 e il 2008 hanno gestito progetti con il Programma Interreg IIIA Transfrontaliero Adriatico per un totale di 13.852.088 euro. Si tratta sia di progetti a regia regionale (17) che a bando (20) dove le Marche sono capofila e altri 20 dove le Marche compaiono come soggetti partner. Va sottolineato anche che le Marche sono al primo posto tra le Regioni italiane sia in termini di finanziamenti che per numero di progetti. I Progetti sono da inserirsi nei tre Assi presi in considerazione dal Programma: Tutela e valorizzazione ambientale, culturale e infrastrutturale del territorio transfrontaliero (interventi di carattere essenzialmente pubblico per energia, trasporti, telecomunicazioni, cultura, territorio); Integrazione economica dei sistemi produttivi transfrontalieri (interventi di interesse privato, per competitivita` delle piccole e medie imprese di tutti i settori); Azioni di rafforzamento della cooperazione (rafforzamento dei rapporti istituzionali, per la promozione della democrazia, sicurezza, occupazione).