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16/06/2008

L’ASSESSORE ALL’IMMIGRAZIONE MARCO AMAGLIANI SULL’APERTURA DEI CPT NELLE MARCHE: “UN NO DECISO CHE VIENE DA LONTANO”

Non siamo quel tipo di persone e di amministratori pubblici che si oppongono a qualsiasi decisione dello Stato che possa in qualche modo modificare la vita delle nostre comunita`, ma sul problema della costruzione di Centri di permanenza temporanei per i cittadini immigrati, la nostra e` una posizione chiara, coerente e motivata da ben tre anni. Vale a dire in tempi non sospetti. Esordisce cosi` lassessore regionale allimmigrazione e servizi sociali, Marco Amagliani intervenendo nel dibattito che si e` aperto a livello nazionale dopo che il Governo ha inserito nel cosiddetto pacchetto-sicurezza la destinazione a CPT delle sedi di caserme dimesse. Una posizione decisamente contraria ribadisce Amagliani - non solo a destinare lex Caserma Saracini di Falconara Marittima a sede di CPT, ma proprio allistituzione stessa di tali Centri che gia` nellacronimo contengono lincoerenza del significato: permanenza temporanei una contraddizione in termini. Il Consiglio regionale delle Marche in una mozione approvata nella scorsa legislatura le considerava gia` strutture lesive dei diritti universali delle persone, in primo luogo della liberta` personale. Lo stesso Consiglio regionale si dichiarava indisponibile alla costruzione e alla presenza sul proprio territorio di Centri di permanenza Temporanei. La stessa mozione impegnava la Giunta regionale ad operare in tutte le sedi, affinche` in nessun luogo del territorio regionale tali strutture potessero essere realizzate o attivate. Ed e` con questo stesso spirito e volonta` che ho partecipato nel luglio 2005, in rappresentanza della Regione Marche, al forum Mare aperto, idee per aprire le frontiere e chiudere i CPT tenutosi a Bari su iniziativa del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Dal forum ricorda Amagliani e` uscito un documento finale in cui le 14 Regioni presenti si sono impegnate ad affrontare il tema dellimmigrazione con umanita` e giustizia, consapevoli che quella del clandestino e` una condizione e non un reato, che va combattuta cioe` la clandestinita` e non la persona. Limmigrazione non puo` essere affrontata come una questione di ordine pubblico, spesso affidata alla disciplina di legislazioni emergenziali. Si tratta invece di affrontare con realismo e cioe` nel pieno rispetto delle Leggi, le grandi problematiche dellaccoglienza, dellinclusione, dellinterculturalita`. Amagliani sottolinea poi che le motivazioni del no sono comuni a associazioni di tutti i tipi, come i Premi Nobel per la Pace, Medici senza Frontiere e Amnesty International che hanno stilato rapporti sulle principali violazioni riscontrate nei CPT gia` purtroppo in funzione: dalla mancanza di assistenza legale e psicologica alle vere e proprie aggressioni fisiche e abuso di psicofarmaci. Gia` nel 2005, dunque - conclude Amagliani - le Regioni chiedevano al Governo il superamento dei CPT e listituzione di un tavolo di confronto per definire risposte alternative che tutelino i diritti e promuovano la sicurezza sociale. Perche` i CPT hanno sostanzialmente attratto lintera materia dentro un quadro di mera regolamentazione repressiva, fondandosi su unidea assai discutibile di detenzione amministrativa ed oggi ancor piu` repressiva perche` si fonda sulla presunzione di reato, che e` addirittura incostituzionale. Occorre invece sciogliere i nodi spinosi della clandestinita` e non colpire le singole persone che nella maggior parte dei casi sono le vere vittime della clandestinita`. Aggiungo, infine, che sara` inserita, ad iniziativa della giunta regionale, una modifica alla legge regionale n. 2 del 98 Interventi a sostegno degli Immigrati perche` siano stabiliti con legge i contenuti della mozione approvata dal consiglio regionale sul netto rifiuto alla costruzione dei CPT sul territorio marchigiano. (ade)