Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
14/11/2007

MERCATO DEL LAVORO MARCHIGIANO: PRESENTATO IL RAPPORTO 2007 - ASCOLI: "UN QUADRO DOVE PREVALGONO DI GRAN LUNGA LE LUCI MA NON MANCANO LE OMBRE".

Uneconomia che sembra aver superato i momenti piu` difficili degli anni recenti ed aver imboccato un percorso di crescita non privo tuttavia di criticita`. E questa in sintesi la fotografia che descrive la situazione delle Marche, come emerge dal Rapporto annuale 2007 dellOsservatorio regionale del mercato del lavoro, presentato questa mattina ad Ancona. Il testo costituisce uno strumento utile per unanalisi di settore che attinge alle fonti principali: Istat, INPS e SIL. Pur allinterno di un quadro del mercato del lavoro dove prevalgono di gran lunga le luci ha dichiarato lassessore regionale alla Conoscenza, Istruzione, Formazione e Lavoro, Ugo Ascoli, che ha aperto lavori - dobbiamo tuttavia evidenziare alcune ombre. Innanzitutto, i dati positivi per il 2006: lindustria manifatturiera appare in crescita con un sensibile incremento dellattivita` commerciale e una ripresa dellattivita` di investimento. In diminuzione il ricorso agli ammortizzatori sociali. Bene anche lartigianato, con un consolidamento della ripresa, anche se appare evidente una dinamica negativa dei livelli degli investimenti nel corso del 2006. Il mercato del lavoro continua ad assorbire lavoratori immigrati a un ritmo sostenuto: gli stranieri residenti nella regione rappresentano ormai il 6,5% della popolazione. Il tasso di attivita` (67,5%) delle persone in eta` da lavoro (15 64) cresce ancora nellultimo anno e continua ad attestarsi ben sopra la media nazionale, cosi` come rimane superiore a valori medi dellItalia Centrale, senza tuttavia raggiungere i livelli del Nord Est. Stessa dinamica e stesse considerazioni per il tasso di occupazione (64,4%); il numero degli occupati passa da 633 mila del 2004 a circa 647 mila del 2006. Il tasso di disoccupazione passa dal 5,3% del 2004 al 4,5% del 2006: Occorre tuttavia considerare spiega lassessore Ascoli - come il Sud delle Marche, e in particolare la provincia di Ascoli Piceno, mostri addirittura un peggioramento (dal 5,8% al 6,5%); fenomeno quasi interamente addebitabile alla disoccupazione femminile. Cresce nelle Marche anche la domanda di lavoro, come risulta dai dati dei Centri per limpiego: dinamica che sembrerebbe associata a un crescente utilizzo di contratti a termine. Nel Rapporto si evidenzia come rispetto al 2005 lutilizzo dellapprendistato sia aumentato del 8,3%, tutte le altre tipologie contrattuali a termine dell1,7%, mentre le assunzioni a tempo indeterminato registrano una flessione pari al 2,7%. Cresce anche il part-time specie in combinazione con le assunzioni a tempo indeterminato. Le ombre: Innanzitutto continua Ascoli - lancora insoddisfacente livello di partecipazione femminile al mercato del lavoro, con una accentuazione della criticita` nella provincia di Ascoli Piceno. Complessivamente nella regione il tasso di disoccupazione femminile rimane doppio rispetto a quello maschile (6,4% contro 3,2%), anche se in diminuzione fra il 2004 ed il 2006. Si conferma poi complessivamente una maggiore fragilita` delleconomia picena, con forti preoccupazioni per la tenuta del suo tessuto industriale e con il rischio concreto di una regione che marcia a due velocita`. Inoltre, il crescente peso dei contratti a termine nelle nuove assunzioni pone interrogativi importanti sui confini fra flessibilita` e precarieta` del nostro mercato del lavoro. Mentre esistono da una parte ancora sacche di lavoro nero, specie nel settore delledilizia, che riguarda soprattutto gli immigrati, dallaltra esiste il precariato che caratterizza soprattutto il pubblico impiego. Si tratta di problemi che vanno affrontati in maniera diversa e di cui ci stiamo occupando. Unattenzione particolare va poi rivolta alla difficolta` dei giovani con un livello alto distruzione ad inserirsi nel mondo del lavoro: stiamo pensando a interventi per orientare le scelte universitarie e a offerte formative per corsi di laurea e master post universitari. Politiche attive del lavoro piu` mirate sulla componente femminile, politiche integrate di conciliazione, politiche piu` intense dintegrazione sociale nei confronti degli immigrati, maggiore attenzione complessivamente alla qualita` del lavoro conclude lassessore Ascoli - sembrerebbero essere i principali suggerimenti che derivano dallanalisi qui presentata.